Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

mercoledì 5 dicembre 2012

Bum! Bum! Bum!






Distrarsi.
Distrarsi da cosa?
Da me stessa? Da ciò che vivo?
Interessante concetto il distrarsi da se?
E se non volessi?
Preservarsi, cautelarsi, proteggersi che parole insensate usiamo.
Non credo di potere essere dentro stando fuori.
Non credo di poter conoscere ignorando.
Non credo al piede fuori dalla porta.
Qui si parla di coraggio, anche se ho paura.
Bum bum bum…
Amo il mio cuore che batte.
E più batte e più mi amo.
Amo il coraggio che scavalca la paura e poi si vedrà…la vita in fondo è un po’ così: incoscienza.

martedì 6 novembre 2012

Stare




"Stare" è un comportamento così difficile d’adottare.
Perfino saper stare nella felicità non è così scontato. Qualcosa dentro di noi ci spinge sempre verso qualcos'altro e noi ci lasciamo muovere per poi voler tonare indietro, dentro quella felicità che per distrazione abbiamo lasciato andare.

domenica 4 novembre 2012

Crederci!







Non è per niente facile rimanere centrati sui propri sogni. La vita ti mette continuamente alla prova, ti fa dubitare, prova a smontarti. "Ti stai illudendo, l'impossibile non è per te." Sembra bisbigliarti.
Ci vuole coraggio nel credere in se stessi, difficilmente qualcuno ti aiuta. Devi puntellarti e continuare ad avanzare rimanendo attenta, ma senza farti distrarre, senza che la forza della convinzione venga meno e ti spinga ad abbandonare l'impresa. E' un viaggio solitario, un dialogo serrato con se stessi.Una doppia sfida: realizzare ciò che desideri e dirti che puoi farcela. Non una sola vetta, non un unico traguardo. Ma è un piacere immenso l'attimo in cui dai fiducia a te stessa e muovi un altro passo... forse perchè scopri d'amarti.

martedì 9 ottobre 2012

La casa di vetro





Ho sognato una casa dalle pareti di vetro.
Ho sognato che anche la porta fosse di vetro.
Ho sognato che volevo chiuderla ma non aveva serrature.
Solo due chiavistelli piccoli e fragili.
Al di là del vetro il mondo.
Al di qua il mio cuore.

domenica 23 settembre 2012

La stazione




C’era un senso di pace, una bella luce.

Attraversavo uno spazio aperto, davanti a me una stazione, oltre la stazione il mare.

In braccio un bambino, accanto una donna.

Il treno stava per arrivare e sarebbero basti due biglietti, il bambino non avrebbe pagato.

Mentre attendevo sulla banchina un giovane si era avvicinato e mi parlava d'amore.

Conoscevo il luogo, la meta e l'uomo, ma non il tempo, quello ancora oggi non saprei definirlo.

Sapevo che era pomeriggio questo sì, e provavo una sensazione di appagante pienezza.

Questo è quanto.

Un qualcosa di molto vicino alla felicità...

sabato 25 agosto 2012

Sogno di una notte di mezza esate





Avevo espresso un desiderio prima di addormentarmi

Poi sono scivolata in un sonno ricco di sogni.

Nel silenzio della notte, sotto la mia finestra aperta, un uomo ha iniziato a cantare

Una voce di bellezza divina

Un canto di dolcezza struggente

Parole di una lingua sconosciuta.

Sono rimasta distesa nel letto

Lui alla fine del suo canto è andato via.

Non conosco il suo volto. Non scoprirò mai il significato di quelle parole, a chi fosse dedicata tanta meraviglia.

Ma lui era sotto la mia finestra in questa notte piena di sogni.

A volte ho l’impressione che gli Dei vengano a trovarmi.

“Quale angelo mi sveglia dal mio letto di fiori? Ti prego, grazioso mortale, canta ancora. Il mio orecchio si è innamorato delle tue note come il mio occhio è rapito dal tuo aspetto. Il potere irresistibile della tua virtù mi spinge fin dal primo sguardo a dirti, anzi a giurarti che t’amo”. William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate



giovedì 16 agosto 2012

Semplice

Un cielo di pioggia
Un desiderio
Una volontà
Dimmi che sarà così, essenziale e vero.





sabato 21 luglio 2012



Un'emozione non la ferma una porta chiusa, nè un muro e neanche la volontà di raccontarci bugie improbabili.
Quando provi a sbarrarle il passo, vuol dire che è già arrivata dove voleva.

venerdì 13 luglio 2012

Era affascinante sì, decisamente affascinante...



Era affascinante, decisamente affascinante. Ed era simpatico.

Questo era ciò che pensava ogni volta che incrociava il suo sguardo.

Ma aveva un brutto carattere. Un gran brutto carattere.

Era insomma come un bel quadro che si provava piacere a contemplare, che guardi e riguardi, ma che non ti convince mai ad acquistarlo.

Uno capolavoro ostico.

Era affascinante sì, decisamente affascinante…

venerdì 22 giugno 2012





Mi hai chiesto:"Perché alcune emozioni sembrano travolgerti?"
Quando il mare arriva con forza sulla riva, la sabbia, le conchiglie, anche i piccoli granchi rotolano via, sembrano quasi corrergli dietro quando si ritira. Ma questo è ciò che accade sulla superficie, è quello che vediamo. Ciò che non vediamo è quello che la sabbia assorbe e trattiene di quell'onda senza farsi travolgere.

giovedì 14 giugno 2012



"L'incontro tra amante ed essere amato avviene da cuore a cuore, come l'incontro tra scultore e modello, tra mano e pietra. E' un incontro di immagini, uno scambio di immaginazioni. Quando ci innamoriamo, incominciamo a immaginare al modo romantico, veementemente, sfrenatamente,  follemente, gelosamente, con intesità possessiva, paranoide.E quando immaginiamo intensamente incominciamo a innamorarci dell'immagini evocate davanti all'occhio del cuore. Siamo innamorati perchè c'è l'immaginazione".

J Hillman - Il codice dell'anima

martedì 15 maggio 2012


"Non era un’emozione simile all’innamoramento o al desiderio sessuale. Era come se qualcosa si fosse insinuato attraverso una piccola fessura e tentasse di riempire un vuoto che c’era dentro di lui. Ecco cosa provava. Non si trattava di un vuoto provocato da lei. Esisteva dentro di lui da un tempo incalcolabile. Lei vi aveva proiettato sopra una luce speciale, illuminandolo."

Haruki Murakami


sabato 5 maggio 2012



Credo che a volte qualcosa d'inspiegabile arriva a toccarmi, mi prende per mano, mi spinge a fare qualcosa che altrimenti non farei. Non è importante dargli un nome, riacchiuderlo in un concetto concreto, penetrarne il mistero. L'importante è lasciarmi condurre in quell'oltre che si apre davanti a me e che diversamente non conoscerei. La paura resta qui, è cosa umana, ma io ho le ali, anche se a volte me ne dimentico. E' questo che mi sussurra...andiamo...


lunedì 23 aprile 2012

La magia delle parole: desiderio




Che cos'è un desiderio?
Se l'etimologia, come ha detto qualcuno, è l'anima delle parole, l'anima del desiderio è legata alla luce delle stelle, o meglio alla sua privazione. Il termine viene infatti da sidus/sideris (costellazione, poi singola stella). In questo senso "desiderare" è in stretta analogia con "considerare" che significa "valutare le stelle per orientarsi", e quindi "ponderare un problema nei suoi vari aspetti per prendere una decisione".
L'immagine della stella ha sempre agito potentemente nell'immaginario collettivo. Nei tempi antichi, le stelle compaiono come segni (Cfr. J. K. Hanson, La stella di Betlemme. La storia, i misteri e la bellezza della stella di Natale, Firenze, Salani, 1996.): "Le stelle compaiono ai loro posti/e brillano liete" (Baruc, 3,34). Nella tradizione ebraica, la stella appare come avvertimento o come annuncio di una nascita straordinaria (quella di Mosè); i Magi - sapienti astronomi più che re - si muovono per seguire una cometa.
Ulisse, allontanandosi da Calipso, non abbandona con gli occhi gli astri (Boote, l'Orsa Maggiore, Orione) che sono i punti di riferimento per ogni navigatore. Una stella guida Enea al luogo dove dovrà fondare Roma. "Se segui la tua stella/non puoi fallire al glorioso porto" (Dante, Inferno , xv).
Nell'area semantica di sidera (stelle) si assomma dunque il significato di orientamento, di rotta, di via da seguire; ma, in un piano più ampio, anche di segni del destino.
Il "de" privativo (o di allontanamento) che crea de/siderare - antico termine di un linguaggio augurale e/o marinaro - sta dunque a indicare "cessare di vedere", "constatare l'assenza di" stelle: quindi dis/orientamento nel senso più ampio del termine, geografico e psichico.
Perciò desiderio è anche rimpianto/nostalgia: Desiderium uxoris defunctae , si legge su una lapide romana. Ma "sentire la mancanza di ciò che è piacevole, buono, necessario" significa anche "tendere a ottenerne il godimento, il possesso.
Il desiderio è dunque essenzialmente un "moto dell'animo tendente ad attuare o possedere ciò che appaga un bisogno, procura un piacere o rappresenta un valore di cui si manchi" Per Freud, è la forma concreta e arricchita dall'esperienza personale, di una pulsione o di un motivo; è l'energia designata col nome di libido che è a fondamento di tutta la vita psichica.


Mafra Gagliarda
tratto da "Osservatorio dell'immaginario"

mercoledì 18 aprile 2012

Il tempo dell'anima



Nel mio mondo accadono cose particolari.
Mi spiego meglio.
Io vivo un po' nel mondo reale, quello per intenderci della razionalità, del sociale vivere, della concretezza quotidiana. Ed un po'in quello che preferisco: quello dell’irrazionale. Luogo molto più allegro, imprevedibile, scanzonato.
Nel mondo reale i concreti/razionali hanno la certezza di essere portatori di verità e certezze. Se ne vanno in giro convinti che il mondo procede grazie a loro e guardano quelli come me con aria di superiorità.
L’astrazione, la fantasia, la creatività sono ai loro occhi poco più che un gioco.
Ma se una mattina mi dovessi svegliare e non avere più la capacità di percepire l’irrazionale mi sentirei la donna più povera e sfortunata del mondo. La mia esistenza diverrebbe un luogo molto triste e solitario, monocolore, mono nota, mono.
Ma questo ai concretoni conipediperterra è meglio non dirlo…non capirebbero.
Come spiegargli, per esempio, che quando si esprime un desiderio da qualche parte del mio mondo fantastico qualcuno o qualcosa l’ascolta e si adopera per esaudirlo. Fa del suo meglio insomma e quando pensa di esserci riuscito lo fa partire, come se inviasse un sms, un dono, una risposta.
Ed il desiderio esaudito si avvia verso il suo destinatario. In pratica, in quella parte del mondo da cui proviene, è già realtà, ma non da questa parte, non nel mondo del razionale.
Ma se si è un po’ folli questa cosa si sa, è un po’ nell’abc delle nozioni fondamentali.
Ed è così che si crea una bolla di attesa che ci fa viaggiare sospesi tra quello che vorremmo e quello che forse già è, ma che ancora non sappiamo che è.
In linea di massima quindi, aspettando che un desiderio si realizzi diventiamo insofferenti e scettici. Nei nostri tempi di uomini moderni, frenetici e un po’ egocentrici vorremmo che tutto si realizzasse istantaneamente. Le attese ci fanno dubitare e sembrano una perdita di tempo. Tuttavia, come ci ricorda Clarissa Pinkola Estés in un bellissimo passo del libro Forte è la donna “ Talvolta il vuoto non è assenza, ma piuttosto lunga gestazione. Per i parametri dell’IO la gestazione è sempre tanto lunga. Ma per i parametri dell’anima, i tempi dell’attesa e dell’elaborazione interna che precede l’evidenza esteriore sono sempre quelli che devono essere”.
Visione psicologica di ciò che vi ho raccontato fin qui, parlando di un mondo irreale e fantasioso.
Ma la fantasia e l’irrazionale risiedo nella nostra mente e raccontano la nostra anima quindi tutto si unisce e mescola.
I nostri desideri sono l’espressione della nostra anima e dunque affinché si possano compiere hanno bisogno di oltrepassare la sola idea. Noi dobbiamo arrivare, non solo metaforicamente, ad essere capaci di viverli. E quando questo non accade, assistiamo a quegli sciagurati avvenimenti in cui giunge tra le nostre mani ciò che desideriamo e noi non siamo in grado di gestirlo, goderlo, in poche parole viverlo.
Non basta desiderare l’amore, bisogna essere pronti e capaci di amare e lasciarsi amare.
Non è sufficiente voler essere un medico, un architetto, un archeologo, bisogno darsi il tempo per imparare ad esserlo. Non basta essere genitore per essere un buon genitore.
Desideriamo, dunque! In modo chiaro e determinato poi però mettiamoci tranquilli e aspettiamo fiduciosi. Il viaggio è appena iniziato e sicuramente da qualche parte ci porterà

sabato 17 marzo 2012

Inspiegabile



Chiudi gli occhi e vai
Niente domande
Quando attraversi un mistero
non cercare spiegazioni

mercoledì 22 febbraio 2012

Un uragano nel deserto




Come un uragano nel deserto
Un uragano nel deserto…
Non esiste
Non ha senso
E’ deserto
E’ uragano
Acqua e terra arsa
Tempesta
Resa
Immensità
Gocce
Sopraffatta la terra da ciò che non conosce
Dove sto cadendo? si domanda la pioggia
Solo il vento sembra aver trovato il suo luogo
Può correre
Travolgere
Alzare in aria e sazio lasciar cadere
Ma la pioggia e la terra loro non sanno
Strano incontro...
Non è la giusta terra
Non dovrebbe essere acqua
Ma la natura sa ciò che fa
Non sarà il deserto a fermarla se ha deciso che deve essere acqua
Il vento sorride complice
Acqua proprio lì
In quel deserto
E chissà…

lunedì 13 febbraio 2012

Il mio primo articolo per Donnareporter.com

Ho iniziato una collaborazione con il magazine Donnareporter.com
La stanza del te è tra i blog che potrete trovare su questa rivista on line e di seguito il mio primo articolo pubblicato.
Felice di questa novità e di poterla condividere con tutti voi.

http://www.dierremag.com/donnareporter/2012/02/12/uomini-spilorci-metteteli-in-compagnia-di-una-bella-donna-e-tutto-cambiera-o-quasi/

venerdì 27 gennaio 2012

...e lo scambio dei binari.





In ogni singola esistenza si verificano un numero infinito d’incontri.
Nasciamo e incontriamo, incessantemente.
Tuttavia non tutto ciò che incrocerà il nostro cammino, avrà la stessa importanza.
Ci saranno appuntamenti che si riveleranno più significativi di altri, eppure difficilmente saremo in grado di stabilirlo istantaneamente.
Ma, ma, ma.... un metodo che potrebbe aiutarci forse c’è.
Qualche anno fa, da qualche parte che non ricordo, lessi che “…agli incontri importanti della nostra vita ci prepariamo gradatamente”.
Sul momento il concetto mi colpì, ma non lo compresi totalmente e la mia mente decise, saggiamente, di riporlo in attesa di una decodificazione migliore.
Forse questa?
Forse.
Di certo la mia mente registrò quel pensiero, così come in modo diverso annota e archivia tutto ciò che i sensi le segnalano.
Insomma per essere chiari, io, voi, ce ne andiamo in giro per il mondo e ogni tanto e solo di fronte a precisi incontri ( persone, pensieri, luoghi, musica, non è l’argomento il punto essenziale) i nostri sensi accendendo il display con la scritta: “Attenzione qui!”
Ecco, quello è il punto d’inizio, la segnalazione di ciò che ha rilevato come “interessante”.
Tuttavia non è detto che quello sarà il momento apicale, quello in cui decideremo di dedicarci alla scoperta anzi, probabilmente quando si accenderà quella scritta, noi non saremmo assolutamente pronti per vivere quell’appuntamento con il fato. In linea di massima ci vorrà altro tempo, a volte molto altro tempo. In alcuni casi, quelli decisamente fondamentali, ulteriori incontri.
Non so bene perché, ma potrei ipotizzare che l’impatto che quell’incontro avrà nella nostra vita è talmente esplosivo che il destino stesso, magnanimamente, ci concede il tempo per prepararci. Come ci suggerisse: "Ehi, forse è il caso che ti attrezzi, questa è una cosa seria.”
E noi, spesso e senza rendercene conto, ci attrezziamo.
Cresciamo, ci fortifichiamo, ci predisponiamo per quello che sarà. Ma quello che sarà, può avvenire unicamente man mano che la nostra evoluzione interiore si compie.
Per questo il ripetersi di taluni incontri, quasi il fato e noi stessi testassimo il punto di evoluzione cui siamo giunti.
Sei pronto?
No! Sì! Quasi!
E finché a quella domanda non risponderemo almeno con un incerto sì, la sostanza, il significato, la forza di quello che dovrà rappresentare per noi quella determinata cosa o persona non si manifesterà, non completamente. Il display continuerà ad accendersi fin quando non diremo: “Ok, sono pronta/o!”
E, a ben pensarci, non potrebbe che essere così. A ogni elemento fondamentale della vita noi ci avviciniamo gradualmente. Dobbiamo conoscere e calibrare le nostre capacità, non farlo ci esporrebbe a dei rischi che potrebbero essere anche mortali.
Gli appuntamenti speciali della nostra esistenza determinano sempre un cambio di direzione, come l’incrociarsi e poi divergere dei binari ferroviari.
Bisogna arrivare nel punto X quando lo scambio è stato attivato, se questa non avviene tempestivamente, il treno potrebbe deragliare, oppure continuare la corsa su un binario sbagliato.
Noi però possiamo usare i nostri sensi e la memoria e se qualcosa torna, si ripete, beh, forse siamo davvero davanti a qualcosa di speciale!

domenica 15 gennaio 2012

Discorso semi-serio sulla vita...anche quella nuova.




Questa storia dovrebbe iniziare così…

C’era una volta una bambina che aveva un bosco. E già questo, per una bimba di epoca moderna, era un elemento particolare. Oddio, il bosco non è che fosse proprio suo, ma quel luogo aveva sempre fatto parte della sua vita e quindi…
La bambina che aveva questo bosco, aveva anche un sogno, o meglio, un’intuizione che le era apparsa nitida nella mente proprio una mattina che giocherellava tra la vegetazione amica: da grande sarebbe stata una scrittrice ed una fotografa. Punto.
Sull’argomento non v’erano dubbi. Lei aveva visto se stessa girare per il mondo, sotto un sole splendente con quaderno e macchina fotografica.
E questo è l’inizio della storia.
Quello che intercorre tra quest’inizio e la parte attuale di quella bimba divenuta ora donna possiamo tralasciarlo. In ogni vita un minimo originale, succedono sempre tante cose e non si può mica star qui ad elencarle tutte. Diciamo che i 40 anni intercorsi tra la scoperta del proprio futuro e l’oggi erano stati anni pieni di eventi, di lavoro, di pensieri, di ricerca ed esplorazione. Lei aveva vissuto tutto con molta intensità e senza risparmiarsi. Aveva amato, gioito, riso, sofferto ed era soddisfatta.
Era la donna che sperava di essere ed aveva realizzato molti dei propri sogni fanciulleschi.
Ma giunta al confine dei suoi 45 anni si era trovata ai piedi di un muro. Era ancora una volta una bella mattina assolata e lei si era voltata indietro ed aveva visto tutto il cammino fatto. Poi aveva alzato gli occhi, correndo con lo sguardo sulla superficie del muro, fino ad arrivare al bordo che si accostava al cielo. Cielo e muro la stavano osservando e lei capì cosa le stavano suggerendo: doveva scalarlo, non c’era alternativa.
La salita non fu difficile e giunta in cima, di fornte a lei, si mostrò un territorio inesplorato. Un’onda di felicità le girò veloce, mescolata al sangue, per tutto il suo corpo.
Soddisfatta si sedette, le gambe ciondoloni verso il nuovo orizzonte. Il sole ad est, gli occhi liberi di correre lontano, corpo e mente colmi del momento. Era davanti al nuovo. Non sapeva nulla di quel che sarebbe stato, di chi avrebbe incontrato, dove l’avrebbero condotta i suoi passi.
Era come trovarsi davanti ad un sipario che si riapre per dare inizio al secondo tempo di uno spettacolo teatrale. Pensò a Seneca. Aveva ragione ad affermare che la gioventù ha doni preziosi, ma la maturità ne porta con se altrettanti e, aggiunse lei, ti rende interiormente molto più libero di goderteli.
Il futuro si estendeva davanti al suo sguardo, doveva solo scendere ed iniziare ad esplorare.
Rimase ancora un po’ a bearsi del momento. Dopo tutto il cammino fatto per arrivare fin lì…
E mentre se ne stava seduta al sole, davanti a quel magnifico orizzonte, pensò alle parole chiave della sua vita:
Bosco
Sogni
Magia
Intuito
Amore
Madre
Uomo
Donna
Amicizia
Viaggio
Scrittura
Fotografia
Libri
Musica
Tutto quello che aveva vissuto era frutto d’incontri. La vita è un continuo susseguirsi d’incontri più o meno fortunati.
E tutto quello che ci si augura di vivere è legato a ciò che incontriamo lungo la strada.
Alcuni di questi incontri non li scegliamo, tutti gli altri sembrano capitarci, ma lei credeva che con varianti diverse noi li cerchiamo e selezioniamo. Gli andiamo incontro, inconsciamente ed inesorabilmente.
Per questo, se pensava agli ultimi anni appena vissuti, anni in cui la consapevolezza era cresciuta e si era acuita, poteva facilmente tracciare il disegno che l’aveva condotta su quel muro.
In fondo le parole che racchiudevano le basi della sua vita erano poche, quattordici, come il giorno della sua nascita. La quindicesima “Incontri” era il filo che legava tutte le altre.
C’era ancora un sogno che doveva portare con se oltre quel muro, l’unico che doveva ancora realizzare pienamente, ossia poter scrivere sulla carta d’identità alla voce professione: scrittrice e fotografa.
Sapeva che questo sarebbe successo.
Nuovi incontri, nuovi pensieri, nuove risorse si muovevano dentro ed intorno a lei. La nostra esistenza è legata ad altre vite ed ad un tempo che viaggia attraverso dimensioni spesso invisibili, ma incredibilmente concrete.
Tutto quello che era dietro a quel muro era stato la premessa per poter vivere quello che ora era lì e l’aspettava. Si trattava solo di scendere dal muro e viverlo.
E così aveva fatto- Era scesa ed aveva iniziato a camminare. E subito aveva incontrato un viaggio in una terra antica ed una leggenda a cui aveva creduto. Ed a quella leggenda aveva raccontato i suoi nuovi sogni, quelli di una donna, ed aveva visto delle farfalle volarle vicino e poi delle luci salutarla da lontano ed allora aveva sorriso. L’incredibile capita solo a chi ci crede, la magia dei pensieri realizza sogni, ma solo se sai guardare oltre il visibile.
Era passato pochissimo tempo da quando era scesa dal muro, eppure in pochissimo tempo erano successe già molte cose, aveva incontrato persone e libri e musiche e luoghi che l’avevano sorpresa ed emozionata.
Il nuovo era davvero iniziato.
Stranamente le 14 parole chiave erano ancora assolutamente attuali.
La 15ª “Incontri” sempre indispensabile.