Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 14 dicembre 2008

Come nasce uno sguardo



Quest’estate ero alle prese con un punto cruciale del mio nuovo romanzo e la storia fluiva tra la mia immaginazione e le dita che veloci digitavano parole sul foglio bianco del mio pc. C’era però un particolare che proprio non riuscivo a fissare, o meglio a visualizzare. Sentivo l’emozione che volevo descrivere, ma mi mancava lo sguardo che la giustificasse. Per settimane avevo cercato invano questo sguardo dentro di me e non trovandolo, arrivata al punto in cui da questi occhi dipendeva il proseguo della storia, ho vissuto il classico “blocco dello scrittore.” Scrivevo e cancellavo mai soddisfatta del risultato. Non c’era niente da fare: mancava quello sguardo forte, un pò accigliato ma colmo di un turbinio di sentimenti, tutti espressi in un un'unica occhiata.

Proprio in quei giorni marito e figlio partono per una vacanza motociclistica “On the road” da veri uomini ed io, per non rimanere a casa a preoccuparmi troppo della loro incolumità, mi regalo un fine settimana in compagnia di un’amica in terra d’Abruzzo.

Sole, macchina e stereo, niente di meglio per lasciare andare pensieri ed emozioni.
Traforo del Gran Sasso, buio e la certezza che una volta fuori il mare sarà vicino.
La galleria finisce e la luce di un luglio caldissimo mi accoglie quasi accecandomi tra distese di grano e case di mattoni color sabbia mentre dallo stereo, per uno strano scherzo del destino, iniziano a diffondersi le note della canzone che ho inserito in questo post e che, se vi va, vi consiglio di ascoltare.
Un tuffo al cuore e la folgorazione che aspettavo: vedo il suo sguardo, quello che mi mancava. Ma è un soffio visivo appena percepito, ed allora rimando indietro la musica e cerco di riacciuffarlo, di rivederlo bene per fissarlo dentro di me.
La macchina corre, la musica riempie l’aria ed io non posso fermarmi a scrivere, ma lo sguardo di questo uomo, il suo corpo, la camicia bianca con le maniche arrotolate su un paio di pantaloni chiari, tutto è li davanti a me, in mezzo al bagliore di uno splendido zenit, esattamente doveve doveva stare: vicino al mare.
Rimando ossessivamente la musica perché la scena si va componendo precisamente e l’emozione che provo è fortissima. Fisso ogni particolare, chiarisco dialoghi e silenzi e gesti e giochi d’ombra. Incredibilmente una mescolanza di sensazioni hanno composto una parte importante della storia ed io avrei voglia di fermare la macchina e scendere a ringraziare quello scorcio di terra e di sole.
Non l’ho fatto, ma so che non è stato un caso che quegli occhi mi hanno guardato proprio lì, tra quelle colline dorate. Non è un caso che all’uscita di quel lunghissimo tunnel il cd fosse arrivato puntuale a quella canzone. Nulla è così casuale, la mente è uno strumento potente ed a volte si accorda con sintonie impercettibili.
Perché raccontarvi questo piccolo episodio? Beh, perché credo che trasmettere la passione per un libro, e per la lettura in genere, possa nascere anche così, svelando come chi scrive arrivi a sentire, a vedere quello che poi fluirà tra le sue mani divenendo parola ed anche per gli altri, ci si augura, emozione.

2 commenti:

Arnicamontana ha detto...

e noi li prendiamo i tuoi segreti svelati, con piacere :-)
La canzone, mooolto appassionata, la conoscevo cantata da Los Van Van (questi non sono loro vero?). Buona giornata

M.Cristina ha detto...

Ciao Arnicamontana felice di aver incontrato i tuoi gusti.