Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

lunedì 7 aprile 2008

E' stato un attimo

Il cancello è chiuso e sei costretta a fare il giro largo. Sbuffi.
Cammini lungo le mura della tua vecchia scuola elementare. C’è il sole, è primavera ormai.
Giri l’angolo ed il muro ha delle feritoie da cui puoi osservare il giardino in cui ti sei scalmanata per tanti anni. Superi la prima senza fermarti, poi la seconda, alla terza un particolare che non sapresti spiegare ti costringe a fermarti. Metti le mani tra le piccole sbarre verdi. Una classe di bambini sta giocando allegra. Li osservi e non sai perché ma stai cercando somiglianze. Quello moro potrebbe essere Marco, e quella la, più alta Lorenza, ed io, io quale potrei essere? Ti rendi conto che stai sovrapponendo fisionomie alla ricerca di una identificazione tra quei bambini sconosciuti ed i tuoi compagni d’allora, e te. La sensazione è forte e ti sorprende.
Era un attimo fa ed il futuro era uno spazio enorme, pieno di sole e cielo nel quale qualunque idea poteva diventare realtà, possibile. La vita era un divenire a tua disposizione ed eri certa che ne avresti approfittato a piene mani. Giocavi, allora, ma la mente progettava lanciando in avanti i tuoi desideri. Ti avrebbero aspettato, ora era troppo presto. Fantasia, speranza, magia il tuo vivere era un bozzolo morbido in cui crescere forte e sana. Poi, sarebbe arrivata la vita, quella adulta e ti avrebbe trovata pronta.:giornalista, moglie, madre e viaggiatrice, questo era parte del progetto, ma dopo con calma, quando saresti diventata grande. E poi chissà, la tua mente, da sempre, una fontana zampillante d’idee.
Sei al di là del muro oggi e ti sembra così strano. Per come ti senti e per quello che ancora sogni dal tuo tempo futuro potresti benissimo essere ancora dall’altra parte, dentro a quel giardino, a scalmanarti
Per un istante ti sembra inverosimile essere già così grande. Non te ne sei accorta. Ma siamo certi?
Ti guardi le mani, la fede non c'è ma sai di portarla dentro, scruti il tuo abbigliamento, jeans e Superga, no, forse quello potrebbe ancora andare. Ma sei al di là del muro e su questo non c’è dubbio.
Trentacinque anni… ma quando sono passati? Eppure sono lunghi e sono tanti, forse dovresti essertene accorta. Cerchi di focalizzare le tappe importanti, qualcosa dovrai pur aver fatto in tutto questo tempo, in qualcosa dovrai pure averlo impegnato. E si, qualcosa hai fatto, abbastanza diresti ma quella bambina vogliosa di vita e di sogni gironzola ancora, non ha placato la sua vivacità. La vedi correre come al solito, sveglia, insofferente ad ogni pigrizia. Ma siamo proprio certi che sono passati tutti sti anni?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

come al solito mi incanti...ed ero anch'io dentro il giardino...ma non sono mai stata scalmanata. Sempre determinata, questo si; sapevo che avrei danzato. Ti giuro che lo sapevo! E mi sentivo così forte, così unica...poi crescendo e rivedendomi nel giardino, mi guardo con tenerezza. Piccola piccola. Credo siano passati gli anni...e sono arrivata qui, sulle tue parole.
paola dancer

M.Cristina ha detto...

E poi ho continuato a scalmanarmi ed anche danzare nel giardino dell'Accademia dove come ballerina non mi sentivo tanto forte ma come futura scrittrice si, ho sempre saputo e sentito che quella, solo quella era la mia vera casa. Ed ora,anche attraverso le vostre parole capisco che quella bambina aveva ragione. Scrivere, scrivere ed ancora scrivere, che grande passione!!! Ma anche ballare è una dimensione che non ho abbandonato. Continuo a ballare e scrivere. Così è.
Un abbraccio.

Paolo ha detto...

Le emozioni ed i sogni più importanti di quel tempo sono indelebili, il nostro vestito mentre percorriamo le strade della vita.
Si, gli anni passano e sono passati comunque.
Baci

M.Cristina ha detto...

Che cosa vorresti insinuare? mi trovi invecchiata? Non ti azzardare, una bimba, sono una bimba e basta.
p.s. che bella la frase:" Il nostro vestito mentre percorriamo le strade della vita".
Paolino sei una dolce poeta.