Ritrovarsi adulte intorno ad un tavolo: caffè, te, piccoli dolci di mandorla colorati, golosi.
Gli altri, i cugini maschi a chiaccherare di là con i nostri compagni, sentiamo le loro voci, scrosci di risa ma non siamo interessate, abbiamo voglia di stare tra noi.
Quattro cugine dicevo, quattro età diverse, quattro vite, le nostre, che le altre conosco senza conoscere.
Ognuna parla di se, racconta tratti di strada, svela motivazioni e sentimenti che ignoravamo e tutte ascoltiamo e partecipiamo ad ogni singola ricostruzione, iniziando a capire passaggi. È la vita dell’altra è vero ma in fondo è in parte anche la nostra, ci appartiene e non lo sapevamo, eppure proprio quel giorno, si quello di cui ci sta raccontando, ora improvvisamente lo rammentiamo; c’eravamo! Per uno strambo gioco del destino eravamo presenti e non immaginavamo che per lei quella fu una giornata speciale.
Ci guardiamo, si osserviamo, scopriamo affinità emotive, gestualità familiari, ricordi spezzettati che si ricompongono nella memoria.
L’albero continua a spargere la propria luce.
Caratteri forti i nostri, personalità complesse e tuttavia la voglia ferma di aprirsi senza censure raccontandosi sconfitte e fatiche, conquiste e rinascite. Ed in me quella sensazione che cresce e si amplifica, di parola in parola; stiamo riannodando i lacci.
I sogni ed i desideri ci avevano disperse, dovevamo inseguirli, non avevamo tempo e nessuno o pochi di essi andavano nella stessa direzione ma ora, ora che molto è stato raggiunto e qualcosa è volato via per sempre, noi ci ritroviamo qui, intorno ad un tavolo a ricompattare le fila.
Avevamo voglia di ritrovarci, forse bisogno. Non più bambine, non più ragazze, non più obbligate ad una frequentazione familiare da donne ci stiamo scoprendo e scegliendo.
Tessiamo.
Le guardo, mi guardo tra loro.
Intorno a noi mi sembrano danzare tutte le nostre ave .
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