Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 31 maggio 2009

Il cammino della libertà

Ci sono cose che non ti spieghi, se guardi indietro, molto indietro, ti ritrovi uguale e ti sorprendi di come questo sia possibile. Indole? Bha, ti dici, forse…
Un giorno poi, mentre in riva al mare ti crogioli in un piacevole dormiveglia, un sapore emerso da chissà dove ti invita ad inseguirlo… indietro, indietro, ancora più indietro, sembra dirti, e la mente segue la sua volontà e quel sapore si trasforma in un’immagine di cioccolata, cioccolata scura, e poi in un luogo, e poi in te bimbetta di sette, otto anni, che cammini felice lungo una strada nel caldo tepore di una splenda mattina estiva..
Segui quella scena ed allarghi il campo. Più su, sulle pendici della collina c’è la tua casa delle vacanze e li tra le mura di quella abitazione delle favole hai appena salutato tua madre.
Stai passeggiando allegra tra la ghiaia delle strade di campagna e l’odore forte della natura estiva. Il sole già alto ti fa compagnia ed una fantastica giornata si apre alla tua infinita fantasia. Mentre raggiungi la casa dei tuoi cugini progetti giochi e nuove avventure: sei serena ed allegra, una bambina felice ed amata e sei libera.
Quel particolare nel dormiveglia cattura la tua attenzione e ti soffermi su quell’immagine, su quella precisa sensazione: l’estate, la natura, e la libertà di esplorare il mondo che ti circondava; non è un particolare insignificante. Eri sola in quel percorso, certo la strada non era molta e lungo la via incontravi sempre qualcuno che conoscevi, ma la cosa più importante era che qualcuno aveva deciso di fidarsi di te e, indicatati la via ed i possibili pericoli, ti aveva lasciata libera di conoscere quella piccola porzione di mondo che poi, più avanti,crescendo, sarebbe diventata l’universo del tuo esistere.
E’ questo che ha fatto la differenza? Quella fiducia, la possibilità di un sociale che proteggeva e permetteva il lusso di vivere senza eccessive paure, o l’intelligenza disinteressata di un grande, grandissimo amore?
Certo, di tutto un po’, ma la base determinate è stato quell’amore vero e saggio che ha il viso di tua madre e la dolcezza delle sue parole, dei suoi insegnamenti, che non sai perché proprio oggi tornano, forti, ad imprimersi dentro di te facendoti volare in alto, svelandoti precisamente ciò che ormai senti tuo e forse per questo arriva quando puoi comprenderlo.
L’amore, il vero amore è libertà, e la gioia di concedere all’altro di vivere seguendo la propria indole, le proprie curiosità, le intime mete. E tu l’hai fatto tuo, forse senza neanche accorgertene e su quel principio fondamentale hai basato la tua vita, le scelte che sono venute dopo, la ribellione contro chi quel diritto provava a negartelo, alla sensatezza di saper scegliere accanto a te solo coloro che si dimostravano e si dimostrano capaci di altrettanto amore ed intelligenza.
E delle lacrime scendo scavalcano le ciglia e poi scivolano giù, mentre pensi a quanto quel suo volerti libera si sia inciso dentro di te e ti abbia concesso di essere la donna che sei. Quella bambina che camminava lungo la sua strada aveva ricevuto un dono grande che allora non era in grado di comprendere pienamente, ma di cui si nutriva, perché gli permetteva di misurarsi con se stessa, di crescere forte ed indipendente. Era questo che lei ti ripeteva sempre, era questo che sperava per te. E la donna di oggi, consapevole, rivolge i suoi pensieri a quel viso, a quel grande, infinito amore e ringrazia, ringrazia ed ancora ringrazia, felice e riconoscente.

Sei mai ci fossero dubbi su quanto un genitore sappia insegnare donando fiducia e libertà…con buon senso ovviamente.

venerdì 22 maggio 2009

I contrasti del cuore

E’ mattina presto ed il dovere ti chiama, ma è finalmente primavera ed il sole è allegro e l’aria profuma di essenze fiorite, tanto fiorite che avresti voglia di voltare le spalle e, con una scrollata di spalle, decidere di stravolgere il programma già scritto della giornata.
Non puoi farlo e questa verità ti punge di malinconia, ma qualcosa in te si ribella lo stesso e istintivamente salti su un alto cordolo. Cammini così, in un precario equilibrio, con la testa che sfiora gli alberi, percorrendo la strada dall’alto.
Respiri forte l’odore dell’erba e ti ritrovi in un attimo bambina e sei felice, felice di sentirla ancora così vivace dentro di te. E non potrebbe essere diversamente, è il suo il carattere che muove il tuo cuore. Le sorridi ringraziandola per l’energia che infonde ai tuoi giorni, soffermandoti a pensare quale sia il punto esatto in cui, quella bambina e la donna che sei, s’incontrino, ora dopo ora, per mescolarsi alla perfezione.
Arrivi in ufficio ancora immersa in placidi pensieri ed è proprio in questi precisi istanti, quando sei distratta da altre emozioni, che la vita bussa alla tua spalla e ti sfida a giocare a qualcosa di nuovo con lei.
Apri la posta del pc ed un nome cattura subito la tua attenzione. Un piccolo clic sulla bustina e, dopo un virtuale minuto di riflessione, lo schermo svela un’ondata di emozioni che rischia di travolgerti. Avvicini la sedia e reputi sensato sederti. Riparti d’accapo, una parola dopo l’altra, una frase dopo l’altra e la chiara dimostrazione che ormai per il mondo sei una donna. Quasi senza accorgertene fai scivolare gli occhi sul tuo corpo e non puoi che assentire con la realtà.
Quanto avevi faticato per trascinare lontano quelle emozioni? Non abbastanza lontano ti dici, se è basta una sola ondata. La mente si confonde tra passato e presente, tra particolari volutamente dimenticati ed immagini nuove che quella lettera proietta sullo schermo della tua immaginazione.
Perché? Perché? perché…le parole sono così perfette da far danzare il tuo cuore?
Come è possibile che improvvisamente la vita abbia deciso d’ingarbugliare tutto scombinando il tuo presente? Si muoveva altro dentro di te, un altro volto, altre emozioni ed eri felice di quanto inaspettatamente il destino ti avesse regalato. Ti senti sopraffatta dal troppo, quasi inadeguata, ma deve essere solo una tua errata valutazione se pensieri di anime diverse ti raccontano altro di te. Ed ora cosa dovresti fare? I sensi confusi, i sentimenti confusi e volti che si sovrappongono infierendo sul tuo cuore stordito.
Istintivamente vorresti chiude tutto e tornare all’intrigante allegria della tua vita, ma una frase ti strattona verso di lei e tu cerchi di distogliere lo sguardo. Già, distogliere lo sguardo… è un comportamento che ti riesce assai bene, ma è proprio a quel piccolo particolare che le parole scritte ti stanno inchiodando. “ Non avrei potuto vederti distogliere ancora una volta lo sguardo…” E tu colpita, trafitta fai istintivamente scivolare gli occhi verso il cielo. Ma lì, tra i tetti e l’azzurro che circonda il sole, senti l’emozione di qualcosa che hai solo iniziato ad esplorare. E per naturale inclinazione è vivere il presente la vera tentazione…

lunedì 18 maggio 2009

Perchè non credere che sia possibile?

Ci sono momenti in cui il dialogo interiore diviene profondo ed i pensieri si rivolgono a persone importanti. Con occhi lucidi s’immagina di sentire parole e vedere sguardi che accarezzano l’anima, desiderosi di trasmettere amore e rassicurazioni.
Scetticamente si è tentati di credere che siano soltanto i nostri bisogni a consegnarci l’illusione di quelle frasi, una semplice proiezione del nostro cuore e nulla più. Ma poi accadono piccole cose, sottili messaggi della vita, che ci portano a sperare e sognare. Ed allora, tutto ciò che avevamo suggerito a noi stessi diviene, più o meno, realistico.
Questo post è dedicato a questi pensieri, alla persona con cui intimamente ho dialogato ed ad un signore che, con un’eleganza d’altri tempi, mi ha lasciato un piccolo saluto operistico a cui, per mille motivi che lui non poteva conoscere, sono legata.
Ed infine, è dedicato a tutti gli scettici che vivono nella limitatezza della tangibilità delle cose e non liberano mai la propria mente verso dimensioni meno note.

Riporto il testo ed il video dell’Opera ed incredula ma felice ringrazio.

Quando men vo soletta per la via,
La gente sosta e mira,
E la bellezza mia- ricerca in me
Tutta di capo a pie’.
Ed assaporo allor la bramosia
Sottil, che dai vogliosi occhi traspira
E dai vezzi palesi intender sa
Alle occulte beltà.
Così l´effluvio del desìo m´aggira
E delirar me fa.
E tu che sai, che memori e ti struggi
Com´io d´amor, da me tanto rifuggi?
So ben: le angosce tue non le vuoi dir,
Ma ti senti morir.






sabato 16 maggio 2009

Il cambiamento nel vento

C’è aria di tempesta in questo pomeriggio fatto di parole.
Un vento forte soffia sulla città e qualcosa si alza in volo sopra di me.
Mi fermo a guardare il cielo pennellato di nubi scure e lascio che le folate accarezzino i miei capelli, mentre lui con tono fermo mi parla.
So già cosa vuole dirmi, conosco il significato della sua danza intorno a me.

Una piccola donna alla quale una grande saggio preannuncia importanti novità.
“ Sei in sintonia con il mondo” mi ripete spesso un mio amico, ma non è così, sento ciò che tutti potrebbero percepire se solo fossero più attenti.
Ma non possono, la frenesia ha risucchiato molti dei loro istinti e passano attraverso la bellezza del vento indifferenti.
Oppure hanno ragione: questo turbinio non è per loro, è per me.
Nel frastuono isterico dei clacson solo un forte desiderio permette al cuore di udire ciò che non ha voce.
Ed io ho lasciato che il mio mi guidasse.
Per questo lo sento nell’aria, capisco il suo linguaggio che fa ripiegare le cime degli alberi in un dolce cenno di assenso.
Il vento precede ciò che attendo da tempo, è un messaggero, ed io accogolgo con un sorriso ciò che porta con se.

mercoledì 13 maggio 2009

La complessità delle rose

" A volte non poteva neanche vedere le rose. Non credeva di poter sopportare ancora a lungo la loro bellezza, la vista dei fiori variopinti e vellutati, l'alterigia con la quale si protendevano verso il sole, come se i suoi raggi caldi fossero destinati soltanto a loro e a nessun altro. le rose potevano essere più sensitive delle proverbiali mimose; un giorno il clima era troppo umido per loro, un altro era troppo freddo, troppo ventoso o troppo caldo. Spesso chinavano il capo senza una ragione precisa, come se si preparasseroa morire, e per impedirlo ci volevano fatica, forza e nervi saldi. Altre volte, d'altronde, in modo altrettanto inspiegabile, mostravano una tenacia inattesa, resistendo al maltempo ed a trattamenti non appropriati, fiorivano, profumavano e prosperavano. Non rendevano di certo la vita facile a chiunque avesse a che fare con loro."

Tratto da " La donna delle rose" di Charlotte Link

E già, le rose...quante similitudini con l'anima complessa di alcune persone...

mercoledì 6 maggio 2009

Noi e l'amore

Noi e l’amore. C’è un altro argomento di cui potrei dire di avere sentito tanto parlare? Direi di no.
L’amore riempie la mia vita da molteplici punti di vista e non soltanto personali. Lo incontro ovunque ed a volte ne sono soprafatta. Ogni forma d’arte l’ha rappresentato, schiere di categorie professionali non cessano di analizzarlo, e gli esseri umani “tutti” non smettono di provarlo, cercarlo e soprattutto temerlo.
Ed è proprio nella contraddizione di questa ricerca voluta e temuta che vorrei soffermarmi.
Ognuno di noi dichiara un’esplicita volontà d’innamorarsi, di voler provare e condividere questa ineguagliabile condizione emotiva e sentimentale,eppure quante resistenze nell’abbandonarsi veramente a questa agognata dimensione?
Paradossalmente, infatti, molti affermano di volersi innamorare e poi quasi istantaneamente, e non so quanto inconsciamente, mettono in atto tutte le difese possibili affinché questo stato dell’anima e del corpo non li travolga con la incondizionata follia che lo contraddistingue.
Ho paura!- Non vorrei soffrire…- Non vorrei rimanere deluso o ferito.
Queste soltanto alcune dell’espressioni che frequentemente sarà capitato a tutti noi di ascoltare.
Ma allora – mi dico – forse tutta questa voglia d’innamorarsi non c’è? O meglio, tutti vorremo vivere, provare e sentire amore senza correre dei rischi, evitando di esporci ad un possibile dolore. Come bambini, ingenuamente ci illudiamo di poter provare il piacere di questa esperienza nella speranza che non c’infligga sofferenza.
Ma un bambino è privo di quel percorso psicologico che nello scorre del tempo dovrebbe condurre gli adulti alla conoscenza che ogni dimensione o stato della vita ha in se, sempre, una dualità che accompagna il concetto stesso dell’esistenza: luce ed ombra, bello e brutto, felicità e disperazione, vita e morte.
Quindi è abbastanza illogico, come l’amore del resto, dichiarare a gran voce di voler amare e non accettare come elementare conseguenza anche i possibili dolori. Sarebbe come voler vivere certi di non dover morire: irreale, eppure…
Eppure questa è la dimensione di partenza da cui normalmente si annuncia la propria disponibilità all’amore.
“ In amore costruzione e distruzione avvengono insieme, esaltazione e desolazione camminano affiancate, realizzazione di se e perdita di se hanno intimi confini….L’amore non è una ricerca di se, ma dell’altro che sia in grado naturalmente a nostro rischio, di spezzare la nostra autonomia, di alterare la nostra identità, squilibrandola nelle sue difese. L’altro, infatti, se non passa vicino a me come noi passiamo vicino ai muri, mi altera. E senza questa alterazione che mi spezza, mi incrina, mi espone, come posso essere attraversato dall’altro, che poi è il solo che può consentirmi di essere, oltre che me stesso, altro da me? L’amore non è ricerca della propria segreta soggettività, che non si riesce a reperire nel vivere sociale. Amore è proprio l’espropriazione della propria soggettività, è l’essere trascinato del soggetto oltre la sua identità, è il suo concedersi a questo trascinamento, perché solo l’altro può liberarci dal peso di una soggettività che non sa che fare di se stessa.”
Questo quanto dichiara Umberto Galimebrti in un suo libro intitolato “ Le cose dell’amore” e tutto questo è esattamente tutto ciò che generalmente noi esseri umani bramiamo e sfuggiamo, convincendoci di poter provare sentimenti e vertigini tanto eccitanti ed irrinunciabili senza essere disposti a metterci veramente in gioco, pronti a cadere per poi saperci rialzare e riprendere a volare.
La vita è di per se un continuo rischio e tuttavia, come è ovvio che sia, accettiamo questo concetto come inevitabile condizione pur di poterla vivere. Ed allora perché, con altrettanta saggezza, non siamo capaci di concedere lo stesso slancio alla dimensione amorosa che della vita è una delle massime espressioni.
Seneca sosteneva: “ Una vita inesplorata è una vita non vissuta.” E quindi mi viene spontaneo chiedervi: Come è possibile voler intenzionalmente sfuggire alla più intensa ed emozionate esplorazione di se e dell’altro? Se non l’amore, cosa ha senso concedersi come lusso e privilegio in una esistenza degna di questo nome?”