Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 21 settembre 2008

Che donna sarà

Adoro passeggiare con mio figlio, con lui la risata è assicurata ed inoltre, lo devo ammettere, è talmente bello che provo un esagerato orgoglio di mamma a camminare al suo fianco. Lui lo sa ed ogni tanto, mentre camminiamo, abbracciandomi mi fa l’occhietto e mi dice: “ Te piace spiaggià ehhh…..!!!!” e poi se la ride di gusto ed io lo sbaciucchio e gongolo e poi rido perché è buffo e tenero e lo sono anch’io. Ma non è tutto qui, ci sono altri motivi che rendono divertente gironzolare con lui: entrare, per esempio, nel suo mondo di giovane adolescente, un mondo fatto di mille sfumature che altrimenti non coglierei. Ed allora, ce ne andiamo di qua e di là con lui che mi trascina via dai negozi femminili per spingermi nel caos totale dei suoi, dove, altre schiere di adolescenti variopinti mi spintonano e, con mio enorme orrore, si rivolgano a me chiamandomi SIGNORA!!!. Sono momenti difficili per una madre, quelli che si trascorrono in questi negozi di giovanile tendenza. Tutto, infatti, mi urla in faccia che, per quanto non smetta di raccontarmi balle, di giovanissima per quanto mi riguarda, è rimasta solo l’idea che non mollo di me. Ma io tengo botta e seguo i flussi dalle frange impossibili, grugnendo ai continui “ Scusi signora, mi dica signora” e sbirciando, un po’ qua ed un po’ la, i comportamenti e le frasi su cui poi rifletterò. Ad un certo punto però, lungo lo struscio della “sempre verde” Via del Corso, mi trascina in un negozio della Walt Disney ( che in realtà credevo per lui storia passata) alla ricerca di una penna con teschio molto trendy ( pare). Nell’attesa che passi al vaglio altri improbabili oggetti , io come al solito mi guardo in giro. Non amo questo luogo, va detto, lo trovo esageratamente consumistico, ma comprendo che per gli occhi dei bambini sia un posto da mille ed una favola e, osservando i loro volti estasiati, mi intenerisco e sorrido materna. Tuttavia sabato qualcosa di folle mi è passato davanti, esasperando il mio iniziale preconcetto: piccole bambine dai capelli biondi, vestite da bambole, con borsette e collanine che al seguito di mamme “Barbi” si aggiravano smorfiose tra gli scaffali. Le ho guardate cogliendo, volutamente, frammenti di frasi e mi sono raggelata: non capivo chi tra madri e figlie fosse più affascinata da quello shopping compulsivo. Nel frattempo, mio figlio aveva trovato la penna con il teschio e mostrandomela soddisfatto faceva dondolare davanti ai miei occhi il prezzo: 4 euro!!!! Cifra assolutamente incongrua all’ambito oggetto. Lui sprovvisto ( come al solito) dei suoi soldi chiedeva il mio supporto economico. Abbiamo iniziato a trattare. “ Se compri questa rinunci a quello “e via di seguito, su questo sfiancante insegnamento economico. Alla fine, quasi giunti davanti alla cassa, ho trovato la chiave di volta che l’ha fatto riflettere su migliori finalità di spesa e la penna, con grossa soddisfazione mia e grande senso di responsabilità sua, è tornata sullo scaffale. Ma il tour non era ancora finito, obbiettivo: negozio d’abbigliamento che, stranamente, ci trova solidali. Entriamo. Mi strattona nel piano che lo riguarda, che ormai è quello maschile, dove inizia una nuova sfibrante ricerca. Discutiamo su tutto: colori, taglie e numero dei capi indispensabili ed io, mentre finalmente cede su un cambio taglia , osservo passare una madre islamica, completamente velata di nero, carica di abitini da bimba. Improvvisamente, da dietro uno stand sbuca la presunta figlia. La bimbetta avrà una decina d’anni, porta sul capo un piccolo velo nero che le lascia scoperto il viso, ma per il resto è vestita all’occidentale. Tra le mani una scarpa blù metallico con laccetto alla bebè che mostra felice alla madre, completamente velata, accostando felice la piccola scarpa ad una gonna che pende tra gli abiti già scelti: la nuance è perfetta e lei giustamente orgogliosa dalla perfetta abbinabilità. La scena, neanche a dirlo, mi colpisce.
Guardo la bimba impegnatissima nella scelta dei suoi vestitini, attenta alle sfumature dei colori e mi chiedo quanti anni ancora abbia a disposizione per potersi sbizzarrire così, o meglio per scegliere ed indossare vestiti che chiunque potrà vedere. Forse, mi dico, la sua estrema attenzione, quasi anomala per l’età, è dovuta proprio a questa consapevolezza. Forse, è per questo che la madre gli concede quella moltitudine di colori e di oggetti. Entrambe sanno che presto la vista dell’abbigliamento, senza il pubblico vestito nero, sarà concesso unicamente agli uomini della famiglia e tra le mura di un’abitazione. Metto in fila i due episodi a cui, a distanza di pochi metri, ho assistito negli estremi del nostro vivere globale: mini lolite accompagnate da mamme Barbi e piccola donna con madre completamente velata. Sarei curiosa di conoscere i loro pensieri, quelli delle donne e soprattutto quelli delle figlie e confrontarli. Mi piacerebbe tanto capire come vedono le loro madri, così diverse ma così ugualmente costrette in un ruolo sociale che altri, per motivi diversi, hanno scelto per loro e che loro, nella diversità del contesto che le riguarda, hanno accettato. Ci sono mille domande che mi spingerebbero ad invitarle per un te, ma mio figlio arriva con la nuova felpa total black taglia L ed anche io, madre di un figlio maschio adolescente, lo guardo dubbiosa chiedendomi che penserà di me.
Lo sbaciucchio sperando nella sua amorosa clemenza.



8 commenti:

Anonimo ha detto...

In quante teste si vorrebbe entrare e sbirciare, frugare, scoprire...io, per lavoro, ho a che fare con tante bimbe e bimbine e spessissimo mi ritrovo a pensare che ho davanti agli occhi delle donnine, poi parlo con le relative madri e scopro delle bimbe col rossetto. A volte sono confusa.

Ti abbraccio

paola lady dancer

M.Cristina ha detto...

Paola: Credo anche le bimbe. La confusione mi sembra generale, la bussuola ha perso il suo nord e di conseguenza...
baci

Clelia ha detto...

Conosco tante ragazze che provengono da luoghi dove il burka e velo sono obbligatori. A londra si vestono comunque all'occidentale, però non indossando mai mini o abiti sgargianti.La mia amica tharima mi ha spiegato che per loro è normale vestirsi così, sono state educate e socializzate alla vita per vestirsi in questo modo. Nessuno formalmente lo impone, viene naturale per loro. le bimbe occidentali seguono i modelli della nostra società che è tutta diversa. la bimbetta incontrata fa parte sia del mondo del burka che di quello delle minigonne. Per lei effetivamente non sarà così naturale portare il velo!

Bellissimo il tuo tenero racconto di mamma alle prese con la penna e teschio. Brava, bisogna far capire ai figli il valore dei soldi!

un bacione

Clelia a Londra

Mat ha detto...

si capisce che avete un'ottimo rapporto e che il "pargolo" viene su bene!
complimenti mc, non è cosa di tutti i giorni!
:)

M.Cristina ha detto...

Ciao Clelia,
come va in quel di Londra? Ti stai accomodando tra lo scorrere del Tamigi e il grigiore delle nuvole?
Sono molto contenta di ricevere i tuoi commenti dall'altra parte della Manica, mi fa sentire in viaggio. Rispetto a ciò che dici sono d'accordo, credo che ognuno si adegui ai modelli che conosce, ma in me c'è sempre un pizzico di curiosità emaptica che mi spinge a credere che nell'intimità dei nostri sentimenti c'è molto di più di quello che abbiamo dato per acquisito. Ed è lì che mi piacerebbe dialogare, su quello spazio libero.

ciao mat il pargolo viene su, su questo non c'è dubbio, ormai mi sovrasta di una decina abbondante di centimetri, più massa informe di capelli. Il nostro rapporto cresce e si evolve insieme alla nostra età. D'altronde è la prima volta che mi trovo madre di un adolescente e sto imparando. Però ci si diverte, tra uno strillo e l'altro, direi che ci divertiamo molto.

Clelia e Mat grazie dei vostri complimenti sul mio ruolo di mamma, mi confortano.
Baci baci

Anonimo ha detto...

commento al tuo commento...."mi fa sentire in viaggio"....
!!!!!!
W Maria Crì la Signora delle pagine blu!!!!

paola blu dancer

marina ha detto...

che occhio attento hai, e quante cose costruisci su un piccolo particolare
bravò!
marina

M.Cristina ha detto...

Paola sei gentile e a me piace la tua energia. Chissà quanta ne arriva alle tue allieve...donne fortunate.

Marin: una libreria (mi rifersico alla foto che ti rappresenta)colma di mille testi che apprezza i miei piccoli scritti mi fa saltellare il cuore.

Un abbraccio a due donne che donano parole e sentimenti.