Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 25 novembre 2007

Bagnandomi sotto la pioggia

Domenica mattina, cielo grigio tendente al plumbeo e voglia di una bella passeggiata.
Nessuno della famiglia mi segue ed io esco con il compito di acquistare prima alcune cose al supermercato.
Caffé al solito bar e poi via. Parcheggio fuori, anche la mia macchina ha voglia di aria.
Fila interminabile alla cassa e sono pronta per il mio diletto.
Esco allegra ma le nuvole hanno deciso di pulire un po’ la città e l’ombrello l’ho lasciato in macchina ma non importa, guadagno l’uscita; l’acqua renderà ingestibili i miei capelli lo so, ma per una volta il suo tintinnare su di me mi sembra una benedizione.
Salgo in macchina e non demordo, oggi si passeggia.
Scelgo il grande spazio del Circo Massimo.
Una volta arrivata apro l’ombrello argentato con le stelline ed inizio a camminare.
Squilla il telefonino.
“Mamma dove sei?”
“ Sto passeggiando?”
“Sotto l’acqua?”
“Si”
Mi sembra interdetto ma non insiste. Che sia lui il vero genitore?
Ma perché non si può decidere di passeggiare sotto la pioggia?
Forse non è una cosa di buon senso?
Guardo le mie scarpe e l’orlo dei miei jeans; sono già bagnati e l’idea mi piace.
Mi sento una ragazzina che sta trasgredendo. A che cosa? Alla ragionevolezza degli adulti.
Che noia!
Riprendo il cammino.
La luce è fantastica nonostante le nuvole.
Mi guardo intorno. Pochi passanti, diversi gabbiani, qualche piccione ed alcune cornacchie, la compagnia mi sembra ottima e mi fermo ad osservarli.
Spizzicano il terreno e zompettano tranquilli, indifferenti alla pioggia e alla mia presenza.
Un gabbiano si alza in volo ed io seguo la fluidità delle sue evoluzioni ammirata ed invidiosa.
Ma anche io oggi ho voglia di giocare.
Davanti a me una grande pozza e la pioggia che tintinna formando piccoli e grandi cerchi.
Quanto tempo è che non osservo una pozzanghera? C’infilo i piedi provando una soddisfazione indicibile.
Alzo lo sguardo, due innamorati si sbaciucchiano ignari del mondo sotto un alto cipresso e la scena sembra lo scatto perfetto per una cartolina romana. Li supero e mi compiaccio che la natura abbia scelto il giallo delle foglie per questo autunno di un grigio metropolitano.
Ruoto veloce l’ombrello ed una girandola di gocce schizza intorno a me.
Sto regredendo.
Divertita struscio i piedi sulla ghiaia e lo scricchiolio mi ricorda suoni lontani.
Ho voglia di bagnarmi è inutile nascondermelo.
Allora allungo i passi di lato come se stessi pattinando e poi faccio una giravolta e poi ancora un'altra, salto e salto ancora.
Sono soddisfatta come una bambina del rumore delle mie acrobazie sul brecciolino e soprattutto dell’inzaccheramento del fango sulle mie scarpe da ginnastica.
Per un attimo penso ai chi, passando nel chiuso asciutto della propria macchina, crederà che sono matta, ma poi rido, chi è intelligente vedrà soltanto una persona libera di sentirsi felice.

2 commenti:

polle ha detto...

Sei unica!

M.Cristina ha detto...

Dici? Eppure tutto quello che sono mi sembra così normale, naturale...
comunque grazie è bellissimo sentirselo dire.
Un Bacio