Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

lunedì 14 febbraio 2011

Rispedite al mittente


Una manifestazione di piazza. Un urlo di ribellione. Un’infinita lista di motivazioni con cui le donne hanno raccontato il loro disagio, le loro difficoltà, la loro volontà.
Le donne che hanno partecipato alle varie manifestazioni di ieri sono una parte della nostra società, una parte dell’elettorato, una forza produttiva. Influiscono sull’economia, sono spesso il perno delle nostre famiglie. Ma soprattutto sono donne capaci di pensare, valutare e decidere. Autonomamente!
Ed invece, ancora una volta, i rappresentanti dell’attuale governo ed i vari lacchè al seguito, non hanno saputo far altro che sminuire e negare questa ovvietà.
Comprendo assai bene che questi giochetti psicologici sono finalizzati alla comunicazione. Al voler ridurre la potenza mediatica di quelle piazze piene. Ma è anche il solito modo becero e denigratorio di non voler conferire attenzione, rispetto e dignità ad una parte significativa del popolo.
Per i rappresentati di questo governo chi non è d’accordo con loro o è strumentalizzato o è numericamente ininfluente. Quindi non autorevole, non degno è di essere ascoltato, in un'unica parola è scemo.
Male! Molto male!
Io sono stufa anche di questi espedienti meschini.
Io sono una persona, un essere pensante e sono in grado, perfettamente in grado, di vedere, analizzare, valutare e decidere cosa ritengo giusto ed opportuno per la mia vita. Il mio pensiero potrebbe non essere condiviso e questo è normale, ma oltre a questa banalità non concedo. Di più non permetto!
Non permetto a nessuno di negare la mia intelligenza, la mia capacità critica, la mia volontà. Non sono strumentalizzata, non sono annoiata, io sono incazzata!
E lo sono proprio nei confronti di una classe politica che ostinatamente, volutamente cerca di chiudermi in un angolo d’impotenza, cercando di togliere significato ai miei pensieri, ai miei sentimenti, alle mie difficoltà o, ancor peggio, ai miei legittimi diritti. Io non sopporto più che una manciata di personaggi dubbi decida del mio futuro, del futuro di mio figlio e della mia nazione.
Il diniego e la denigrazione sono le armi dei deboli, delle personalità che non hanno il coraggio di valutare e rispondere. Sminuire e negare è una mancanza di rispetto, un’ulteriore mancanza di rispetto. Di più, un’insopportabile, e trovo violenta, propensione a negare il valore dell’altro. E se un governo arriva a questo nei confronti di una parte del suo popolo, non è un governo da cui voglio essere rappresentata. Sarà più netta: non è degno di rappresentarmi.
Inoltre non accetto di essere aggettivata da personaggi strumentalizzati dalla loro sete di potere, o dalla loro assoluta devozione al dio denaro. Non concedo a chi ha paura di perdere i suoi privilegi di casta, di lussi e d’impunità di dire a me che sono strumentalizzata. Chi ha paura non è libero, qualunque sia la paura che l’attanaglia.
E se un uomo ha paura di perdere potere e soldi è un uomo strumentalizzato oltre che dalle sue paure, anche da chi quelle paure può usarle per togliergli ciò che brama così spasmodicamente.
Per questo motivo credo che i salottieri strumentalizzati siano proprio loro, loro che per difendersi da un profondo senso d’inadeguatezza accusano me dei loro vizi, dei loro limiti.
In psicologia questa modalità comportamentale si definisce “proiezione del se”; proietto su di te ciò che in realtà sono io a provare.
E’ l’abc delle nozioni di psicologia e quindi,conoscendo il trucco, rifiuto i termini e rispedisco al mittente.

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