Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

mercoledì 9 settembre 2009

" A carte scoperte

Il mio amico Polle ha pubblicato un post sul suo blog Walk the Plank intitolato " A carte scoperte".
Come spesso accade quando lo leggo, mi è venuta voglia di confrontarmi sullo stesso argomento.
Io e Polle non siamo nuovi a questo tipo di confronto letterario e spesso oltre che un divertimento diviene anche un ottimo esercizio.
Di seguito trovere quindi, il suo post e poi il mio. Un uomo, una donna ed il loro personale modi riflettere sulla strada già fatta e su quella che ancora si apre inesplorata davanti a noi.



" A carte scoperte" di Paul Ncholas Farrell

Le vie, le strade, le direzioni. A volte giuste, spesso sbagliate! Resta l'acre senso di aver perso altro tempo, altri chilometri spesi nel senso errato, condividendo luci, colori e viste che sembravano indicare la porta di casa. Cerco di capire quanto mai sono riuscito a cogliere. Coglione quanto so di essere, meno di quanto in realtà io non sia, perdo tempo, impagabile e non patteggiabile. Riparto da zero nella ricerca di quel vago senso di velato appagamento che solo a volte ho creduto di poter fare mio, riuscendovi di rado.Resto me stesso e con me stesso rimango. Unica vera fondata certezza di un’esistenza forse sbagliata ma unicamente mia, mia e basta.Rimetto piede sul legno e riprendo a solcare il mare


" A carte scoperte" di M'Cristina Valeri

a fatica di percorrere una strada sconosciuta che la nascita mi ha posto davanti. Nessuna certezza su quale sia la direzione giusta per me. Dagli altri solo indicazioni generali, a volte confuse e che comunque troppo spesso scopro non adatte. Ed allora tra le mani solo me stessa, unico riferimento certo di questa imperscrutabile vita. E qui che il cammino si fa doppio e doppie le strade da seguire: dentro -fuori, sopra e sotto. Affondare per riemergere, volare per potermi rituffare. E’ questa è la sfida ed indomita è la voglia di procedere. Sì procedere, anche quando il cuore fa male ed i sentieri si fanno impervi. Anche quando un bivio impone scelte che fanno tremare. Non sempre è facile proseguire ed a volte ho paura. Ma non posso far altro che continuare ad avanzare. Qualcosa spinge da dentro, qualcos’altro tira da fuori ed io riprendo il cammino. I piaceri si fanno impalpabili eppure irrinunciabili.
Sono io è la mia strada e non mi sembra poco.

3 commenti:

Giampaolo ha detto...

Belli tutti e due;
quello di Polle però mi parla di strada verso casa. Un viaggio verso casa è sempre un ritorno. Cri parla di viaggio lasciando la casa (senza nominarla). Ma un viaggio presuppone una partenza? qualcosa che si lascia?
Non date eccessivo peso a quello che ho scritto. Non lo merita. Bravi

M.Cristina ha detto...

Giamp, per quanto mi riguarda, a percezione, è come se fossi una lumachina che cammina portando con se la propria casa ed i propri affetti. Tutto è talmente ben riposto dentro di me che posso muovermi agilmente per il mondo, certa di non dover necessariamente abbandonare quello che per me è importante. I viaggi, come scrivo nel post, non sono mai in un unica direzione, così come non lo è, sempre secondo me, il cammino che dividiamo con amici e parenti. Esiste infatti un cammino condiviso ed uno che resta, fortunatamente, individuale.

M.Cristina ha detto...
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