La stanza del tè è un luogo fisico ma è anche un luogo mentale. Le persone che si muovono al suo interno escono temporaneamente dal mondo e dal suo affanno per contemplare, durante il rito del tè, il vuoto dove dimenticare la razionalità e raggiungere un approccio totalizzante con le cose e le persone.
Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post
sabato 11 luglio 2009
La noce
Nella caotica notte madrilena ho incontrato uno strano tipo senza eta, aveva capelli lunghi e bianchi ed una folta barba. Per parlare scriveva delle piccole frasi sui bordi di un giornale. Abbiamo comunicato così per un pò: io parlavo e lui scriveva. Poi ha tirato fuori una noce è mi ha chiesto di mangiarla insieme. Non l'ho fatto, un pregiudizio igienico me l'ha impedito. Lui mi ha fissato a lungo, deluso e senza più guardarmi negli occhi mi ha scritto un biglietto, questa volta usando un pezzetto di carta pulita prerso da un tacquino. Una metafora nel gesto stesso. Non ho ancora compreso completamente il significato un pò contorto del suo messaggio nel quale mi parla di saper condividere, ma la sensazione è esattammente corrispondente a quella parola: condivisione. Non sono stata capace di condividere, non totalmente ed ho la netta convinzione di aver perso un'occasione, pur avendo appreso una lezione. " Scusami" gli ho ripetuto più volte, ma la noce continuavo a non mangiarla. Scusami ripeto ora, saprò riuscirci se mai ti rincontrerò...
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