Vorrei parlare di uomini. O meglio vorrei parlare di quello che di loro percepisco, e che è quasi sempre è assai diverso da quello che loro, volutamente, vorrebbero mostrarmi.
Li osservo, senza che se ne accorgano, cercando di cogliere tra le loro luccicanti armature, quelle piccole fessure, impossibili da nascondere, che mi permettano di arrivare oltre, vicino alla loro genuina essenza.
E quasi sempre, ciò che intravedo, è meglio di ciò che, ostinatamente, si preoccupano di celare. Peccato che loro non lo sappiano, o meglio, che non se ne rendano conto.
Sono così buffi in quel loro pavoneggiarsi, atteggiarsi, mostrarsi adeguati, in grado di controllare e controllarsi, sicuri di se. Ma chi ve lo fa fare? Mi verrebbe da suggerirgli, non vi accorgete che lo sforzo è vano e che quel che si è, in fondo, a ben guardare, è evidente.
A ben guardare direte voi? E già, a ben guardare, ma c’è ancora chi usa la propria attenzione per osservare l’altro? Non lo so, non credo che sia un’inclinazione diffusa, e giocando sulla superficialità di uno sguardo si può colpire, ma poi? Al successivo sguardo che succede?
Io che torno a guardarvi vedo le crepe, quei piccoli, apparentemente, insignificanti scricchiolii, le macchie di logoro colore, che mi parlano di altro, e ridimensionano i vostri petti gonfi, il passo sicuro, lo status delle vostre macchine, degli abiti firmati, dello sguardo gagliardo.
Le piccole incertezze di un gesto, gli occhi che si muovono impercettibilmente inquieti, un sorriso forzato, la voce che tentenna e spesso troppo spesso, pronuncia frasi sciocche, fuori luogo, poveramente goliardiche, tutto questo mare d’informazioni arriva involontariamente alla mia mente e smonta bullone dopo bullone la lucida armatura. Ed è proprio allora quando, smessi i panni “dell’uomo che non deve chiedere mai” riesco a relazionarmi con l’uomo, soltanto con lui e non con il ruolo che di volta in volta ha scelto d’interpretare, rimanendo spesso prigioniero, che io scopro il meglio di voi. Tutt’altra musica, storia, dimensione…tutta’altro uomo insomma.
Come donna so comprendere assai bene quanto le pressioni sociali, culturali, sappiano essere violente, impositive ed è per questo che vi comprendo, perché riconosco lo sforzo che dovete sostenere per mostrarvi sempre al di sopra di una normalità che sembra, a questa folle società, inaccettabile.
Ma non lo è, non secondo me, non quando quello che va a sostituirla e talmente innaturale da farvi apparire uomini di plastica e metallo.
Le vostre incertezze, i dubbi, i sogni che sono ancora lì, irrealizzati, le paure non vi rendono poco interessanti, tutt’altro, sono come le pieghe dietro le quali sarebbe bello scoprire un mondo, imperfetto forse, ma pulsante e colorato di emozioni, passioni, sentimenti. Chi potrebbe preferire la plastica rigida e fredda, inanimata?
10 commenti:
ma veramente tutti gli uomini sono così?
Ciao
Sileno
Voglio credere di no...
Mi sentivo infatti osservato...
P
P@ per questo per il commento hai scelto l'anonimato????
Cavoli...
Ebalsemin in che senso???
Non siamo tutti così. Quanto meno in questa definizione non mi ci vedo e credo (almeno lo spero) che M.C. non stesse parlando di me!
Baci
Polle, non l'avevo con te, direbbero i toscani. Tu sei oltre, capace di essere, o, quando diventa difficile, se non altro nel provare ad essere.
Il mio Polle...un trentenne da cui molti avrebbero da imparare.
baci
Esistono diverse tipologie di uomini e di donne. Magari non troppe, ma il numero sufficiente a fare in modo che ci sia la possibilità per ognuno di noi, di riconoscersi in questo o in un altro...chiamiamolo "stereotipo". Io, mi ritrovo ben poco in questa tua descrizione... pur conscio che di tali "soggettoni" in giro ce ne sono eccome.
Sono d'accordo con te.
Quasi sempre, sotto le innumerevoli maschere che di volta in volta indossiamo, per accedere ai diversi contesti ed ambiti, c'è la parte migliore di noi... proprio quella che tendiamo a celare, chissà perchè poi!!!
Fortuna che ci sono occhi sensibili e attenti come i tuoi, in giro per il mondo ;-)
Ciao Donnigio di certo non sei tu, quel tipo d'uomo che nasconde se stesso dietro a maschere di palstica. Tu capce di camminare per il mondo lentamente e quindi con attenzione. Non solo soli i miei occhi, lo so, ci sono uomini e donne capci di guardare e abbastanzi sinceri da lasciarsi guardare.
Baci
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