Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

martedì 20 gennaio 2009

L'evoluzione del pensiero

Ho ascoltato una conversazione in un negozio e, nel qualunquismo dei pensieri espressi, mi sono depressa. Ogni frase, ogni giudizio, era infarcito, impregnato di preconcetti, luoghi comuni e limitata capacità d’analisi. Insomma, si guardava alla pagliuzza e volutamente si evitava di prendere in considerazione la trave. Era un dialogo come capita di ascoltarne tanti, opinioni comuni. Appunto, comuni.
Sempre più spesso ho l’impressione che la società, almeno quella italiana, stia vivendo una fase di grossa regressione culturale e civica ed io mi domando, altrettanto spesso, se noi esseri umani siamo impossibilitati, per connotazione naturale, a superare alcuni limiti.
Me lo domando avendo approfondito anche nello studio della filosofia i processi che hanno accompagnato il nostro cammino nella storia. Leggendo Seneca, od Aristotele, così come pensatori più vicini al nostro secolo, è inevitabile constatare che i comportamenti umani sono sempre gli stessi, gli errori vengono ripetuti, ineluttabilmente da millenni. Ed allora, nel veder confermato questo continuo perpetuarsi di comportamenti e sentimenti, mi assale lo sconforto e mi chiedo se l’uomo ha veramente la volontà ed il bisogno di evolversi. Se questa spinta appartiene atavicamente a tutti noi, o, è solo nutrimento necessario per pochi. Se non sarà vero che la fatica che lo studio comporta, la riflessione, lo spostamento dal “ me a te” in fondo non interessi veramente la maggioranza delle persone. Persone che al contrario si accontentano di vivere come capita, seguendo il flusso dei propri istinti e della corrente che appare ai loro occhi più forte e quindi più facile.
Ma poi torno a casa e vedo giurare Barack Obama, ed allora il mio sangue respira nuovo ossigeno ed il cuore riprende a pulsare con nuovo vigore. Non è come a volte mi viene da pensare nei momenti di avvilimento. Lentamente, ma ineluttabilmente, un passo dopo l’altro il pensiero umano continua il suo cammino ed avanza e si espande.
Mi auguro che questo Presidente possa imprimere un nuovo passo alla storia. Che la conquista di un diritto ovvio, ma che ahimè, ad oggi è, e rimane ancora, conquista, sia talmente importante da oltrepassare con una diversa accelerazione almeno alcuni passaggi socio culturali della nostra specie. Non ritengo che la mia generazione abbia vissuto dei momenti storici entusiasmanti, altre generazioni hanno avuto la fortuna di vivere e respirare ben altro, ma oggi sono qui, e posso vedere ed ascoltare un uomo di colore giurare come Presidente degli Stati Uniti d’America.
Non credo nell’effetto “ bacchetta magica” ma non vorrei neanche cadere nell’errore opposto: sottovalutare l’evento.
Mi affido quindi alle parole di un filosofo arabo
.

“ Settimo difetto dell’occhio è di vedere piccolo ciò che è grande, esso quindi vede il sole nella misura di uno scudo e le stelle in forma di monete sparse su uno scuro tappeto.”
(Ibn- Muhammad al Ghazali)

Speriamo bene!

3 commenti:

Giampaolo ha detto...

Cri tranquilla. Si chiamano "chiacchere da bar". Di solito si compongono davanti ad un fernet ma anche un crodino con noccioline permette l'esternazione di pensieri a cui non par vero di avere un audience così vasta. In altri luoghi si usa un intercalare tipo "Signora mia..." per rimarcare l'arrendevolezza e al tempo stesso la grandiosità della propria Pietas.
Ancora in altri posti, con più fragore si conclude con "Ve lo dice 'sto stronzo!..." che chiude la conversazione non ammettendo repliche sulla rivelazione appena elargita.
Sono d'accordo con te sulla regressione culturale ma mi guardo bene di fare ricerche "sul campo".

M.Cristina ha detto...

Giamp il tuo commento mi ha fatto ridere e per questo ti ringrazio. L'ironia è una gran cosa.

Paolo ha detto...

Grande commento di Gianpaolo. Condivido.