Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

mercoledì 26 novembre 2008

Ieri la mia intervista con Maurizio Costanzo ed oggi le riflessione su questo incredibile momento. Riflessioni che vanno oltre la gioia di essere stata intervista, per il mio libro, da questo notissimo personaggio.
“Volevo condividere la mia gioia con te. Grazie, grazie di cuore.”
“…perdona la lunghissima attesa.”
Questi i frammenti di una conversazione intercorsa tra me ed una persona della segreteria di redazione con la quale, nel corso di un periodo discretamente lungo, si è instaurata una certa simpatia. L’intervista era in programma da diversi mesi, ma per mille motivi veniva di volta in volta spostata ad un’altra data e, soltanto ieri, tutti i pianeti si sono allineati e questo appuntamento tra me ed il re della televisione si è felicemente concluso.
“Ogni cosa ha un suo tempo per realizzarsi ed io ho imparato ad aspettare.” E’stata la mia risposta a delle scuse che non ritenevo necessarie. Io, esordiente pubblicata da un piccolo editore, mi sento già sufficientemente miracolata per essere arrivata a tanto, figuriamoci se posso lamentarmi per qualche mese d’attesa. Ma quella frase l’ho scritta di getto e soltanto in un secondo momento ho ripensato alle mie parole.
Io ed il tempo, io e le attese, io e l’ineluttabilità degli eventi, io e gli strani giochi del destino.
Eppure è proprio vero e non me n’ero resa conto: ho imparato ad aspettare, di meglio, ho imparato ad indugiare piacevolmente nelle attese.
Io, che ero l’impazienza fatta persona, da un po’ mi accomodo tranquillamente nell’attese e lascio la mente libera di sorvolare qualunque sogno. E già, perché senza rendermene conto è questa la dimensione a cui sono giunta: nelle attese, nell’indefinito io mi crogiolo. Tutto può accadere e la mia immaginazione è sconfinata . Ma non è tutto qui, ho scoperto anche l’ineluttabilità a doppio senso di marcia.
Per anni mi sono affannata nel voler imprimere i miei tempi frettolosi alle conclusioni che auspicavo. Oggi mi dico che nella maggior parte dei casi è un’inutile spreco di energie: le cose accadono quando e come debbono accadere. Puoi dargli una spintarella, un colpo di voce, ma poi devi aspettare che il loro corso si evolva. Così come è completamente inutile macchinare contro qualche cosa che il destino ha deciso.
Per il lavoro che svolgo, per le mille conoscenze che ho, avrei potuto essere molto aiutata nella mia scalata editoriale. Alcune persone avrebbero potuto favorirmi in nome di un’amicizia che sbandieravano di qua e di là ed invece non l’hanno fatto, volutamente. Ed io, credetemi, ne ho sorriso. Non perché sono buona, né perché sono saggia, né tanto meno perché credo che comunque ce la farò comunque. Ne ho riso semplicemente perché, come dicevo prima, la vita mi ha insegnato che le cose accadono se devono accadere e non c’è nulla che possa impedirlo. Gli umani possono ostacolare, rallentare, rendere il percorso ostico, ma se quella determinata situazione è destinata a verificarsi così sarà.
Quest’ultima considerazione ha rafforzato quindi la serenità della mia attesa. La vita è fatta d’incontri e dall’incrociarsi di combinazioni. Prima stavo in finestra ed aspettavo, ora sono scesa al portone e cerco di essere pronta a saltar su se passa il mio treno. E come mi disse un giorno un mio amico: “ I treni passano continuamente, bisogna soltanto saperli riconoscere ed essere agili nello scatto.” Lui, il mio amico, è, tra l’altro, la persona che con estrema naturalezza ha porto una mano verso di me in quest’ultima occasione, oltre che in molte altre.
E questo è l’altro aspetto di cui vorrei parlare: aiutare il prossimo.
Per tutti i motivi di cui sopra, ogni qual volta mi viene chiesta una cortesia io mi dico: “ Cosa mi costa?” e se posso aiuto e questo mi fa sentire bene, in pace con me stessa, oltre a ritrovarmi con il cuore colmo della gioia che, minimamente, ho favorito nell’altro. Non capisco, al contrario, chi gioisce nel creare impedimenti, schiavo di un’invidia che ferisce più chi la prova che chi ne è vittima. La felicità è oro che si espande ed avvolge chi ne è partecipe, da protagonista o da spettatore non c'è differenza. Per questo motivo coinvolgo nella mia gioia tutti coloro che mi circondano. Ho memoria dei gesti buoni, di quella mano porta senza tante storie e tante suppliche.
Ed anche questo è un comportamento che ho verificato vincente.
Quando mio padre stava male ed io andavo a trovarlo in ospedale c’erano malati abbandonati a loro stessi, infermi con mille difficoltà che non avevano il coraggio di chiedere aiuto per un tenero pudore. Assisterli senza che mi fosse richiesto mi regalava il loro sorriso e la bellezza di uno sguardo indescrivibile per avere compreso e dato con semplicità. ero io ad aver ricevuto motlo più di quanto non avessi dato.
E poi che dire dell'amore? I suoi mille giochi, le attese, i giri infiniti, le parole non dette, i baci non dati, gli ostacoli, le lontananze. La letteratura racconta, il cinema mostra e tutti noi potremmo narrare almeno una storia che ci ha visto attori principali di un amore che sembrava impossibile. Ma l’amore, forse più di ogni altro sentimento, da forza e coraggio e prima o poi fa diventare impavidi anche i più timidi ed allora, se si sa aspettare, l’alchimia si compie e ti ritrovi a volare fin dove non credevi possibile. Basta saper aspettare ed il momento arriverà e sarà comunque magia. Avete presente " L'amore al tempo del colera" di Gabriel Garcìa Màrquez.

Se la vostra risposta è sì, sapete di che cosa sto parlando. Se invece è no, consiglio a tutti i romantici di correre in libreria.
" Alla fine ho capito che non è la morte ad essere infinita, ma la vita." Parola di Florentino Areza, protagonista del romanzo. Ed io sottoscrivo.

3 commenti:

giorgio ha detto...

Senti Cristina, questo non me lo dovevi fare! Dopo un post nel quale ho ritrovato in una pagina il distillato delle mie fatiche dall'adolescenza in poi, concludi citando "L'amore ai tempi del colera", libro che mi è entrato dentro e mi circola nel sangue. Non me lo dovevi fare, non me lo dovevi proprio fare... ma visto che l'hai fatto, ti mando un bacio e ti abbraccio! Grazie, Giorgio.

Sileno ha detto...

Dopo aver atteso inutilmente la tua intervista ieri notte, finalmente, questa notte l'hanno trasmessa.
Devo complimentarmi perché ne sei uscita molto bene e ascoltarti è stato un vero piacere.
Non vedo l'ora di leggere il tuo libro che credo molto interessante.
Sperando di incontrarci, ti abbraccio forte.
Sileno

M.Cristina ha detto...

Che bel bon giorno mi state dando miei cari Giorgio e Sileno. Spero che la giornata prosegua così...

Giorgio non mi sento in colpa per niente, anzi sono felice di questa sintonia. Lo so che forse, senza volerlo, sto andando a toccare sentimenti particolari però credo anche molto belli. Ricordo l'avventura da Charli Brwon che mi hai scritto in un precedente commento, ed era dolcissima. Io amo l'amore in ogni sua sfumatura e quindi se intendi continuare a a prendere il te qui da me, prepara il tuo cuore.

Sileno grazie per aver avuto la pazienza e la costanza per ascolatare questa intervista, che io tra l'altro, non ho sentito.
Davvero sono stata brava? se ti va, mi dici qualche cosa di più. Io ero molto concentrata perchè non conoscevo le domande e Costanzo non è uno qualunque. Hai visto che domande impegantive?
Aspetto notizie.

Abbracci a tutti e due.