Ho già espresso in altri due post le miei prime impressioni sul mondo del Facebook, a cui avevo aderito piena zeppa di pregiudizi e con ripetute spallucce snob. Sono trascorsi circa due mesi ed è giusto ed onesto riprendere il discorso e riporre la mia aria di sufficienza e dichiarare altro. E sì perché…perché la vita ti prende in giro, ti smentisce, ti priva e ti restituisce, la vita è indefinibile ed usa tempi e modi che non smetteranno mai di sorprendermi.
Un nome appare dallo schermo ed i tuoi quindici anni riprendono vita.
Un nome ed una richiesta d’amicizia sul Facebook” e ti ritrovi tra le mani la te di allora.
Incredula chiedi conferma se lui è proprio lui, il tuo compagno di banco del liceo. Ed al suo sì rivaluti anche “Carramba che sorpresa” e ti senti come l’ emigrato che riabbraccia il suo passato.
L’incredulità si trasforma in tenerezza e poi in una cascata di argentea allegria.
“ Ma sei proprio tu?”
“ Ebbene sì, dopo ventisette anni sono qui! Non ci posso credere!”
“ Neanche io…”
Ma è vero, e ti guardi sulle foto e ti ritrovi adulto, anche se lui è un gentiluomo e ti dice che è lui a sentirsi imbarazzato perché tu, tu sei sempre uguale.
Ed inizi a parlare, come se anche per te lui fosse sempre lo stesso ragazzino d’allora, il tuo amico, e tu lo conoscessi a mena dito e quell’affinità che te l’aveva fatto scegliere per dividere le tue ore di latino e greco in quella prigione di classe, fosse sempre la stessa.
Eppure sono passati quasi trent’anni e della vostra reciproca vita, dall’allora in poi, non sapete assolutamente nulla se non i volti ritratti nelle foto che vi scambiate. Ma è una cosa strana quella che è successa, perché tu l’hai pensato senza un motivo preciso proprio quella stessa mattina in cui lui, uscendo dalle nebbie della vita, ti ha scritto sul “Face”. Ti era tornato in mente con i suoi jeans, la camicetta bianca ed il gilè di lana blu. Ed allora giù, a scambiarsi teorie sul come e perché questo sia potuto succedere, ed a te torna anche in mente quella frase famosa che diceva: “ E’ la vita ad adeguarsi alla letteratura e non viceversa”. Così come, inizi a pensare, che “Sliding Doors” non è solo una trovata cinematografica e se tu non ti fossi iscritta su quel diamine di “Face” forse, ma non hai più certezze, questo regalo non l’avresti ricevuto.
E sì è un regalo, proprio un dono inaspettato il tuo vecchio amico e le sue parole, il ricordo di te, quello che chissà perché pensi di non poter aver lasciato, non così forte, non così bello.
“ …perché sei stata la sola di quella classe ad avere ogni giorno ogni mattina un sorriso.” E la gola si stringe e vorresti piangere perché è una frase proprio bella e viene da lontano, dal suo ricordo della te di allora, quella libera, quella che lui non lo sa ma tu, con fatica, sei tornata ad essere, da poco.
“Racconta! Racconta!” Quante cose da dire, da chiedere.
Ma come fai a raccontarti una vita con i numeri dei caratteri limitati nell’agorà pubblica di questo assurdo Face? Ed allora pensi di chiedergli il numero di telefono, però non osi e continui a scrivere. Ora hai quarant’anni e per un momento te l’eri quasi dimenticato. Ma è una follia e ci ripensi. Non sei quella di allora?
Ed allora gli scrivi ed il numero arriva: 33……….
“ Massimo?”
“ Sì!”
“ Indovina indovinello…”
“ Non ci posso credere!”
“Neanche io!”
Ma questo è il Facebook! No scusate, questa è la vita ed io dalla sua fantasia non smette d'imparare.
3 commenti:
Nel 1968, a 15 anni, mi ero innamorato follemente per la prima volta, come Charlie Brown, della ragazzina dai capelli rossi e come lui non sono mai riuscito a dirglielo. Di lei persi le tracce dopo due anni. Mi sono tenuto dentro questo dubbio per tutta la vita; spesso mi veniva una voglia matta di sapere cosa mi avrebbe risposto se allora le avessi detto che la amavo, finchè un giorno qualsiasi di due anni fa, chissà perchè proprio quel giorno lì, cliccai su Google il suo nome e cognome e comparve il suo indirizzo mail. Per un anno ci siamo scritti e mi ha finalmente svelato il mistero: sì, anche lei era innamorata di me, ma era troppo timida per farmelo capire. Quest'anno suo marito, sposato da quasi trent'anni, è morto per una grave malattia. Dopo la sua morte ci siamo incontrati di persona. E' stato un incontro emozionante e utile per tutti e due, per capire che i ragazzini che eravamo allora sono morti là, nel 1968 e ora ci sono due cinquantenni che la vita ha trasformato e che hanno in comune solo uno splendido, struggente, lontano passato che è proprio passato per sempre.
Beh, io mi sono iscritto a FB dopo l'ennesimo invito di una mia amica, un mesetto prima della sua completa esplosione.
Diciamo che una buona parte di ex compagni di scuola bene o male ancora li frequento, ma questo social networl mi ha permesso di ritrovare ex compagni di cui nemmeno mi ricordavo più il nome e soprattuto interagire con tanti altri amici.
Sento gente che ne parla male, ma credo che se preso con le giuste misure, FB è molto molto interessante.
Giorgio che carina la tua storia...ognuno di noi, credo, ha vissuto amori platonici che forse come sostengono alcuni miei amici sono e restano i più belli.
Massimiliano anche io sto cambiando idea.
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