Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

lunedì 23 giugno 2008

Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare

Non è un caso, credo, che questa mattina aprendo a caso le "Operette morali" di Leopardi io mi sia trovata tra queste pagine. I libri, io lo penso ormai da tempo, sono degli amici veri e come tali, se ti abbandoni tra le loro braccia, sapranno parlarti.


Ebbe Torquato Tasso, nel tempo dell’infermità della sua mente, un’opinione simile a quella famosa di Socrate; cioè credette vedere di tratto in tratto uno spirito buono ed amico, e avere con lui molti e lunghi ragionamenti. Così leggiamo nella vita del Tasso descritta dal Manso: il quale si trovò presente a uno di questi o colloqui o soliloqui che noi li vogliamo chiamare.


Genio. Quale delle due cose stimi che sia più dolce: vedere la donna amata o pensarne?
Tasso. Non so. Certo che quando mi era presente, ella mi pareva una donna; lontana, mi pareva e mi pare una dea.
Genio. Codeste dee sono così benigne, che quando alcuno vi si accosta, in un tratto ripiegano la loro divinità, si spiccano raggi ‘attorno, e se li pongono in tasca, per non abbagliare il mortale che si fa innanzi.
Tasso. Tu dici il vero purtroppo. Ma non ti pare egli cotesto un gran peccato per le donne; che alla prova, elle ci riescano così diverse da quello che noi immaginavamo?
Genio. Io non so vedere che colpa abbiano in questo, d’essere fatte di carne e sangue, piuttosto che di ambrosia e nettare. Quale cosa del mondo ha pur un ombra o una millesima parte della perfezione che voi pensate che abbia essere nelle donne? E anche mi pare strano, che non facendovi meraviglia che gli uomini siano uomini, cioè creature poco lodevoli e poco amabili; non sappiate poi comprendere come accada, che le donne infatti non siano angeli.
Tasso. Con tutto questo, io mi muoio dal desiderio di rivederla e riparlarle.
Genio. Via, questa notte in sogno io te la condurrò davanti, bella come la gioventù; e cortese in modo, che tu prenderai cuore di favellare molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per l’addidietro: anzi all’ultimo le stringerai la mano; ed ella guardandoti fisso, ti metterà nell’animo una dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; e per tutto domani, qualunque volta ti sovverrà di questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza.
Tasso. Gran conforto. Un sogno in cambio del vero.
Genio. Che cosa è il vero?
Tasso. Il Pilato non lo seppe meno di quello che lo so io.
Genio. Bemne risponderò per te. sappi che dal vero al sognato, non occorre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e dolce, che quello non può mai.


Tratto da " Operette morali" di Giacomo Leopardi

8 commenti:

Clelia ha detto...

come è vero noi donne siamo dee fatte di nettare ed ambrosia quando entriamo nei pensieri maschili, per lo meno i più romantici, poi finiamo per divenire donne!

Buon inizio settimana

e speriamo che piova... sto morendo di caldo!!!!


Clelia

marina ha detto...

bellissimo regalo!
grazie, donna fantastica
marina

Anna ha detto...

I cannoli stanno ben riposti, nella mia pancia. E si vedono tutti :-)
Ciao, ben trovata.
Baci.
A.

M.Cristina ha detto...

Clelia: ad onor del vero va detto che anche le nostre aspettative sui poveri maschietti non sono da meno.Come dice quella ormai proverbile battuta: ci hanno fregato con la favola di Cenerentola. Forse la verità è che è difficile accetare i limiti dell'umano.

marina: di nulla, questo e d'altro per i miei amici lettori.

anna: lo sapevo che finiva così!!! Donna golosa...

enzorasi ha detto...

Il senso dell'altro/a e il reciproco desiderio sono frutti di un mistero antico...e di una menzogna. Se non tocchi il sublime e delicato equilibrio da uomo o da donna ne godrai le gioie e i terribili dolori e penserai di volta in volta alla carne e all'ambrosia. Non sarà così facile disgiungerle l'una dall'altra. L'unica cosa da evitare è svelare il sogno, spingerlo a terra perchè nessun uomo e nesuna donna sopravvivono senza la metafisica del loro cercarsi. Il genio ha ragione.

M.Cristina ha detto...

Ciao enzorasi la tua analisi mi piace tantissimo e bello è il modo in cui l'hai esposta. Complimenti!

Clelia ha detto...

Quella gran m... di Cenerentola. Io personalmente mi riconsco di più in cappuccetto rosso... sarà stata un pò disobediente, avrà passato i suoi guai nel bosco, ma almeno è uscita di casa sfidannd la sorte, senza l'aiuto della fata dei topini e vari ed eventuali bibidi bobidi buuuuuu!!!!


Un bacione

Clelia

M.Cristina ha detto...

Clelia in effetti la sor Cappuccetto Rosso se l'è un po' rischiata, tuttavia gli va riconosciuto il coraggio, anche se, senza il cacciatore la vedevo male...
Comunque ho capito il soggettino con cui parlo: bell'incontro!!!
Un abbraccio