Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

giovedì 12 giugno 2008

Abbandonarsi parte prima

Abbandonarsi, niente di più naturale, nulla di più difficile.
E chissà perché poi.
Lasciarsi andare dovrebbe essere semplice, naturale appunto, ma così non è.
Anzi a ben guardare, quello che sembra riuscirci meglio è l’esatto contrario: ci tratteniamo.
Ed è uno sforzo, un continuo controllo che imponiamo al nostro corpo ed ancor di più alla nostra mente.
Ci imponiamo di non dire, di non fare, di non provare, di non toccare, di non guardare, di non sentire. Non, non, non sempre il “non” a comandare la nostra vita.
E poi, quando vorremo capovolgere il nostro agire, non (ancora una volta) ne siamo capaci, non con spontaneità almeno. Dobbiamo sforzarci. Paradossale patologia del nostro vivere. Quasi che lasciarsi andare necessiti di un contraddittorio impegno.
Sembra impossibile dovere comandare a noi stessi ovvietà, respingendo la nostra stessa apparente volontà.
Anche ora che sto scrivendo, per esempio, vorrei essere capace di volare nell’estensione dei miei pensieri trasmettendovi l’ardire delle miei discorsi interiori ma qualche cosa mi frena e non so cos’è.
Comando e disubbidisco a me stessa, in un comportamento schizofrenico che mi indispettisce.
Eppure una parola molto abusata da tutti è proprio “rilassarsi”, sinonimo di: abbandonarsi, allentarsi, distendersi, rasserenarsi, tranquillizzarsi. Tutti contrari di irrigidirsi, agitarsi, tendersi, innervosirsi.
Ed è evidente quindi che, la nostra quotidianità è principalmente fatta di contratture morali e fisiche dalle quali però, almeno verbalmente, cerchiamo continuo ristoro.
Allora ho pensato che forse la vera istigatrice del nostro trattenerci è sempre lei, la più perfida e crudele delle nostre sobillatrici: la paura.
E’ lei che ci obbliga ad una vita d’inferno gettandoci negli occhi il suo manto scuro. E noi viviamo sbattendo ovunque, ciechi all’attrazione del nostro stesso voler vivere. Incapaci di scorgere il futuro non abbiamo il coraggio di aprire noi stessi allo sconosciuto.
Senza rischio. E’ così che vorremo la nostra vita. Anche se poi urliamo il contrario.
Bocche serrate, mani legate, occhi chiusi, orecchie sorde, naso tappato.
Ma questa è una vita insulsa?
Ma indolore!
E qual è il suo senso?
Nessuno!
E lo sapete tutti.
Ed infatti pronunciando inutili parole tutti inseguiamo grandi emozioni, grandi amori, grandi soddisfazioni, grandi prospettive, insomma una grande vita. Vorremmo inabissarci e sprofondare, risalire e svettare, per poter poi ridiscendere e riprendere a volare. Il tutto volendo evitare una eventuale sofferenza.
Conosco una sola parola adatta a definire tutto ciò: follia.





13 commenti:

Clelia ha detto...

E' vero talvolta è la paura che ci blocca, la vorremmo chiamare saggiezza ma in realtà è solo terrore di rompere gli schemi. Io non ho molti pregi ma di schemi ne ho rotti parecchi e spero di fare altrettanto nel futuro. Tutti i non li converto in " e perchè no?".

Buona serata mariacristina

Clelia

M.Cristina ha detto...

Clelia: E'strano come in un posto come questo, astratto, sospeso tra dentro e fuori, che fluttua nella rete come fosse una bolla trasparente eppure definita, i percorsi delle persone possano ritrovarsi tanto simili.
Con te la storia è poi veramente strana. Tu stai vivendo molto di quello che io, tanti anni fa, avevo ipotizzato per la mia vita, e questo te l'avevo già detto. Ora poi, continuando a dialogare scorpiamo parti di noi che si assomigliano, che per motivi diversi magari s'incontrano. Non so, è una sensazione particolare che però mi diverte ed incuriosisce molto. Il tutto per dire che anche io, non sempre facilmente, ho rotto schemi ed intrapreso nuove vie.
Bellissimo questo dialogo con voi su degli argomenti così importanti ed intimi.
Un abbraccio.

Clelia ha detto...

Un "affinità elettiva" la nostra, concordo e ne sono felice.

Clelia

marina ha detto...

il tuo slancio ci sosterrà...
marina
Bella l'intervista alla radio!

M.Cristina ha detto...

Grazie Marina, anche a me è piaciuta molto.

Mat ha detto...

io in genere nn ho filtri, soprattutto nei rapporti con le persone. però allo stesso tempo cerco di vedere la cose anche le cose in modo critico, in modo da evitare fregature o di lasciarmi andare troppo con chi nn devo farlo.
ho imparato a farlo per motivi di lavoro e l'ho applicato anche nei rapporti.
è un giusto compromesso tra il nn trattenersi e il nn lasciarsi andare completamente

buon weekend! :)

M.Cristina ha detto...

Ciao mat ti sei ripreso dal periodo di super lavoro o sei ancorA nella tormenta? In ogni caso ben tornato. Tornando all'argomento del post credo che la via di mezzo sia sempre una strada saggia però, tu sul finire del post usi una parola indicativa: completamente. Ecco lì il punto. Perchè siamo così increduli davanti alla possibilità di " completamente"?
Proverò ad approfondirlo in un nuovo post.
Buon fine settimana anche a te.

Unknown ha detto...

Penso che ci dobbiamo abituare a "sentire" ciò che in noi pulsa: le emozioni. Invece siamo troppo razionali e decidiamo tutto con la testa, con la ragione... se uno ha un buon dialogo interiore credo che possa possedere una delle qualità più belle. L'empatia...

Mat ha detto...

molto lavoro mc!
e ancora problemi di connessione la notte, unica mia speranza di avere internet liberamente durante la settimana!

marina ha detto...

Off Topic: se vuoi c'è un meme poetico per te
baci, marina

M.Cristina ha detto...

Ebalsemin è proprio come dici, serve un buon dialogo interiore e la voglia di dargli voce.

Mat tieni duro, tutto passa.

Marina come ti ho lasciato detto sul tuo post, appena posso "memerò".

Abbracci diffusi a tutti.

Anonimo ha detto...

Hai ragione, vincere la paura, aprirci, aprirci e poi ancora aprirci... E' più rischioso essere ingabbiati, Giulia

M.Cristina ha detto...

Ciao Giulia, tra poco continuerò l'approfondimento con un post che tocca un altro aspetto dello stessa storia.