Che cos'è un desiderio?
Se l'etimologia, come ha detto qualcuno, è l'anima delle parole, l'anima del desiderio è legata alla luce delle stelle, o meglio alla sua privazione. Il termine viene infatti da sidus/sideris (costellazione, poi singola stella). In questo senso "desiderare" è in stretta analogia con "considerare" che significa "valutare le stelle per orientarsi", e quindi "ponderare un problema nei suoi vari aspetti per prendere una decisione".
L'immagine della stella ha sempre agito potentemente nell'immaginario collettivo. Nei tempi antichi, le stelle compaiono come segni (Cfr. J. K. Hanson, La stella di Betlemme. La storia, i misteri e la bellezza della stella di Natale, Firenze, Salani, 1996.): "Le stelle compaiono ai loro posti/e brillano liete" (Baruc, 3,34). Nella tradizione ebraica, la stella appare come avvertimento o come annuncio di una nascita straordinaria (quella di Mosè); i Magi - sapienti astronomi più che re - si muovono per seguire una cometa.
Ulisse, allontanandosi da Calipso, non abbandona con gli occhi gli astri (Boote, l'Orsa Maggiore, Orione) che sono i punti di riferimento per ogni navigatore. Una stella guida Enea al luogo dove dovrà fondare Roma. "Se segui la tua stella/non puoi fallire al glorioso porto" (Dante, Inferno , xv).
Nell'area semantica di sidera (stelle) si assomma dunque il significato di orientamento, di rotta, di via da seguire; ma, in un piano più ampio, anche di segni del destino.
Il "de" privativo (o di allontanamento) che crea de/siderare - antico termine di un linguaggio augurale e/o marinaro - sta dunque a indicare "cessare di vedere", "constatare l'assenza di" stelle: quindi dis/orientamento nel senso più ampio del termine, geografico e psichico.
Perciò desiderio è anche rimpianto/nostalgia: Desiderium uxoris defunctae , si legge su una lapide romana. Ma "sentire la mancanza di ciò che è piacevole, buono, necessario" significa anche "tendere a ottenerne il godimento, il possesso.
Il desiderio è dunque essenzialmente un "moto dell'animo tendente ad attuare o possedere ciò che appaga un bisogno, procura un piacere o rappresenta un valore di cui si manchi" Per Freud, è la forma concreta e arricchita dall'esperienza personale, di una pulsione o di un motivo; è l'energia designata col nome di libido che è a fondamento di tutta la vita psichica.
Mafra Gagliarda
tratto da "Osservatorio dell'immaginario"
9 commenti:
Il cielo non è cambiato gran che da quando il primo essere umano ha alzato lo sguardo accorgendosi della meravigliosa distesa di luci che splendono sulla notturna tela nera. Gli uomini, le donne, si sono evoluti sotto di essa, quindi credo sia stato un gesto istintivo prendere le stelle come punto di riferimento per l’orientamento dei sensi e dell’anima. Oggi le possiamo osservare da vicino, studiarle, intuire come sono fatte e nate, capirne l’enorme potenza e quanto possano essere violente. Ciò le rende ancor più affascinanti. Questa romantica consapevolezza aggiunge loro qualcosa che assomiglia ancora di più ad un’anima, qualcosa che va molto oltre quello che si pensa di sapere di loro, ancora più che in passato. Perché, ora ne siamo certi, loro erano lì dall’inizio, saranno lì qualsiasi cosa faremo o ci succederà, saranno lì quando l’umanità non esisterà più, saranno lì fino alla fine, se una fine ci sarà. Questo è il significato di “per sempre”. Forse dovremmo pensare alla grandiosità di queste due parole prima di pronunciarle.
Sì, dovremmo...ma il nostro essere infinitesimalmente umani ci porta a volerci affinacare all'immenso o al cercare di portare l'immenso in noi. Di per se neanche totalmente sbagliato, visto che dell'universo siamo parte. Certo, a volte, non manteniamo le giuste proporzioni...
P.S. Spesso, i tuoi commenti mi fanno compiere un passo sulla strada delle mie riflessioni o delle mie scoperte ^-^
commenti ... puoi farmi un esempio?
Hai ragione, è più corretto dire: Il tuo proseguire sulla scia delle mie riflessioni mi fa compiere un'ulteriore passo...
Mi piace la positività con la quale esponi ciò che scrivi, mi aiuta a ragionare in modo concreto. Mi fa piacere che questo giovi alle tue riflessioni.
E' una vita che cerco di spiegare che la realtà percepita è solo uno dei tanti mondi in cui si può decidere di stare, ma perchè limitarsi? Se apri i sensi, scavalchi i luoghi comuni e ti spingi oltre ciò che vedi, ti accorgi subito che c'è molto di più e sarebbe così delittuoso non andarlo ad esplorare. Chiamala astrazione...
Il fatto è che la mente, in generale, tende ad accettare soltanto concetti "assoluti" per crearsi delle certezze. Questo, oltre ad essere una trappola autolesionista, (col tempo limita o addirittura atrofizza la capacità di analisi rendendo la realtà meno sopportabile), pone dei grossi limiti all'autogestione, ma soprattutto impigrisce la mente privandola della forza necessaria a metterla in grado di affrontare una novità o un'alternativa. Mancanza di astrazione, appunto. E' sicuramente meno faticoso seguire concetti preconfezionati, che crearsi una realtà nella quale sia necessario trovare risposte e soluzioni quasi esclusivamente col proprio ragionamento. Chiaramente questa mia considerazione non è "assoluta"...
Ma me piace ^_^ e la condivido. Quando vivendo, lungo la strada, vedo ciò che gli altri non vedono mi sento una privilegiata. Ed è per questo che ho un pensiero positivo, nel mondo che vedo io ci sono molte più possibilità.
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