Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

mercoledì 1 dicembre 2010

E' solo questione di tempo




“Il tempo è galantuomo” afferma un detto popolare e fortunatamente è vero. Se così non fosse molto di quello che viviamo non troverebbe la giusta collocazione nelle nostre vite e spesso nella storia.
Gli umani, tendenzialmente, hanno qualche difficoltà nel comprendere velocemente il valore di ciò che il destino gli offre: la gioventù, il valore della cultura, il significato immenso di un genitore, l’importanza di un’amicizia, la determinatezza di un incontro, la bellezza di un amore. Ed allargando lo sguardo al sociale basti pensare alle menti illuminate che sono state contrastate, perseguitate, uccise. Agli artisti non compresi, agli inventori derisi. Oppure, in senso contrario, ai rapporti sbagliati nei quali ci siamo impantanati, ai comportamenti stupidi che abbiamo condiviso, ai devastanti statisti o dittatori che nel corso dei secoli le folle hanno acclamato. Una miriade di errori e di tempo sprecato che accompagna la nostra esistenza.
I nostri rimpianti nascono per lo più da questo: la mancanza di un’esatta e tempistica valutazione. Potevamo dire, fare, andare, provare, riconoscere, capire e non l’abbiamo fatto. O, al contrario, sarebbe stato saggio non dire, non condividere, evitare, non fidarsi, non sostenere eccetera.
Ovviamente i perché delle nostre azioni sono infiniti e possono giustificarci, ma di certo non spicchiamo per perspicacia e per questo paghiamo pegno, a volte pesantemente. Tuttavia, si diceva, a salvarci arriva il tempo che della vita è compagno e molto di ciò che non fu compreso ed adeguatamente valutato si svela alle nostre menti miopi, trovando l’opportuna valutazione. Quasi questi due maestri (la vita ed il tempo) divenissero faro e benevolmente volgessero la loro luce su di noi. Finalmente riusciamo a vedere, finalmente siamo visti. Finalmente!!!!
Ed è in questi frangenti che si vivono i picchi della nostra consapevolezza. Capiamo e/o siamo capiti, riconosciamo e/o siamo riconosciuti. Istanti di vera e propria illuminazione, interiore od esteriore che sia, di cui possiamo essere artefici e protagonisti. Tutto quello per cui viviamo secondo me è racchiuso in questi due concetti, facce di una stessa medaglia.
Ma il percorso a volte è lungo e non sempre è facile. Però credo che sia un peccato non provare. Vivere è una grande occasione, ma lo è ancor di più se capiamo ciò che stiamo vivendo. E’ la comprensione il valore aggiunto, il fascino irrinunciabile, il reale salto di qualità di un’esistenza. E’ spostare l’asticella dal soddisfacimento dei bisogni primari ( mangiare, dormire, bere, fare sesso) ad un livello più alto che conduce verso le vette della realizzazione di se.
E per arrivare a tutto ciò è necessario essere dentro la propria vita, saperla guardare dritta negli occhi, accoglierla, amarla o per lo meno non l’ostacolarla. E tutto ciò dipende da noi e da nessun altro. Così come, anche se con modalità diverse, siamo protagonisti dello sguardo che il mondo  prima o poi ci riserverà. Non possiamo stabilire né come né quando, ma dobbiamo essere coscienti che la pazienza e la perseveranza con le quali sapremo attendere quel momento sono opera nostra.
A volte l’attesa sarà breve, altre sarà lunga, anche molto lunga, ma prima o poi il tempo scandirà il momento e la luce del faro girerà verso di noi e quel buio che sembrava pesto non esisterà più.
L’impensabile a volte è proprio lì, davanti a noi e ci sta aspettando.

Nessun commento: