Non voglio che la mia vita sia come un quaderno ordinato. Un insieme di fogli su cui svolgere i compiti come una brava scolara. Non voglio appuntare con precisione perdite e guadagni e tirare la somma. Non voglio che sia un tema il cui titolo è stato deciso d’altri e lo svolgimento sia pulito, coretto, senza errori, pieno di frasi fatte e compunte. La vedo più come un libro amato, scritto a matita, dove si possa cancellare, riscrivere e continuare a leggere. Uno di quelli che sorvolano il tempo e sprofondano nei sentimenti. Nel quale si susseguano, pagina dopo pagina, appunti, sottolineature, ingiallimenti, macchie di caffè, piegature, fiori che hanno impresso nella carta i loro colori, che rimandino ad un viaggio o ad un istante indimenticabile. Un libro disordinato, un po’ sgualcito, colmo di pensieri e sensazioni vissute e scritte ascoltando la musica. Un libro che risparmi le parole inutili, gli schemi imposti, le regole rigide ed impersonali. Capace di avere un proprio stile ed una personale armonia linguistica. Un libro usato, da leggere e rileggere perché il tempo cambia l’interpretazione, ma conserva gli odori della vita ed i profumi dei sogni, la luce della fantasia e dei suoi voli, veri od immaginari che siano. Un libro scritto con ironia perché secondo, me, arrivata all’ultima pagina alla sola domanda che conta “Ti sei divertita?” La risposta non possa che essere “Sì!”
Nessun commento:
Posta un commento