Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 14 ottobre 2007

L'ebbrezza della vita

Un altro telegiornale ed ancora un nuovo laconico ed estenuante racconto di morti per guida in stato d’ebbrezza. Intollerabile.
Intollerabile è soprattutto dover assistere così frequentemente al dolore che queste vite, in frantumi come le auto su cui viaggiavano, lasciano dietro di se. Il rammarico, infatti, non avvolge unicamente la consapevolezza di esistenze e potenzialità umane bruciate tra lamiere, fumi dell’alcol e l’inganno delle droghe, no, il rammarico e l’insofferenza sono forse ancora superiori per l’idiozia con cui i morti straziano e deturpano per sempre le vite di coloro che sono sopravvissuti o che erano a casa ad aspettare.
Se questi imbecilli, imbevuti ed intontiti di sostanze, morissero e non lasciassero dietro di se lacrime e sangue, io quasi me ne fregherei di loro e della loro morte. Sei stupido? Sei inconsapevole? Ti senti un super eroe con il dono dell’immortalità? Bene se muori sono cazzi tuoi, peggio per te, te la sei cercata e ben ti sta!
Altro discorso riguarda invece i poveri cristi che vengono travolti ed uccisi dalla scempiaggine di chi non è in grado di capire che guidare una macchina è come avere tra le mani un’arma.
Chi è vittima di questi idioti ha tutta la mia vicinanza emotiva e solidarietà umana. Non gli cambierà il corso delle cose ma vorrei che il distinguo sia chiaro.
Quindi , nella rabbia di sapermi impotente ho pensato che, forse, il blog potesse essere un buono strumento per alzare un urlo forte, fortissimo contro questi coglioni che giornalmente ammazzano i nostri genitori, i nostri figli od anche soltanto i nostri amici. Ho bisogno di alzarlo questo grido anche e soprattutto perché sento di non potere più tacere dopo avere ascoltato, durante la trasmissione “ Invasioni barbariche”, il famoso ed assai triste popolo della notte con le sue mode insulse e l’assurdità delle motivazioni che lo spingono a questi indegni comportamenti.
A questi idioti, fighettini, convinti di essere dei gran vivère soltanto perché dopo il lavoro stanno lì a tracannare ettolitri di alcol e a dire o pensare immonde amenità, io ho una proposta da fare.
Signori miei, avete voglia di una vita pericolosa? Volete provare il brivido del rischio o più semplicemente non avete assolutamente idea di quanto sia imbecille la vostra vita in confronto a quella che potrebbe essere se decideste di essere meno stronzi? Bene allora fate così: prendete la vostra personcina in cerca di forti emozioni, portatela in una zona dove la guerra è finita da poco (il mondo, se non ve ne siete resi conto, ne è pieno) e stabilitevi per un po’ lì,, ad aiutare gli abitanti del posto a sminarla. Salverete vite umane invece di ucciderle con la vostra insulsaggine e, contemporaneamente, vi assicuro proverete dei bei brividi.
Se questa non vi piace non vi scoraggiate il nostro sconsiderato mondo è un luogo colmo di posti pieni di pericoli e sofferenze dove il soddisfacimento della vostra voglia di sballo è più che garantito, basta informarsi un po’ nell’attimo della sublime dela vostra pur limitata lucidità tra una birra ed un super alcolico. Ma fate in fretta perché io non vi sopporto più e non sopporto neanche più i pianti e le facce straziate dei vostri cari che resteranno qui tra noi a rimpiangere chi alla vita non aveva dato evidentemente il giusto valore.
A conclusione di questo mio sfogo vorrei riportare le parole di un grande scrittore, uomo di grande intelligenza e di certo segnato da una vita assai poco perbenista. Quello che segue è un frammento di dialogo tra il protagonista ed un suo conoscente, Ménalque.
Tratto dall’Immoralista di André Gide:

Ménalque: “ Se lei fosse venuto a pranzo, le avrei offerto dello Chiraz, il vino creato da Hafiz, ma ormai è troppo tardi, bisogna essere digiuni per berlo; posso offrirle dei liquori?”
Accettai pensando che anch’egli ne avrebbe presi; poi vedendo che era stato portato un solo bicchiere mi stupii:
“ Mi scusi” disse “ ma non bevo quasi mai”.
“ Teme forse di ubriacarsi?”
“ Oh no” , mi rispose, “ al contrario! Considero la sobrietà un’ebbrezza molto maggiore, perché in essa mantengo la lucidità”.
“ Però offre da bere agli altri”.
Sorrise ed aggiunse.
“ Non posso pretendere che tutti abbiano le miei virtù. È già molto se trovo in essi i miei vizi”.
“ Fumerà almeno?”
“ Nemmeno. È un’ebbrezza impersonale, negativa e troppo facile d’avere; cerco nell’ebbrezza un’esaltazione, non un’attenuazione della vita”.

7 commenti:

Giampaolo ha detto...

Credo che l'alta velocità e le macchine date in mano a degli idioti con disturbi relazionali, le armi date in mano a dementi con grossi problemi di autostima, le droghe assunte da persone che hanno un vuoto dentro paragonabile a quello siderale siano altre aberranti cause di morti incolpevoli. Ce ne sono anche altre. Ma tutte queste morti sono causate dall'uomo e da un fattore esogeno. Ecco perchè non me la prendo con l'ubriaco, col drogato o con lo stronzo con la golf. La colpa purtroppo non è solo sua.

Paolo ha detto...

Sono in sintonia con l'opinione di Giampaolo che saluto ed invito a farsi un giro sul blog "La riserva mentale" http://subsidiummentis.blogspot.com/ dove, oltre all'affermatissima M.Cristina, che saluto e ringrazio per tutte le parole dette e scritte, siamo presenti anche polle e il sottoscritto.

M.Cristina ha detto...

Si, ho capito, la colpa non è soltanto loro ma questo non può diventare un comodo giaciglio in cui accomodarsi. Un guizzo di consapevolezza da chi ha superato i la fase della prima infanzia io me l'aspetto. Poi certo ci saranno le vittime di un sistema, di un vuoto, degli interessi ma quando ti uccidono o rendono invalido un figlio, un compagno od un genitore non credo che si riesca ad essere così accomodante ed in tutti i casi i vuoti si possono riempire in tanti modi... non mi dispiace non sono così buonista.

M.Cristina ha detto...

Si, ho capito, la colpa non è soltanto loro ma questo non può diventare un comodo giaciglio in cui accomodarsi. Un guizzo di consapevolezza da chi ha superato i la fase della prima infanzia io me l'aspetto. Poi certo ci saranno le vittime di un sistema, di un vuoto, degli interessi ma quando ti uccidono o rendono invalido un figlio, un compagno od un genitore non credo che si riesca ad essere così accomodante ed in tutti i casi i vuoti si possono riempire in tanti modi... non mi dispiace non sono così buonista.

Giampaolo ha detto...

E io il tuo atteggiamento non lo accetto. Infatti non sono buonista neanche io. Non puoi metterti a giudicare queste situazioni come madre, fratello o sposa. In queste situazioni le parole e le congetture sono veramente inutili. Non ci sono giacigli o fanciullezze finite. Ci sono problemi che mi aspetto vengano affrontati. Ma la discussione andrebbe sul tecnico e e questo non è il luogo

Paolo ha detto...

Continuo ad essere in sintonia con Giampaolo. Ne vogliamo parlare? Pizza e birra? Baci

M.Cristina ha detto...

Il discorso tecnico m'interessa anche se non capisco perchè non è possibile scindere i due aspetti e parlare da entrambi i punti di vista... quindi alla pizza vengo anch'io, altrimenti vi parlereste addosso mentre, da quanto leggo, è indispensabile una voce, la mia, fuori da questo simpatico coro.