Sono ufficialmente una scrittrice e questo è un aspetto nuovo della mia vita.
Il sogno che ha accompagnato la mia vita ha trovato la sua realizzazione ed io veleggio in una dimensione di gioia difficilmente descrivibile.
Proprio questa mattina, mentre mi trovavo dal mio editore, mi è capitato tra le mani un libro di aforismi appena pubblicato da “un autore attempato”, come lui stesso si definisce, che riportava tra le molte anche questa frase: “ La bellezza della felicità è proporzionale alla sua lunga attesa.”
Calcolando quindi che sono circa trentacinque anni che aspettavo questo momento, potete ben intuire quali sentimenti mi avvolgano.
Al momento non so ovviamente cosa succederà e quanto questo mio primo libro sarà capace di venderà una volta immesso nel circuito della grande distribuzione ma oggi, dopo aver compiuto un giro immenso ed assai faticoso nei diversi mari della mia vita, sono a tutti gli effetti una scrittrice, anzi “l’autrice di un’opera” come usano dire tra gli addetti ai lavori e questo riconoscimento sposta nettamente la mia scrittura da una dimensione personale, ad una oggettiva ed ufficiale collocazione editoriale che mi fa girare la testa.
Sono la testimonianza di come i sogni vadano inseguiti e di come quello che, per pregiudizievoli limiti mentali non ci eravamo permessi di sperare, possa realizzarsi. Esistono però due condizioni indispensabili perché l’incredibile possa accadere: una testarda, inamovibile fiducia in se stessi ed il coraggio di osare. Senza questi due aspetti se accade “qualcosa” ci si può ritenere dei miracolati od in modo più terreno dei raccomandati.
La realizzazione di un sogno ti concede uno sguardo molto più benevolo con cui guardarti, ti fa acquisire ulteriore fiducia e ti conferma che il tuo sentire era l’unica cosa a cui dovevi dar retta ed a cui hai fatto bene a dar retta. Ma arrivare a questo non è facile, difficilmente infatti nelle famiglie, nelle scuole, in ambito lavorativo o sociale incontri qualcuno “illuminato” che ti guarda dritto negli occhi e ti chiede: “ Cosa ti rende felice? Ok, allora vai e fai di tutto perché questo accada; puoi farcela!” E questo è uno dei grandi, enormi limite della nostra società.
Il contesto vuole che si voli basso, che si miri ai piccoli, ma certi, risultati che assicurano la sopravvivenza e non, l’almeno parziale, realizzazione di un essere umano. E’delittuoso e ne siamo tutti responsabili. I sognatori infatti, coloro che forse fanciullescamente continuano a credere nella realizzazione dell’impossibile, generalmente non sono compresi. Bisogna concretizzare, capitalizzare il nostro vivere in ambiti universalmente riconosciuti, tutto il resto sembra, agli occhi dei più, una semplice ed infantile chimera. Ma non fatevi ingannare il senso della realtà o maturità che molto spesso viene usato con aria saputa è soltanto la trincea dietro alla quale i poco coraggiosi si sono andati a nascondere e dal quale, gli stessi, non hanno nessuna voglia di vedere uscire vivi voi. In fondo chi vuole vedersi sbattere sul muso i propri limiti?
E sarà per questo motivo che tante persone sono perennemente arrabbiate, insoddisfatte ed acide o sconsolatamente sfiduciate, forse proprio perché sotto la pressione sociale hanno dovuto od accettato abbassare la testa, smettendo di volgere il proprio sguardo oltre il consueto ed impedendosi quindi di continuare a sognare. Sarà per lo stesso motivo che lo slancio entusiastico dei loro anni giovanili ha via via rallentato la propria corsa ed ora, ormai privo di nuove energie, ha arrestato inevitabilmente la loro capacità di procedere? Se guardiamo con attenzione intorno a noi potremmo accorgerci che il mondo trabocca di esseri umani privati dei loro sogni e se, è vero che non tutti i nostri voli fantastici potranno realizzarsi, è pur vero che vivere senza continuare a sperare e sognare è come decidere autonomamente di lasciarsi un po’ morire.
Io non oso giudicare nessuno, perché ognuno conosce le proprie difficoltà, il dolore od i limiti che accompagnano la propria vita e so, per esperienza diretta, che capitano momenti nell’esistenza di ognuno di noi in cui è veramente complicato alzare la testa verso il sole e credere che qualcosa di buono possa ancora capitarci. Lo so, l’ho vissuto sulla mia pelle e conosco perfettamente il senso di invincibile frustrazione che questo comporta, ma un bel giorno io mi sono fermata ed ho pensato che il rimpianto sarebbe stato un dolore ulteriore, impossibile da sostenere e che, tra l’altro, non era neanche sensato infliggermi ed ho rialzato il mio sguardo, ho ripreso il mio piccolo sogno ed ho iniziato a correre, a correre a perdifiato, affinché nulla potesse ancora distrarmi od impedirmi di provare. Ed oggi in questo post lancio un grido di richiamo, rivolto a chiunque abbia ancora un pazzo sogno da realizzare perché come dissero a me una volta: “ Provare e fallire e sempre meglio della consapevolezza di non aver mai tentato.”
Il sogno che ha accompagnato la mia vita ha trovato la sua realizzazione ed io veleggio in una dimensione di gioia difficilmente descrivibile.
Proprio questa mattina, mentre mi trovavo dal mio editore, mi è capitato tra le mani un libro di aforismi appena pubblicato da “un autore attempato”, come lui stesso si definisce, che riportava tra le molte anche questa frase: “ La bellezza della felicità è proporzionale alla sua lunga attesa.”
Calcolando quindi che sono circa trentacinque anni che aspettavo questo momento, potete ben intuire quali sentimenti mi avvolgano.
Al momento non so ovviamente cosa succederà e quanto questo mio primo libro sarà capace di venderà una volta immesso nel circuito della grande distribuzione ma oggi, dopo aver compiuto un giro immenso ed assai faticoso nei diversi mari della mia vita, sono a tutti gli effetti una scrittrice, anzi “l’autrice di un’opera” come usano dire tra gli addetti ai lavori e questo riconoscimento sposta nettamente la mia scrittura da una dimensione personale, ad una oggettiva ed ufficiale collocazione editoriale che mi fa girare la testa.
Sono la testimonianza di come i sogni vadano inseguiti e di come quello che, per pregiudizievoli limiti mentali non ci eravamo permessi di sperare, possa realizzarsi. Esistono però due condizioni indispensabili perché l’incredibile possa accadere: una testarda, inamovibile fiducia in se stessi ed il coraggio di osare. Senza questi due aspetti se accade “qualcosa” ci si può ritenere dei miracolati od in modo più terreno dei raccomandati.
La realizzazione di un sogno ti concede uno sguardo molto più benevolo con cui guardarti, ti fa acquisire ulteriore fiducia e ti conferma che il tuo sentire era l’unica cosa a cui dovevi dar retta ed a cui hai fatto bene a dar retta. Ma arrivare a questo non è facile, difficilmente infatti nelle famiglie, nelle scuole, in ambito lavorativo o sociale incontri qualcuno “illuminato” che ti guarda dritto negli occhi e ti chiede: “ Cosa ti rende felice? Ok, allora vai e fai di tutto perché questo accada; puoi farcela!” E questo è uno dei grandi, enormi limite della nostra società.
Il contesto vuole che si voli basso, che si miri ai piccoli, ma certi, risultati che assicurano la sopravvivenza e non, l’almeno parziale, realizzazione di un essere umano. E’delittuoso e ne siamo tutti responsabili. I sognatori infatti, coloro che forse fanciullescamente continuano a credere nella realizzazione dell’impossibile, generalmente non sono compresi. Bisogna concretizzare, capitalizzare il nostro vivere in ambiti universalmente riconosciuti, tutto il resto sembra, agli occhi dei più, una semplice ed infantile chimera. Ma non fatevi ingannare il senso della realtà o maturità che molto spesso viene usato con aria saputa è soltanto la trincea dietro alla quale i poco coraggiosi si sono andati a nascondere e dal quale, gli stessi, non hanno nessuna voglia di vedere uscire vivi voi. In fondo chi vuole vedersi sbattere sul muso i propri limiti?
E sarà per questo motivo che tante persone sono perennemente arrabbiate, insoddisfatte ed acide o sconsolatamente sfiduciate, forse proprio perché sotto la pressione sociale hanno dovuto od accettato abbassare la testa, smettendo di volgere il proprio sguardo oltre il consueto ed impedendosi quindi di continuare a sognare. Sarà per lo stesso motivo che lo slancio entusiastico dei loro anni giovanili ha via via rallentato la propria corsa ed ora, ormai privo di nuove energie, ha arrestato inevitabilmente la loro capacità di procedere? Se guardiamo con attenzione intorno a noi potremmo accorgerci che il mondo trabocca di esseri umani privati dei loro sogni e se, è vero che non tutti i nostri voli fantastici potranno realizzarsi, è pur vero che vivere senza continuare a sperare e sognare è come decidere autonomamente di lasciarsi un po’ morire.
Io non oso giudicare nessuno, perché ognuno conosce le proprie difficoltà, il dolore od i limiti che accompagnano la propria vita e so, per esperienza diretta, che capitano momenti nell’esistenza di ognuno di noi in cui è veramente complicato alzare la testa verso il sole e credere che qualcosa di buono possa ancora capitarci. Lo so, l’ho vissuto sulla mia pelle e conosco perfettamente il senso di invincibile frustrazione che questo comporta, ma un bel giorno io mi sono fermata ed ho pensato che il rimpianto sarebbe stato un dolore ulteriore, impossibile da sostenere e che, tra l’altro, non era neanche sensato infliggermi ed ho rialzato il mio sguardo, ho ripreso il mio piccolo sogno ed ho iniziato a correre, a correre a perdifiato, affinché nulla potesse ancora distrarmi od impedirmi di provare. Ed oggi in questo post lancio un grido di richiamo, rivolto a chiunque abbia ancora un pazzo sogno da realizzare perché come dissero a me una volta: “ Provare e fallire e sempre meglio della consapevolezza di non aver mai tentato.”
10 commenti:
brava! hai ragione su tutto.
meriti tutto quello che raccogli!
ti abbraccio marina
Spero che la mia esperienza anche se non diretta insegni, ma non ho grossi dubbi che questo accada anzi che stia gi� accadendo, molti miei amici infatti sono ormai in corsa e questo mi rende veramente felice.
Chi non fa non falla..
Un vecchio detto che mi ha sempre irritato a causa della semplice verità che dice e che difficilmente si riesce a confutare. Hai scritto di tante cose: la fiducia in se stessi, la testardaggine, i sogni.
in Che fase siamo della nostra vita?
Io, come dice Bierce, lontano dall'idiozia dell'infanzia e dalla follia della giovinezza, a un passo passi dalle colpe della maturità e a due dai rimorsi della vecchiaia.
Sono pun po' fuori dal tema del tuo pensiero ma scrivo forse per me che devo ancora immaginare se a qualcuno potrà interessare la trama del libro della mia vita.
In bocca al lupo.
Non conoscevo queste parole di Bierce e ti ringrazio per averle riportate con un commento sul mio blog, mi piacciono molto e credo che rispecchino la concretezza del tuo pensiero che è sempre particolare e profondo. Per questo motivo è difficile credere che non sapresti scrivere in modo intrigante della tua vita. Io ti leggerei. Può bastare come inizio?
Non vale, sei troppo curiosa.
La questione è proprio questa: uno scrittore deve per forza tentare di rendere intrigante qualcosa che non lo è? E' questo che rende una cosa degna di essere scritta, pubblicata e letta? Oppure pensi che qualsiasi cosa può (debba)essere scritta e diffusa? Ma qui parliamo di esercizi letterali. Invece riuscire a dare un significato ad ogni cosa e renderlo intellegibile (ah che termine appropriato) è capacità di un bravo scrittore.
E' vero sono curiosa ma non pettegola. La mia curiosità nasce dalla voglia di conoscere e la dove è possibile capire.
Riguardo invece ai tuoi interrogativi successivi credo di essere d'accordo con te sul rispondere non ad entrambe. In riferimento al tuo libro volevo semplicemente dire che la tua capacità di riflessione e i diversi punti di vista da cui, mi sembra, tu sappia osservare la vita, potrebbero far scaturire letture interessanti.
Grande Maria Cristina! Continua, caparbia ad inseguire i tuoi sogni...
Un abbraccio e il mio in bocca al lupo,
polle
complimenti! che notizia!! un grosso in bocca al lupo per tutto...autrice!!
Cri (concedimi questo affettuoso diminutivo) sei GRANDE. Io lo so da sempre, e da sempre sono con te, nelle tue gioie e nei tuoi dolori. Sono strafelice che ora, quelli che di fronte al TUO sogno storcevano un po' il naso, saranno costretti a guardarti negli occhi, e ad ammettere che ce l'hai fatta! Non importa dove tutto questo ti porterà, ciò che conta è la tua felicità in questo momento.Te la sei meritata tutta, per la perseveranza con cui hai continuato a credere che i sogni possono realizzarsi, nonostante la vita provasse in tutti i modi a dissuaderti; per la bellezza di quello che scrivi; per l'entusiasmo che metti in tutto ciò che fai. Vai avanti a testa alta, la vita non potrà fare altro che sorriderti. Ti voglio bene.
Cara e dolce la mia Silvietta...
Grazie per le tue bellissime parole, mi hanno fatto commuovere.
Sapevo già, perchè me l'hai detto tante volte, che credevi in me e nel mio sogno ma leggerlo sul blog mi ha fatto davvero uno strano effetto. E' proprio vero che le parole scritte hanno un fascino ed una forza imbattibili. Ora però, anche se rischiamo di diventare un pò melense ho voglia di dirti qui, pubblicamente, che la tua amicizia è un bene prezioso a cui tengo moltissimo. Sei la mia amica, quella di una vita ed è così bello sentirti parte della mia storia.
Grazie a te quindi e... anch'io ti voglio bene.
Un grande abbraccio
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