Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

mercoledì 10 ottobre 2007

Amore Oceano

Nel mio viaggiare per il mondo ho avuto la fortuna di conoscere molti mari; ho visto spiagge ed acque nei punti più diversi del mondo e soprattutto ho incontrato loro, i tre Oceani.
Uno di essi, l’Oceano Atlantico, è stato la mia prima conoscenza ma questo non volge a suo favore, è quello che amo meno di tutti. Sarà forse colpa di un bagno antico, in terra di Marocco, dove una serie di cavalloni in rapida successione mi hanno fatto temere per la mia vita, sarà perché è un mare freddo e sempre agitato, sarà perché il suo temperamento sembra duro ed un po’ violento, ma io non provo per lui piacevoli sentimenti. Lo guardo, ne ammiro la potenza ma non lo amo.

Ben altri sentimenti mi legano invece agli altri due.
Ho incontrato l’Oceano Pacifico soltanto un anno fa ma conoscerlo è stata un’emozione fortissima. Un colpo secco ha trafitto istantaneamente il mio cuore ed io mi sono perdutamente innamorata di lui, irrimediabilmente innamorata.





Le sue acque sono forti e vigorose ma ha saputo avvolgermi senza impaurirmi. Sembra, infatti, saper controllare le proprie onde come fossero lunghe braccia le quali, maliziose, t’inseguono fino ad abbracciarti per poi ritrarsi divertite e sbrilluccicanti sotto i raggi del sole. Ma è anche spavaldo e sa importi la sua forza e questa prova di virilità decisa, devo confessarlo, mi ha fatto girare la testa.
Colta quindi da questo amore sconsiderato l’ho osservato a lungo, ferma, sulla riva di spiagge bianche ed immense ho lasciato che mi parlasse.
Come sempre si dice in questi casi, forse in quel particolare momento della mia vita ero predisposta ad innamorarmi, o forse l’atmosfera del paese che stavo visitando, con la sua follia e i suoi sconfinati spazi aveva accentuato il mio sentire ma lui, l’Oceano Pacifico, mi ha fatto capire cosa voglia dire libertà, e ciò che ti rende libero non puoi non amarlo. Ed io lo amo da allora, e da allora ogni qualvolta qualcosa, qualunque cosa mi rimanda ad un senso di costrizione io penso a lui, alla sua immensità, alla potenza rigeneratrice che si espande ad ogni infrangersi delle sue onde e mi sento felice.
La lontananza, come avrete capito, non ha minimamente mitigato il mio sentimento, lui mi manca terribilmente e non vi nascondo che sono ferocemente gelosa di tutti coloro che, fortunati, posso quotidianamente godere della sua bellezza.
Ma cosa posso fare? Siamo lontani e divisi da un altro oceano e da un continente intero, quindi qualche distrazione è inevitabilmente concessa ad entrambi. Tuttavia il nostro amore, proprio perché difficile, è ancora più intenso, inoltre lo so, lui è un maschio vero ed io una donna che sa aspettare, quindi, non ho dubbi, prima o poi noi due ci rincontreremo.



Devo però confessare che quando questa estate ho rivisto l’Oceano Indiano il suo fascino mi ha turbato senza farmi sentire, tra l’altro, in colpa; in fondo lui è stato il mio primo amore.

La prima volta che c’incontrammo io ero molto giovane e di lui apprezzai, come succede ai superficiali, gli aspetti per lo più estetici. Era bello, caldo e limpido come gli occhi con cui lo guardavo ed era impossibile non invaghirsi di lui. Ma fu più una cotta che un vero amore.
Da allora sono passati molti anni e quando quest’anno ci siamo rivisti la maturità raggiunta mi ha permesso di scoprire in lui aspetti che all’epoca mi erano completamente sfuggiti.
Nell’itinerario del mio viaggio in Africa sapevo perfettamente in quale giorno ci saremmo incontrati ma il conoscere il momento non mi ha salvato dall’emozione che poi ho vissuto.
In una tappa del nostro giro, l’albergo in cui abbiamo fatto base si trovava proprio di fronte a lui ma non mi bastava guardarlo dalla finestra, avevo voglia di un nuovo, vero incontro, volevo arrivargli così vicino d’annusarlo e l’ho raggiunto.
Dall’alto di un’ampia collina sabbiosa ci siamo rivisti. Io completamente ammaliata ho trattenuto il respiro mentre lui in un solo inchino gentile mi scombussolava il cuore; era così languidamente sensuale.




Il sole stava tramontando ed adagiava raggi complici sui riccioli della sua schiuma, sfumandole in tutte le gradazioni del rosa e dell’arancio. Le sue onde quasi argentate scivolavano languide sull’ampia battigia ed il rumore del loro infrangersi musicava alle mie orecchie un sussurro leggero.
L’ammiravo estasiata, era l’immagine perfetta di un dolce principe orientale. Tutto in lui era elegante, pacato e saggio. E’ lo specchio azzurro delle sue genti, e le sue genti riflettono la sua dolcezza.
Ho trascorso soltanto alcune notti in quel luogo fantastico ma ogni pomeriggio, tornata dalle mie escursioni, mi precipitavo da lui. Dall’alto, il mio Marajà mi abbracciava ed io completamente rapita scendevo veloce le ripide scalette per avvicinarmi a lui, il più possibile. Poi inspirando il suo odore, chiudevo gli occhi cercando di prendere il suo ritmo, rallentando i battiti del mio cuore mi facevo silenziosa per poter ascoltare la musica che ancora una volta aveva scelto per me.


5 commenti:

polle ha detto...

Bellissimo Post Maria Cristina! Veramente bello! Anche se io onostamente adoro l'Atlantico, lo preferisco di gran lunga al Pacifico (purtroppo non posso dire nulla dell'Oceano Indiano, non ho mai avuto il piacere di vederlo).
Per me i due Oceani in questione si possono identificare con due uomini, più o meno quello che hai fatto tu (mi chiedo cosa ne pensi marco ;-)). Il Pacifico mi ricorda il tipico Californiano, bello, abbronzato, vagamente piacione. L'atlantico mi fa venire alla mente un pescatore scozzese, duro, segnato dal tempo, con occhi profondi ed espressivi, sempre pronto alla battaglia... Saranno le sue atmosfere maestose, sarà perchè da piccolo ho potuto testimoniare la sua forza (finire nel break point delle sue onde era come essere infilati in una lavatrice che fa la centrifuga), ma per me l'Atlantico ha un fascino impareggiabile. Ultimo consiglio, se a pelo d'acqua ti hanno dato tutte queste emozioni, figurati cosa possono celare sotto la loro superfice...
Un bacio,
polle

M.Cristina ha detto...

E già, chissà quanto ancora saprebbero emozionarmi...
Marco non commenta, come al solito mi guarda e non favella, ormai è rassegnato alla mia Vena di follia.
Anche la tua personalizzazione di questi mari è molto bella e probabilmente il tuo amore per l'Atlantico ti ha permesso di concedergli un aspetto molto più accattivante di quanto non sia stata capace di fare io.
Bene, mi è piaciuto questo confronto, è divertente e romantico perchè quindi non apriamo ad altri la possibilità di raccontare il suo Oceano od anche il suo mare preferito?
Potremmo spostare anche negli altri due blog le nostre due interpretazioni e lasciare poi la parola a tutti i lettori.

polle ha detto...

Sono curioso di sapere cosa ne direbbe il caro Paolo ;-)!!!

Paolo ha detto...

Non conosco gli oceani. Ho solo fatto un bagno nello stretto di Gibilterra e per poco non affogo. Ma amo il mare, la sua maestosità, l'aspettativa dell'ignoto, circostanziata al tuo momento, che ti regala ogni volta che volgi lo sguardo sull'orizzonte. Amo i suoi odori e le immagini della terra in avvicinamento mentre navighi. Adoro la sensazione del sale sulla pelle e la sospensione del corpo nell'immensità della sua acqua viva e piena di altra vita. Sono rare le cose legate al mare che non mi piacciono e pensate: "Ho una inspiegabile e fottuta paura del mare".

M.Cristina ha detto...

Paolo sei grandioso! Pemsieri profondi ed umane contraddizioni...e poi un velo d'ironia.