Ieri ho partecipato alla presentazione di un libro. L’autrice è una ragazza giovane e simpatica che si è cimentata con un filone di sicuro “acchiappo”: il sesso.
Lei con molta semplicità ha raccontato come, casualmente, è riuscita a trasformare il gioco di un dibattito via internet in un contratto editoriale.
Ho ascoltato con attenzione le sue parole, l’itinerario della sua pubblicazione e la soddisfazione che sta provando per una possibilità di promozione veramente ampia e l’ho invidiata per essere riuscita lì dove io ancoro non oso neanche sperare.
Io non tendo all’invidia, se non in pochissimi e rari casi che comprendono nell’ordine: le compagne di Brad Pitt, chi ha la possibilità di viaggiare per gran parte dell’anno e coloro che sono riusciti con merito a fare della scrittura la loro professione. E’ consequenziale perciò che io invidi con benevolenza tutti gli scrittori certificati da pubblicazioni.
La signorina di cui sopra quindi può, volendo, mettermi a tacere pronunciando soltanto due semplici parole: “libro edito”.
Nonostante ciò, ritengo di poter comunque esprimere la soddisfazione che ho provato nel rileggere alcune righe del mio “non ancora edito libro”. Ogni pagina del suddetto è piena di un’attenzione sofferta. E’ “vissuto”, come ama ripetermi un mio estimatore. Non ci sono parole lanciate sul foglio a caso, tutt’altro, la ricerca dei termini è stata degustata e ripetuta tra la mente e le labbra fino a quando non è stata in grado di rendere esattamente la sensazione, l’immagine che io avevo nella mia testa.
Io amo il mio libro e credo in lui. Lo penso da quando sono piccola, l’ho voluto e ambito con tutte le miei forze. L’ho scritto inseguendo ritagli di tempo rubati alla mia vita, ma oggi ne sono fiera e, pazienza se ancora non è edito. Forse un giorno lo sarà e se così non dovesse essere, continuerò a pensare che tanti scrittori si sono visti respingere i loro manoscritti, eppure erano dei geni e soltanto la loro perseveranza ha dato ragione alle loro “indubbie” capacità.
Io sono una persona determinata e tenace e proverò a realizzare questo mio sogno. Se c’è una cosa che ho imparato, infatti, è che la vita premia chi non smette di sognare, chi in qualche modo conserva dentro di se il pensiero magico dei bambini che non smettono mai di credere che tutto si possa realizzare.
Non l’avevo ancora detto ma io oltre che scrittrice mi sento ancora una birba di bambina.
2 commenti:
ciao Cri, bello e sincero, mi è piaciuto il tuo post.
io ti ho linkata sul mio blog e spero che vengano a trovarti in parecchi.
marina
Grazie Marina, la cosa mi farebbe molto piacere.
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