Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

venerdì 30 ottobre 2009

Non m'importa.

Non m’importa se il tempo, la distanza, l’apparente indifferenza cerca di convincermi che nulla di ciò che vivo ha un reale valore.
Non m’importa di chi cammina per il mondo con passo affrettato e tutto sfiora, annusa, o distrattamente assapora per poi lasciarlo cadere, mentre i suoi passi sono già oltre.
I miei no. Io cammino lentamente ed ogni sensazione penetra nei miei sensi e mi appartiene per sempre.
Questo è il mio tesoro, il forziere a cui posso attingere ogni volta che ne ho voglia o bisogno.
E non m’importa se questo appare desueto, io ne conosco il privilegio ed il valore.
Per questo non m’importa se c’è chi, nella frenesia di un vivere senza vivere, scavalca ogni cosa.
Io non scavalco nulla, se non l’inutile.
Ma l’inutile non sarà mai ciò che ho vissuto o provato, ciò che ho guardo od ascoltato, ciò che ho potuto toccare od accogliere e condividere.
Non m’importa di non rischiare, di non soffrire, di non provare.
Non m’importa vivere una vita che non sia una vita.
M’importa vivere e vivere vuole dire guardare il mondo negli occhi e lasciarsi incantare.
Ed allora io m’incanto, e m’innamoro ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.
Che cosa ci guadagno?
“Ci guadagno il colore del grano…”

mercoledì 28 ottobre 2009

La forza delle donne troppo spesso sottovalutata

Le viciende politiche di questa nostra strana e malandata Italia sono sotto gli occhi di tutti.
In questo post però, non voglio entrare nel merito di quanto sta accadendo. Desiderio tuttavia, spostare l'attenzione su un comportamento umano e personale di una donna, di certo ferita, di certo stravolta dagli avvenimenti derivati da azioni altrui che, nonostante tutto, è stata capace di mettere la propria firma, questa volta non solo giornalistica, alla propria vita. La donna di cui parlo è Roberta Serdoz, moglie del ex Presidente Marrazzo, la quale, con un coraggio inusuale, ha capovolto la percezione di quanti la credevano sconfitta nella propria dignita di moglie e di donna.
Roberta Sardoz ha invece spiazzato tutti, tornando nel giro di pochi giorni al suo lavoro di giornalista sia nel programma "Linea Notte" di Rai Tre che, come moderatrice, nel dibattito per la presentazione dell'associazione "Valore D le donne al vertice" che si è tenuto ieri a Palazzo Valentini a Roma.
Mi è sembrato un comportamento esemplare. Un comportamento ed una scelta che mette il luce e restituisce alle donne quel valore e quella capacità di resistere e rinascere che spesso, molto più spesso di quanto sia riconosciuto, ci apprtiene. Questo è essere una donna e non quella gabbia fatta solo di corpi da usare nella quale, ultimamente, veniamo ricacciate
Di seguito riporto dunque la parte finale di un articolo di Giulia Bongiorno sul " Corriere della Sera" in cui prendendo spunto da Roberta Serdoz si racconta la forza delle donne.



Di Giulia Bongiorno
Corriere della Sera

"In questa insolita scelta di forza, Roberta Serdoz rivela un’attitudine che abita le donne, sebbene spesso rimanga nascosta: sapere quando è il momento di prendere in mano la situazione. Essere all’altezza, in un attimo. Dopo essersi adattate, magari per anni, a ruoli anonimi, dimessi, defilati, ma preparandosi silenziosamente ad assumere un ruolo diverso, senza smettere mai di coltivare la capacità di diventare artefici del destino proprio e altrui. Una marcia in più che appartiene alle donne, quasi ontologicamente.Perché sono abituate a combattere, addestrate dalla storia ma anche dalla biologia. Abituate a fare più fatica degli altri, a sopportare un colpo in più e a rimanere in piedi lo stesso. In circostanze normali, non hanno nemmeno bisogno di mostrarlo: lo fanno e basta. In circostanze eccezionali, questa straordinaria capacità emerge in forme e modalità imprevedibili. Come è successo a Roberta Serdoz. Della cui scelta, a prescindere da ogni altra considerazione, mi piace sottolineare la singolarità: quando la nave rischia di affondare solitamente tutti l’abbandonano, lei non solo non l’ha abbandonata ma ne ha assunto coraggiosamente il comando."

mercoledì 21 ottobre 2009

Perchè nella vita è sempre e solo questione d'interlocutori

Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente.
Lev Tolstoj


Dedicato a chi ieri mi ha donato una piccola porzione del suo tempo. Un tempo strappato e voluto oltre i limiti di una giornata impossibile, di una stanchezza evidente, di una difficoltà oggettiva di poterci essere, ma scegliendo contro il " facile" di esserci.
Ho voglia di celebrare la bellezza del tuo gesto, sulla futilità delle tante proclamazione.
Ho voglia di dirti che il tuo volto stanco, stravolto eppure sorridente mi ha regalato un'emozione che non dimenticherò. Sembra assurdo forse, ma credo che mai come ieri sera io ho compreso.
Grazie!

lunedì 12 ottobre 2009

Desiderandoti

Quanto ho amato chi ti ha preceduto… ma ora ci sei tu, uno sconosciuto inizio ed io non sono così forte, mi lascio sedurre dalle promesse che ogni “nuovo” porta con se.
Mi vedo camminare per la città, gli occhi che si colorano di grigio ed il respiro caldo che anticipa in una nuvola i miei passi.
Ti sto aspettando e mi sorprendo a sognarti.
Immagino i colori del tuo cielo, le strade lucide di pioggia, i lampioni che penetrano l’oscurità densa di acqua.
Ho voglio di te, incredibilmente.
Chi ho amato ha liberato i miei sensi, acceso l’allegria dei miei sorrisi, ma ora ho voglia di raccogliere le emozioni, sospirarle nel caldo di una sciarpa, trattenerle nella vivacità di un cappello.
Ho voglia di lasciarmi rapire dalla luce di una candela, di inseguire la corsa di una goccia sul vetro, di volare insieme ad una foglia.
Ho voglia di mani che corrono a cercare la pelle per sentirla brucia sotto la lana di un maglione, di labbra rosse, di occhi sferzati dal freddo.
Ho voglia d’innamorami di te, mio inverno, oltre ogni limite.



domenica 4 ottobre 2009

Il mio secondo libro e la meraviglia degli uomini



Ho depositato il mio secondo libro alla SIAE ed io, da inguaribile sentimentale, mi sono emozionata. Ma cosa posso farci? E’ un po’ come andare all’anagrafe e tornare a casa con il certificato di nascita di tuo figlio. Felice!
Felice per molti motivi. Il mio primo libro è stato un lavoro solitario, autobiografico, in cui nessuno avrebbe potuto aggiungere una sola parola, ed inoltre era il mio primo libro e portava con se tutta la tensione e la fatica di un debutto.
Scrivere questo secondo romanzo è stata invece un’esperienza del tutto diversa. Frutto della mia fantasia e dello scambio continuo che, nel corso della stesura, avveniva spontaneamente con le mie amiche. Le quali, come degne eroine dei romanzi tra lacrime, urla e risa, hanno inondato la mia testa con le loro incredibili storie d’amore, concedendomi, come solo le donne sanno fare, di sviscerare l’amore nelle più azzardate ed acrobatiche combinazioni.
Il romanzo racconta una bellissima storia d’amore, un amore a più facce, in cui nulla è solo ciò che sembra inizialmente. E’ uno sprofondare ed innalzarsi dei vari personaggi in quello che comporta il misurarsi con l’amore. Non si ama mai punto. Ogni storia d’amore ci pone di fronte a quel che siamo in quel particolare momento della nostra vita, contraddizioni comprese. Ed io mi sono divertita davvero tanto nell’inventare ed analizzare, anche perché accanto me, in questo incredibile viaggio ci sono stati soprattutto due amici, due bravissimi scrittori che come prodi cavalieri hanno accompagnato il mio cammino nel mondo maschile. Senza di loro forse non avrei scritto questo libro, o perlomeno non avrei avuto il privilegio di sbirciare e capire un’interiorità maschile normalmente celata. Vi assicuro è stato bellissimo!

Paul è stata la freschezza delle idee, la genialità di spunti grazie a quali ho potuto costruire momenti fondamentali del racconto. Polle, come lo chiamo io, è un uomo giovane, creativo, maschile nelle modalità descrittive che come donna non mi appartengono e che quindi ho ascoltato con grande interesse. Stringato ed asciutto e per questo potente ed efficace. Dalla spudoratezza con cui affrontava passaggi su cui io pudicamente tentennavo, ho imparato tantissimo. Se ho trovato il coraggio di scrivere alcune scene, direi che molto è merito suo. E’ stara la sua libertà espressiva a liberare la mia ed io, grazie a lui, audacemente l’ho lasciata correre. Arriva diceva la sua genialità e correva via, assorbito dai suoi mille interessi. Impagabile.

E poi c’è il mio amico Paolo, il mio vero alter ego maschile in questo libro. Racchiudere quello che è stato il nostro confronto tra il pensiero maschile e quello femminile non è facile. Ma è certo che non dimenticherò mai le nostre infinite discussioni, i litigi, le riflessioni che per mesi si sono svolte soprattutto al telefono mentre tornando a casa, per dare attenzione alle sue parole, mi sedevo sul muretto che costeggia il Circo Massimo e, guardando il cielo, mettevo in fila i le idee, ricapitolavo emozioni. Partivamo quasi sempre da punti di vista che sembravano inconciliabili “uno sporco maschilista egoista” gli dicevo e lui lì paziente a spiegarmi ciò ch a me come donna sembrava inaccettabile. Ma poi, lentamente tutti i ragionamenti lavoravano ed insieme arrivavamo a comprenderci, a spiegarci emozioni e comportamenti. Ed insieme a noi cambiavano i personaggi, mutava la storia, cadevano certezze, prendevano vita nuovi pensieri. Polle volava sopra di noi, ed io e Paolo scendevamo nella profondità dell’anima. Come descrivere meglio questo incredibile viaggio?
Il libro è cresciuto con me e chi lo leggerà avrà modo di comprendere quanto sto dicendo.
E tutto questo è stato possibile perché la vita mi ha regalato due persone speciali, due uomini che non involontariamente, ma anzi con slancio e animo nobile hanno scelto di regalarmi qualcosa di prezioso, qualcosa che appartiene a loro ed ora anche un po’ a me. Questo secondo me fa la differenza. Ci sono persone e persone, ci sono uomini ed uomini e loro, lasciatemelo dire, sono di livello superiore. Ed io li adoro!