Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

martedì 8 dicembre 2009

Quello che non t'immagini



Si parte e si torna, o non si parte e si resta, è solo questione di scelte ed in genere di coraggio. A volte bisogna averlo per partire, altre volte per saper restare. In ogni caso si compiono cammini, non fosse altro che dentro di noi. Ed io non conosco confini, se non quelli interiori che mi sforzo di oltrepassare. Un nuovo passo ed ho l’impressione di aver girato il mondo, di averlo capovolto ed esplorato da nuove prospettive. Ci sono dei momenti poi, in cui so perfettamente che quello che sto per intraprendere sarà un cammino decisivo, uno di quelli che mi condurrà ad un punto di svolta, un lo scambio tra due binari. E questi sono le situazioni più complesse, gli attimi in cui so che la paura potrebbe bloccarmi, impedendomi di compiere quello che la vita gentilmente mi sta offrendo di vivere. E’ strano rendersi conto che proprio le opportunità più importanti sono quelle che rischiamo di non cogliere e quindi di non godere. Paradossale eppure quasi ovvio. Ed anche negli ultimi due viaggi che ho compiuto la paura ha cercato di rubarmi l’emozione. In entrambi i casi tutto sembrava suggerirmi di non fare, non dire, non andare ed io ho tentennato, come è umano che sia, lottando con me stessa, contro la mia razionalità che segue logiche diametralmente opposte a quello che il mio cuore cerca di dirmi. Ed io sto lì, in silenzio cercando di far tacere l’inutile frastuono dei timori e delle fredde logiche per riuscire ad ascoltare e, solo quando la voce dell’istinto diviene chiara, decido. E così che una decina di gironi fa, strapazzandomi un po’, ho preso l’aereo e sono partita per la Lituania, contraddicendo qualunque opinione esterna che cercava d’intimorirmi. Ogni scelta comporta dei rischi, ma è il dolore del rimpianto che mi appare intollerabile e quindi cerco di guardare dritta negli occhi la mia vita e poi, con buon senso, accetto le sfide che mi porge. Accompagnare un gruppo di studenti adolescenti, in uno scambio interculturale con altri studenti adolescenti di un paese tanto lontano dal nostro. Poteva essere molte cose questo viaggio, ma sapevo che tutto quello che la mia fantasia potevo arrivare ad immaginare non sarebbe mai stato quello che veramente avrei vissuto. Ed è esattamente questo particolare, ossia la capacità che la vita ha di sorprendermi, la meraviglia a cui non so rinunciare. E così è stato. Un viaggio, metaforico o reale, non è mai un solo viaggio. Di più, un viaggio non è mai un “ solo” viaggio; almeno per me. Per me che un po’ incoscientemente mi lascio inondare da quello che mi capita, aprendo i pori della pelle, permettendo alle emozione di entrare senza filtri fino al cuore. Sarà sempre per questo mio modo d’essere che poi mi capita di vivere situazioni inusuali, momenti improbabili. Non penso di essere baciata da una vita particolarmente creativa, è solo che di volta in volta le vado incontro ed accolgo ciò che mi porge.
E dopo, dopo mi ritrovo diversa, più ricca, capace di vedere oltre gli orizzonti che fin lì credevo d’aver raggiunto. Il viaggio nell’intenzioni era uno scambio culturale che però, ad un certo punto, si è trasformato in uno scambio emozionale, durante il quale io mi sono trovata faccia a faccia con il cuore di dieci meravigliosi ragazzi. La loro bellezza, la loro capacità ancora così pura di saper mostrare le proprie emozioni, magari non comprendendole totalmente, ma accentandole tra le ciglia bagnate, è stata una cascata di ossigeno profumato.
Io, donna adulta abituata a confrontarmi con le mille maschere dei miei colleghi adulti, così certi di se e delle loro impolverate convinzioni da sembrare, a confronto di tanta bellezza, stantii personaggi da operetta.

Questo post è dedicato a i miei dieci splendidi compagni di viaggio con il mio più grande GRAZIE!!!





1 commento:

marina ha detto...

brava Cri!
baci, marina