La stanza del tè è un luogo fisico ma è anche un luogo mentale. Le persone che si muovono al suo interno escono temporaneamente dal mondo e dal suo affanno per contemplare, durante il rito del tè, il vuoto dove dimenticare la razionalità e raggiungere un approccio totalizzante con le cose e le persone.
Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post
giovedì 19 febbraio 2009
"Alcuni dicono che"
Alcuni dicono che quando è detta la parola muore.
Io dico invece che proprio quel giorno comincia a vivere.
Emily Dickinson " Alcuni dicono che"
7 commenti:
Anonimo
ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Sono in sintonia con Paola, anche se io dico parole. Parole, parole, parole....che scivolano sulle ali dell'indifferenza, dette perchè bisogna dirle, dette da qualcuno che devi ascoltare per forza, ascoltate dalle tue orecchie e non dal tuo cuore, oppure rimbalzate dai tuoi timpani nello spazio vuoto perchè ti fanno paura. Parole che si imprimono indelebili per sempre, suoni melodiosi cantati solo per te, slogan che prendono vita nutrendosi delle energie disperse e muovendo all'azione e alla discussione moltitudini di persone sparse nella diversità del mondo.
Le parole hanno stimolato i vostri commenti e tutti ci ritroviamo d'accordo sull'impatto che esse hanno su di noi.
Clelia è bello il concetto delle parole senza emozione, vuote e per questo incapaci di penetrarci, ed anche Paola mi sembra in linea con il tuo pensiero e con il mio.
Che dire poi del commento di Paolo, un post nel post bellissimo e affascinante. A forza di confrontarci sulla scrittura stiamo diventando una fucina di idee e di staffetta intellettiva per l'altro.
7 commenti:
A parte il commento di spam qui sopra dico che hai ragione. Pienamente ragione. Quando la si dice è come farla nascere...
Ebalsemin mi sembra una poesia bellissima.
Sono d'accordo... solo le parole inutili dette senza volontà o senza sentimento muoino il resto si imprime nella memoria e fa parte di noi.
un abbraccio da Londra
a risentirci per l'interview... ora sono oberata di cose...
Clelia
...dipende dalla parola...
ti abbraccio!
Sono in sintonia con Paola, anche se io dico parole. Parole, parole, parole....che scivolano sulle ali dell'indifferenza, dette perchè bisogna dirle, dette da qualcuno che devi ascoltare per forza, ascoltate dalle tue orecchie e non dal tuo cuore, oppure rimbalzate dai tuoi timpani nello spazio vuoto perchè ti fanno paura.
Parole che si imprimono indelebili per sempre, suoni melodiosi cantati solo per te, slogan che prendono vita nutrendosi delle energie disperse e muovendo all'azione e alla discussione moltitudini di persone sparse nella diversità del mondo.
Le parole hanno stimolato i vostri commenti e tutti ci ritroviamo d'accordo sull'impatto che esse hanno su di noi.
Clelia è bello il concetto delle parole senza emozione, vuote e per questo incapaci di penetrarci, ed anche Paola mi sembra in linea con il tuo pensiero e con il mio.
Che dire poi del commento di Paolo, un post nel post bellissimo e affascinante. A forza di confrontarci sulla scrittura stiamo diventando una fucina di idee e di staffetta intellettiva per l'altro.
Grazie a tutti voi.
Posta un commento