Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

domenica 10 febbraio 2008

Interni di un ufficio

Come sempre premetto che: la storia non ha riferimenti a personaggi o fatti realmente accaduti ma è unicamente frutto della mia fantasia.


Mega cena di lavoro, saranno presenti personalità ed interi staff, organizza: il mio capo.
Le riunioni si accavallano con l’approssimarsi della data, vengono distribuite i compiti ed ognuno di noi avrà il suo bel da fare ed ovviamente per la cena siamo tutti a disposizione.
Le segreterie dei capi in linea di massima sono dei piccoli harem: più è potente il capo e più il suo harem sarà grande. Come accadrebbe nella vita, se la nostra società lo prevedesse. E’ così, fateci caso.
E noi siamo tantine. Le due iene ( una bionda ed una bruna, come a San Remo con l’unica eccezione data dall’età ormai matura delle due, per il resto, le due si scannerebbero vive per un attimo di ribalta in più. Nulla di nuovo insomma) e noi, le più basse in grado, in tutto quasi dieci persone più alcuni uomini che in linea di massima se ne fregano delle nostre beghe ma che io comunque non invidio. Anche per loro, in mezzo a tutte queste donne, le giornate non sono mai facili. Ma loro sono più furbi: si coalizzano e spalleggiano.
Regolatevi voi.
Insomma la cena si avvicina e le due iene iniziano ad entrare in fibrillazione. Le più giovani pungolate dalle super top e pressate dall’inesperienza sentono crescere l’ansia ed io e Vittoria, le mezze veterane, cerchiamo di tenere botta. Tutto già visto, decine di volte, non mi agito più anzi, per lo più sbadiglio. Siamo pronte a respingere gli spruzzi di veleno ed i ringhi diabolici delle due super top della segreteria.
Arriva il gran giorno, appuntamento nel mega albergo che ci ospiterà. L’abbigliamento scelto con cura, l’abito non farà il monaco ma magari riuscirà a far schiattare d’invidia una delle due iene. Vuoi mettere!? Un ghigno di rabbia varrà pure qualcosa.
Sembriamo delle body gard, tutte provviste di cellulare, piantina alla mano e continue perlustrazioni nelle sale. Neanche dovessimo scovare una bomba.
Arriva il Capo, sciamiamo come api intorno al miele: è una passerella, ognuna cerca di sembrare più efficiente di quello che è. Da San Remo mi sento proiettata a Miss Italia. Quando arriveranno gli ospiti infatti, oltre che efficienti dovremmo essere sorridenti ed affabili. Mi chiedo se, quando saranno tutti seduti, inizieranno a tirar su la paletta dandoci i voti. Ma è una mia allucinazione, la scaccio via e trotterello in qua ed in là.
Le due iene si contendono la gestione dei tavoli più importanti e sono quindi schierate come Caronte nei corridoi principali. Noi siamo relegate ai tavoli di secondo piano e le novizie a quelli vicino ai bagni. Sembra assurdo ma la gerarchia è gerarchia, anche sulla gestione dei tavoli.
Alla cosiddetta spicciolata iniziano ad arrivare gli ospiti i quali, poveracci, non conoscendo le alienazioni della nostra gerarchia e si rivolgono alla prima di noi che incontrano.
Le iene ci lanciano occhiate di fuoco, gli ospiti più importanti sono affar loro e guai a togliergli questo onore. Sarà che non me ne frega niente, sarà che sono un tipo sorridente ma uno dei vip mi punta e si dirige dritto dritto verso di me. Gli sorrido affabile, pronta ad indicargli il tavolo ed una delle due iene, ma non faccio in tempo, la iena nera super top è già alle mie spalle e, neanche fosse dotata di poteri da super eroe, allungando un braccio a dismisura l’afferra quasi strattonandolo, per sottrarlo a me.
Il vip un po’ interdetto mi guarda imbarazzato:” Mi scusi, è così carina che l’avevo scambiata per una hostess addetta alla cena.”
“ Non si preoccupi, la signora è ha sua completa disposizione.” E li guardo allontanarsi ridendo.
Lui è decisamente deluso, la iena fa il fumo dalle orecchie perché in una botta sola non è stata reputata tanto carina da sembrare un hostess ma quello il ruolo in cui da sola e nonostante l’ambizione si è auto relegata. e tanto per fare una cosa nuova mi chiedo il senso di questo sgomitare. Possibile che a cinquant’anni suonati è ancora convinta che sia un privilegio accompagnare gli ospiti ai tavoli? E’ proprio vero che la rivalità femminile non conosce confini ed è la peggiore nemica delle donne.
Contenta lei.

8 commenti:

Mat ha detto...

storia di ordinaria giornata di lavoro..

assolutamente realistica.

che bello leggerti!

buon inizio settimana!

M.Cristina ha detto...

Grazie mat buona settimana anche a te.

Anonimo ha detto...

Bello, divertente. Mi piacciono i ritmi incalzanti e auto-ironici.

M.Cristina ha detto...

Ciao pdbmaster, grazie per i complimenti, inizio a montarmi un po' la testa ma sono contenta di essere per tutti voi una piacevole lettura anche nel caso di questi piccoli racconti. Interni di un ufficio continuerà. A presto.

Anonimo ha detto...

Però se raccontassi cose vere, sarebbe il massimo ;)

M.Cristina ha detto...

Io vivo nel mondo ed anche se ho molta fantasia qualcosa di mio c'è sempre. Soltanto che ingarbuglio le cose, le tiro per aria e scrivo in ordine sparso, così non si offende nessuno.
Questo, ovviamente vale per i racconti.

Anna ha detto...

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M.Cristina ha detto...

Grazie Anna del tuo pronto intervento, ho ricevuto varie indicazioni ed ora proverò a metterle in pratica.