La stanza del tè è un luogo fisico ma è anche un luogo mentale. Le persone che si muovono al suo interno escono temporaneamente dal mondo e dal suo affanno per contemplare, durante il rito del tè, il vuoto dove dimenticare la razionalità e raggiungere un approccio totalizzante con le cose e le persone.
Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post
lunedì 17 ottobre 2011
Come in un caleidoscopio
Un piccolo movimento e tutto cambia.
Così è la vita.
Così è la mia vita.
I colori base sono quelli, le combinazioni possibili sono infinite.
Un libro.
Una musica.
Un incontro.
Piccole navicelle capaci di trasportarmi in luoghi sconosciuti.
Pochi mesi, quanti ne potrebbe contenere una mano che semina, ed un susseguirsi di conoscenze che rivoluzionano la percezione di ciò che chiamavo orizzonte.
Credevo di poter camminare verso un punto.
Mi sbagliavo.
E’ possibile muoversi verso più punti.
Cinque libri.
Due stazioni radio.
Uomini e donne portati dal caso. Forse.
I soliti accadimenti della vita.
Piccoli pezzettini di vetro colorato.
Un piccolo scatto della mano.
I vetrini colorati si muovono formando nuovi disegni.
Come è possibile non cambiare?
Eppure c’è chi pensa che il tempo, o meglio ciò che è avviene dentro il tempo, non modifichi ciò che si è.
Ingenuità?
Qualche anno fa nel mio primo libro scrissi: “Non è assolutamente vero che le persone non cambiano mai. Le persone cambiano se decidono di farlo, se scelgono di essere dentro la vita senza corazze impenetrabili”.
Correva l’anno 2005.
I miei colori base sono ancora gli stessi, ma le combinazioni sono cambiate molte volte.
Questo pensiero mi appartiene ancora.
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