Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

martedì 19 luglio 2011

Abbandonarmi



E dopo molti se ed infiniti mah, dopo i boh ed i non so, i forse ed i chissà ho pensato che…
Basta sterrati polverosi, faticosi sentieri, impervie salite.
Ammetto che istintivamente cadrei nell’abituale solco: afferrare il senso, decidere i tempi, le azioni, i come ed i perché. Controllare è debolezza, è vizio umano dal quale è difficile distaccarsi.
Ma qualocosa di nuovo mi tenta.
Arrendermi.
Arrendermi al non sapere, al non capire, al lasciare andare.
Sarà pigrizia o saggezza?
La vita è mistero dal suo inizio. Una combinazione di cellule ha prodotto me, una minima variazione avrebbe creato altro. Cosa pretendo di voler svelare io?
La vita scorre dentro di me, intorno a me, va.
E non mi dispiace l’idea di starci dentro senza chiedermi continuamente chi la porta fin qui, o dove mi condurrà.
Tutto sommato posso procedere lenta e godermela. Lasciarmi attraversare, accoglierla, assecondarla. Osservare gli altri interpreti, le passioni, le fatiche, i viaggi ed i ritorni.
Abbandonarmi.
Sto calcando la scena e sono tra le poltrone. Non è poco per un solo spettacolo, perché voler conoscere a tutti i costi l’intero copione?
Un foglio al giorno, una battuta via l’altra cercando di essere dentro all’oggi, nella scena attuale.
Già questo potrebbe bastare.
Non posso controllare il mondo, quello che sarà, i tuoi pensieri, i miei pensieri.
Sarò diversa domani? E tu chi sarai?
Intanto siamo qui e non so perché, ma improvvisamente mi sembra uno sforzo improbo voler anticipare ciò che il tempo prima o poi potrà spiegarmi.
Abbandonarmi…adorabile sensazione!
Ognuno interpreta il proprio ruolo ed il fato mescola tutto a suo piacimento. Ci concede. Ci depenna. Ci rimette dentro quando eravamo certi di aver saltato un tempo, perso un treno, sbagliato l’entrata, quasi sempre l’uscita.
Inutile corre troppo avanti.
Stolto guardare sempre indietro.
Assurdo pensare di poter decidere il montaggio di uno spettacolo del quale non conosciamo la scena successiva.
Esserci può bastare.

Nella foto l'opera " La vita" di Marcello Dudovich

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornata.
Bello.
Un concetto come quello di abbandonarsi o arrendersi, pieno di varianti imprevedibili, porta a immaginare scenari molto complessi nella mente di chi è abituato ad analizzare la realtà in modo attento,razionale e obiettivo (naturalmente rispetto al proprio metro di confronto). L'istinto di sopravvivenza e le domande alle quali non si riesce a dare una risposta soddisfacente, solleticano continuamente queste menti alimentando il desiderio del controllo. E' difficile restare indifferenti ai sussurri urlati dal mondo che ci circonda. Certo, la sensazione di sollievo che può dare il non sapere e il non capire è fantastica, ma io penso che una mente simile finisca per arrendersi, si, ma in modo ... controllato e discontinuo. A me capita così.

M.Cristina ha detto...

Hai ragione, di certo l'arrendersi al non capire e di conseguenza al non controllare, non si può sempre applicare,o non sempre ci si riesce, ma per me è tendenzialmente così. La sete di controllo mi è passata da un bel pò e, posso affermare, che vivo molte meglio. Però non è tutto merito mio, la vita stessa mi ha insegnato che posso controllare fino ad un certo punto, il resto lo decide lei ;-)
Detto ciò lo scivolare mentalmente in una condizizione di poco controllo solleva, allieva e rende molto meno pesante l'esistenza; su questo non c'è dubbio. Però bisogna esserci tagliati, per una mente razionale e controllatrice è un triplo salto carpiato nel vuoto...paura, paura, paura!!!!!