Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

martedì 12 ottobre 2010

Per quanto possibile, nessun rimpianto






Un amico pubblica un video su Facebook.
Scena clou di un film in cui lui dice a lei: “Quella volta sulla barca avrei voluto baciarti.”
“Anche io.” Risponde lei.
Si baciano.
La vita ha concesso ad entrambi una seconda opportunità.
Nulla di originale. È stato scritto e raccontato molto da cinema e letteratura sulle parole non dette, i gesti trattenuti, i rimpianti che accompagnano sia gli uni che gli altri.
Ok, questo è un aspetto della storia, quello che poteva essere e non è stato.
Ma non è quello che m’interessa. A me la scena di quel film ha fatto venire in mente altro, ha aperto il pensiero verso tutti quei pezzi di vita che mi riguardano e che io non conoscerò mai.
Quante parole erano per me è mi sono state sottratte, quanti gesti che avrei accolto con gioia mi sono stati negati, quanto di me è rimasto dentro ad una persona senza che me ne abbia fatto mai  partecipe?
Improvvisamente questa ovvietà mi è apparsa un’enorme ingiustizia, quasi insopportabile per il danno emotivo che mi ha procurato. È un tesoro che mi è stato celato, nascosto. Una ricchezza che mi avrebbe permesso di camminare con più baldanza tra le strade di questa terra complicata. Una coperta calda ed avvolgente che avrebbe reso più morbide le miei notti, più dolci i miei ricordi, più profondi alcuni legami.
E chi ci ha guadagnato in questo insopportabile silenzio emotivo? Nessuno credo.
E non capisco perché a volte, e sempre che ci dica bene, sia necessario attendere decenni per conoscere una parola, un sentimento, fosse anche un  pensiero che non poteva che farci piacere.
Uno strano muro di pudori s’innalza spesso tra noi ed il resto del mondo. Una timidezza che blocca  parole belle, gesti affettuosi, conferme sulle nostre qualità.
Una strana riservatezza che ci colpisce, a ben guardare, molto di più sul bello da dire piuttosto che sul brutto, come a buon senso apparirebbe ovvio. Ed invece a causa di uno strano fenomeno, le brutte parole, i pessimi gesti, le maleducate azioni ci vengono che è una meraviglia, fluide e spontanee. Per il resto siamo tiranneggiati da invincibili rossori.
Esseri paradossali noi umani.  
Ieri sera ho chiesto ad un mio amico: A te piace l’autunno?
“ L’autunno era il periodo dell’anno in cui progettavo di venirti a trovare. D’allora amo questa stagione.”
Una domanda banale, una risposta inaspettata, un’emozione regalata.
Questo particolare così carino, così tenero è rimasto per decenni nel cuore di un uomo a cui sono molto legata. Forse era mancata l’occasione per dirmelo, probabilmente non era indispensabile che io lo sapessi, ma a pensarci bene se non con me con chi avrebbe dovuto condividere questo ricordo?
E poi, ma perché mai avrebbe dovuto nascondermelo? Cosa c’è di così disonorevole nel dire ad un’altra persona: sì, tu per me conti? Cos’è questa strana vergogna che ci assale nel dover ammettere che la persona X ha un suo posticino nel nostro cuore? Cos’è tutta questa aridità, questa mestizia affettiva?
Ma non vi sembra follia pensare che, senza saperlo, noi spesso viviamo migliaia di vite parallele nel cuore e nella mente di chissà quanta gente. Vite in cui continuiamo ad esistere, nutrire, emozionare.
In fondo è come se ci venissero sbarrate delle finestre dietro alle quali noi “ ci siamo” oltre la nostra percezione di quotidiana realtà.
Non tutto si può raccontare, i segreti hanno il loro fascino, ma io propongo un termine temporale di là da del quale per diritto ciò che ci appartiene, poiché l’abbiamo suscitato, ci venga in qualche misura restituito, o per lo meno venga con noi condiviso.
E tanto perché non pensiate che predico e non pratico la mia filosofia da diversi anni è: per quanto possibile nessun rimpianto.


4 commenti:

rodgrei ha detto...

Che dire di tutto ciò.
E' un post stupendo.

M.Cristina ha detto...

Che dire...Grazie!!!!!

Clelia ha detto...

ho letto su fb? sono qui per dirti che il verde me gusta mucho!

I like it!

Clelia

M.Cristina ha detto...

Clelia, forse si potrebbe dire che un bosco è poco inerente con il nome del blog, ma io sono una scrittrice e lavoro con la fantasia. Inoltre la stanza del te, più che un luogo fisico è nella sua essenza un luogo mentale, così come può esserlo un bosco che per me è un percepito come una dimensione di raccoglimento tra me e la natura, oltre che di rilassamento.
Baci
Ed i