Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

giovedì 4 marzo 2010

L'attimo sospeso


In poche ore sono inciampata più volte sullo stesso concetto ed io non credo alla casualità.
Una porta girevole, due direzioni opposte, un qualcosa che scivola via.
Due vite che incrociano il loro cammino.
Potrebbe sembrare la scena di un film.
Passi affrettati che rallentano concedendo il tempo di volgere lo sguardo al di là del vetro.
Storie, sogni e destini che si sfiorano. Cosa può esserci di più affascinante?
Succede miliardi di volte, ogni giorno, ma solo in alcuni casi l’attimo si ferma, l’inquadratura si restringe e quella vita entra nella tua vita confondendosi con la tua storia, i tuoi sogni, il tuo destino.
Perché?
Perché quella persona e non un'altra? Perché in quel preciso momento e non in un altro momento?
Esiste un tempo ed ogni cosa ha il suo tempo, una direzione, una finalità.
Cerchiamo i nostri incontri, attiriamo ciò di cui abbiamo bisogno.
Ma ci sono incontri che è difficile sbrogliare, esperienze che restano sospese in un limbo di “non so”.
E ti chiedi quale sia il senso, la finalità che proprio non sai afferrare.
E quella voglia di capire ti spinge oltre, oltre quella porta girevole, oltre la direzione che sembrava definita. Stavi entrando, stavi uscendo, è una metafora, un dettaglio, non lo sai.
Sai che quella porta ti ha concesso una possibilità che non avevi considerato. Un passaggio in una dimensione sconosciuta. Puoi ignorala ma sarebbe come voltare le spalle ad una magia. Impossibile! Ed allora accetti la sfida e cerchi le risposte a domande mai formulate, t’inoltri fino ad orizzonti sconosciuti. Cosa c’è oltre? Capirlo era forse ciò che stavi cercando senza saperlo.

3 commenti:

Giampaolo ha detto...

Io invece (e come ti sbagli?!) credo nella casualità. Ed è proprio nella gestione dell'improvviso e dell'inaspettato che la vita si svolge e l'individuo si caratterizza. La porta girevole, per quanto sia una immagine molto bella, è sempre e solo una porta: una scelta fra due possibilità. Ma la porta girevole diventa perfetta per spiegare la situazione (comica e disperata) di chi rimane a girare dentro a e non riesce ad uscirne.

M.Cristina ha detto...

Caro Giamp, come a volte capita, ci troviamo su due pensieri opposti e non è un caso che ciò avvenga su un argomento come questo. Credere nella casualità o meno, a mio parere, demarca la filosfia con cui approcciamo alla vita. Ne siamo responsabili, non ne siamo responsabili. O perlomeno non in così grande misura. Io sono portata a credere che il libero arbitrio sia fondamentale e lo sia soprattutto nel modo in cui intrepreteremo ciò che ci capita lungo il cammino.Potremmo avere, sempre a parer mio, un approccio passivo - è capitato non so perchè non so per come, e quindi non posso farci niente. O attivo, cerchiamo di capire perchè, cerchiamo di capire per come e soprattutto se non ci riesco, poichè la spiegazione è fuori dalla mia capacità, allora almeno vediamo come posso interpretare e vivere quello che mi è toccato in sorte.
Certo l'argomento è ampio e magari l'affronteremo nelle sue sfumature davanti ad un buon te.
Baci

Anonimo ha detto...

imparato molto