Incontro il tuo viso e sono passati decenni.
Nei ricordi eri sempre il “piccolo”, al massimo il giovane, il bel giovane.
Però, mai allineati, mai veramente amici.
Ma il tempo sa annullare distanze e ti scopro coetaneo.
Come è possibile averti pensato sempre tanto piccolo? Ostinatamente, anche quando gli amici di te iniziarono a raccontarmi ben altre leggende. Eri cresciuto, mi dicevo, ma pur sempre lontano da me, dai miei anni di donna.
Ho solo qualche minuto per pensare, tu sei già qui e mi stai venendo incontro.
Mi alzo dalla sedia, ad un passo di distanza i tuoi occhi scivolano su di me.
Che strana sensazione sentire sul mio corpo il tuo sguardo adulto.
Tra noi non c’è confidenza, solo conoscenza, eppure lo usi deciso e privo di pudore.
Ma diamine, tu per me sei sempre il “piccolo” che sfiorava le nostre uscite da “ grandi” ed ora, come fossi il tempo annulli distanze?
Mi perdo in una ricapitolazione del nostro attuale ritrovarci mentre tu, senza darmi tregua, trasformi immagini.
Il tuo linguaggio è disinvolto, brillante. Pennellando frasi componi il tuo quadro e ti sveli uomo anche nell’anima.
La pioggia, il silenzio delle tue notti, o la voce del vento che passa a salutarti nel lungo inverno di una terra tanto amata; come ti penserò diverso da oggi in poi…
In questa serata che profumo di campagna sei un’emozione a cui non ero preparata.
Ma è stato bello rivederti o forse sarebbe più giusto dirti: “ E’ stato bello vederti.”
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