Da " Mio padre mi chiamava Luna"
Mio padre mi chiamava Luna.
Ed il mio cuore batte forte ogni volta che ci penso.
Mi ritornano in mente le tante serate spese nel chiacchiericcio fitto dei nostri ricordi.
La luce spenta, la finestra aperta, il bagliore discreto della sfera argentata. Lui disteso nel suo letto ed io seduta accanto a lui, a gambe incrociate, a raccontarci.
Chissà se fu in uno di quei momenti che sovrappose me alla luna. Mi piace pensare che fu così.
In quelle serate così nostre, i contorni della stanza sfumavano, il pudore della notte nascondeva ogni oggetto sgradito alla nostra vista e come degli attori, soltanto noi restavamo illuminati dall’eleganza di quel lieve fascio di luce.
Quante cose ci dicemmo. Recuperammo un’esistenza.
Avevo attraversato la mia vita nell’attesa di quei momenti ed essi arrivarono solo alla fine della nostra storia. Ma non ho rimpianti. C’è un momento per tutto, ed il nostro arrivò allora, e questo deve bastarmi.
Io ho vibrato. E può non capitare mai in un vita mal interpretata.
Un battito.
3 commenti:
Che dolce struggimento, Cristina!
Leggerti è un piacere per lo spirito.
ma qui si rischia di ripetersi, ma io adoro il tuo modo di scrivere..
Bastian e mat@ ed io non so più cosa dire per non sembrare una sdolcinata donna ripetitiva ma tant'è, io vi ringrazio per l'energia e l'entusiasmo che sapete trasmettermi.
Un bacione a tutti e due.
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