Ho partecipato al Convegno degli Stati Generali dell’Editoria e devo dire che è stata una giornata interessante. Vi risparmio la tristezza dei nostri politici, le loro parole insulse e vuote, la mancanza totale di una, reale, politica capace d’incentivare una cultura ormai ridotta ad entità agonizzante. Ma vi racconterò di tutto il resto.
Intanto vorrei comunicare a tutti che la Spagna è il paese in cui espatriare se la cultura è elemento nutritivo della vostra vita, come il pane e la nutella per intenderci. Durante una sessione dei lavori, ha parlato, per una mezz’ora buona il Ministro della Cultura del Governo Zapatero. Standing Ovation a go go. La sala dei compassati ed incravattati invitati ( editori, giornalisti, librai, e fruitori di vario genere) si è spellata le mani e poi è uscita a comprare di corsa un biglietto aereo dell’Iberia – l’ Alitalia, non so perché, non ha lo stesso allure - destinazione: terra di Spagna, luogo in cui tutti i presenti vorrebbero vivere, per recuperare speranze ed illusioni ( In Italia potremmo riportare solo quelle, le speranze le lasceremmo lì, tanto è inutile appesantirci) e immaginare che “Cultura si può fa” ( come dice Obama ed il più nostrano Walter), basta decidere che si Vuole. Il concetto principe della linea Zapatero è, infatti, il seguente: “ La cultura non è una spesa ma è un investimento.” Per favore! ora non mettetevi a piangere perché quello che segue è un concetto ancora più emozionante e quindi, per i noi disabituati a tanta grazia, inconcepibile.
Lo slogan della manifestazione era: “ Più cultura più lettura più paese.” Il che, di suo, sarebbe già promettente, ma sentite come l’ha corretto il suddetto Ministro illuminato: “ Per me – ha detto- andrebbe cambiato in “ Più cultura più lettura più democrazia.” DEMOCRAZIA!!!! ha detto L’IDEALISTA. E a quel punto la sala ha iniziato a singhiozzare come una fosse la ola di una tempesta tropicale. E sì, perché poi ha aggiunto: “ Un paese che legge è un paese che conosce e la conoscenza porta alla democrazia.”
A questo punto sono scattati i lamenti, tipo ululati dei lupi alla luna, e lui ci guardava, a dire il vero, un po’ sorpreso ed anche, forse, interdetto. “ Noi pensiamo – ha continuato- che solo attraverso una cultura diffusa uno stato può giungere ad una vera democrazia.” Non comprendendo che le sue parole non facevano che rigirare ed infilzare sempre più il coltello nelle nostre ferite purulente.
Voi capite!!!! in Spagna lo stato vuole promuovere la cultura perché quella è la strada della conoscenza ed il sapere apre le menti e quindi eleva gli animi dalle bassezze umane e li conduce dritti dritti verso un livello sociale più alto e nobile. Il tutto senza virgole così rimanete senza fiato come è capitato a noi, disillusi presenti.
Senza fiato è così che siamo rimasti. In Spagna ci sono investimenti annui di decine di milioni di euro. Se un sindaco non provvede ad aprire nel proprio comune una biblioteca pubblica ne risponde al Ministro e quindi in pochi anni i comuni stanno provvedendo a questa democratica iniziativa. I famosi mass media, sono spinti ed incentivati dal Governo a promuovere il concetto che la lettura è indispensabile- INDISPENSABILE- e nessuno lo mette in dubbio. NESSUNO!!!! Ha detto anche questo. In conseguenza di ciò tv, giornali e qualunque altro mezzo d’informazione è tenuto e prestare i propri spazi alla diffusione di questo concetto. I presenti, è comprensibile, a codesto punto hanno iniziato ad abbracciarsi tra di loro, scambiandosi pacche consolatorie sulle spalle, alcuni, lo devo ammettere, sono arrivati anche a dei materni bacetti sulle tempie.
Credo che sia inutile aggiungere commenti. Io vi dico che sentito tutto ciò non sono stata in grado di aspettare l’intervento del nostro Ministro alla Scuola, e sono andata via. Il rischio concreto era, per la sottoscritta, un tuffo con pietra al collo nel vicino Tevere.
Il nostro povero paese che ha una popolazione ( i dati sono stati forniti durante la stessa manifestazione) per circa il 20% incapace di comprendere un concetto che vada al di là di “ Il latte è sopra il tavolo” – questo è stato l’esempio portato- è un paese che sta affogando nell’incapacità di comprendere l’articolazione di pensieri più ampi e quindi è una popolazione manovrabile alla quale, guarda un po’, si parla per slogan senza dare spiegazioni precise sul come e quando. Nel nostro paese, il concetto pressante è esattamente l’opposto di quello spagnolo: meno cultura meno conoscenza meno, meno, meno. Perché, ci fanno intendere, la cultura è uno spreco di risorse e quindi non si va ad investire in ambiti così improduttivi. Mentre, in Spagna o in Gran Bretagna ( era presente anche una rappresentante del progetto culturale inglese) questi ingenui di politicanti stranieri hanno pensato, gli ingenui, che la cultura è un investimento non solo sul futuro ma anche nel presente, poiché contribuisce a creare posti di lavoro e fatturati e quindi consumi. Ma guarda un po’ che strane idee che hanno sti stranieri.
Le conclusioni e le deduzioni mi sembrano abbastanza CLARE, direbbe il sempre suddetto Ministro. Io so soltanto che, per il breve lasso di tempo in cui lui ha diffuso la polvere magica della cultura “possibile”, ho sentito il mio cuore alzarsi verso limpidi orizzonti. Ma è stato un attimo la realtà mi aspettava nel tg della sera, nelle solite vacuità del mio “ Bel Paese”.
Ora ho scritto troppo e quindi per il resto vi rimando ad un altro post.
E pensare che oggi volevo parlarvi del mio incontro con una lumaca…
8 commenti:
Avevo già la valigia pronta...adesso mi tocca solo chiuderla e spiccare il volo verso la penisola iberica! che tristezza la nostra italietta dove poche persone sanno fare il proprio lavoro...meno cultura, meno conoscenza, meno educazione, meno autocritica...l'unica cosa che oggi mi consola è pensare al tuo prossimo post sulla lumaca!
paola olè dancer
Sì,sì, sì promesso il prossimo sarà sulla simpatica lumaca... ma vuoi mettere la dolcezza?
Baci
ecco, io sono uno di quelli che comprerebbe subito il biglietto
Mat: allora prenoto anche per te...
¿Hispania Felix?
Anonimo:Non so se Spagna=felicità, non credo a queste deduzioni generalizzate, riferivo unicamente come gli obbiettivi culturali di quel paese fossero diametralmente opposti al nostro.
P.S. sarebbe piacevole conoscere il tuo nome.
Ciao passo per un saluto e per invitarti a leggere l'ultimo mio post ed a diffondere l'iniziativa. Ora più che mai bisogna fare "rete"...
Buona domenica ;)
cmq io sto nuotando verso ovest...ho visto un'insenatura vicino barcelona dove la sardegna potrebbe attraccare perfettamente.
per alleggerire il carico butterò giù dalla nave tutti quelli che oggi voteranno si per l'abrogazione della salvacoste
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