Estate del 1974. Campagna della Lucchesia.
Ho otto anni e potendo scegliere me ne andrei al mare ma non posso, e mi adeguo.
La nostra casa è in cima ad una collina, ha le finestre piccole con le persiane verdi. Sembra la casa di Biancaneve ma continuo a preferire il mare.
Per fortuna non molto distante dalla nostra abitazione ci sono i miei cugini.
Questa estate e le altre due che trascorrerò in questo luogo saranno tra le più belle della mia vita ma ancora non lo so.
Io e mio cugino siamo cresciuti insieme, lui ha i capelli color paglia io, purtroppo, due terribili ciucci. Entrambi, abbiamo ai piedi i sandali con gli occhioni e le gambe perennemente coperte di graffi e lividi. Condividiamo tutto: siamo due pesti vivacissime e insieme siamo capaci di grandi imprese: la campagna lucchese in un attimo è il nostro regno. Le macchine sono poche e noi ci muoviamo liberi con le nostre bici. Sarà anche per questo che ogni sorgere del giorno apre i nostri sorrisi verso la confabulazione di nuove avventure.
La mattina inizia spesso con una nostra visita alla casetta delle galline: loro scappano brontolando ma noi siamo incantati da quel piccolo rito: prese le uova uno dei nostri genitori ci preparerà certamente un buon zabaione.
Pieni di ulteriori energie esploriamo luoghi, inseguamo piccoli animali, inventiamo storie che ci vedono fantasiosi protagonisti. Fa caldo, ed il canto ininterrotto delle cicale e dei grilli non fa che aumentarne la percezione. Fortunatamente vicino alla sua casa scorre un piccolo torrente, è pigro ma fresco ed è lì che ci sediamo ad aspettare che, dopo tanto corre, le nostre tempie smettano di pulsare ed il sudore si assorba nelle nostre magliette. Indolenti, nell’attesa, tiriamo pietre ed osserviamo invidiosi i loro tuffi, ascoltiamo il rumore dell’acqua e speriamo che qualcuno prima o poi si decida a portarci al mare.
Poi un suono noto: è il Sig Carlo che, sobbalzando sui viottoli polverosi con il suo furgoncino del pane, si annuncia a tutta la corte. Ingolositi dal suo arrivo ritroviamo l’entusiasmo e corriamo urlando dalle nostre madri. Prendiamo le ordinazioni del giorno e, con i soldini che avanzano, ci spartiamo un ottimo pezzo di soffice pizza bianca.
Il sole scotta e ci ritiriamo a mangiarla sotto al grande sambuco del corte. L’odore della campagna è intenso: l’erba, le spighe di grano, l’odore degli animali che gironzolano tranquilli, la polvere stessa incorniceranno per sempre i miei ricordi olfattivi di quel tempo. Una grande e vecchissima fontana a leva ci permette allegri giochi d’acqua nel sospiro fiducioso di ben altri bagni. Intanto il sole comincia a ritirare i suoi raggi e noi attendiamo l’arrivo del carrettino del gelato. Il suo scampanellio, in fondo alla strada, porta subito aria di festa. Ci tratteniamo indecisi di fronte ai vari gusti e poi, dopo una difficile scelta, soddisfatti ci appartiamo a gustarne il sapore. Cala la notte e l’immenso campo di gran turco, davanti alla corte, ci regala l’ultima emozione della giornata: migliaia di lucciole danzano davanti ai nostri occhi e noi le inseguiamo per scoprirne la magia.
Il mare è sempre lì, dietro alle colline, e prima o poi qualcuno si deciderà a portarci da lui. Ma quella campagna ed i suoi profumi, sono l’immediato ricordo a cui torna la mia mente ogni qual volta la parola estate viene pronunciata.
12 commenti:
Bello
Ehi là Giamp, felice di trovarti qui...
eh, rischio di ripetermi...ma adoro leggerti :)
ciao mc!!!
Bello che tu abbia sottolineato la grande capacità evocativa dei profumi. Ci sono odori che abbiamo scoperto da piccoli e che non abbiamo più ritrovato. Forse da adulti cambia l'olfatto, o la capacità di elaborarli. O semplicemente la nostra memoria diventa prettamente visiva. Sarà per questo che i bambini hanno una capacità di scoperta del mondo in senso globale che agli adulti manca.
@Ciao mat, non proccuparti, io sono ben felice di sapere che ciò che scrivo piace a chi mi legge.
@Ciao Finazio, hai ragione, ci sono odori che non riesco più a ritrovare. Ma quando, a volte, qualcuno di essi sfiora improvvisamente il mio naso, l'emozione è fortissimahe. I nostri ricordi sono tutti lì, da qualche parte ed a volte basta veramente nulla per ridargli vita.
Hai visto, siamo anche "vicini" di casa.
Bello comunque. Il fatto non si evolve in sé. A cambiare sono le sensazioni. Filone classico, sempre vincente.
pdbmaster@: scusa, ma mi sa che in questi gioni sono un po' distratta: ma in che senso siamo vicini di casa?
Nel senso che se tu abiti da qualche parte nel lucchese ed io ad un tiro di sasso da Viareggio, in linea di massima direi che siamo vicini.
...che bello essere qui. E che bello che tu sia passata a trovarmi...
Ti linko, così passo spesso a farti visita...
Quanti ricordi mi ha riportato alla mente questo tuo post. In fondo è vero...i profumi sono l'unica cosa che ancora possiamo ritrovare intatti. Tutto il resto, subisce variazioni temporali.
Ogni tanto, ritrovo nell'aria il profumo della pastina con patate e pomodorini, che davano all'asilo. O la colonia della prof di italiano...o la canapa, che mi riporta sui cantieri, dove da piccolo accompagnavo mio padre a lavoro... I profumi....
A presto ;-)
pdbmaster@ ora ho capito...ma io non abito vicino a Lucca ma ci sono andata, in vacanza per diverso tempo.
donnigio@ benvenuto e grazie per i complimenti. I profumi hanno un potere incredibile ed io spesso mi c'immergo.
che bello M.Cristina! daccene ancora di questi ricordi
ti abbraccio marina
Farò del mio meglio, attingerò a tutti miei ricordi.
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