Ma qual è il senso di tante parole, dette così, gettate nell’aria come manciate di sale.
Forse è proprio questo: gettare sale. In un rito scaramantico che scacci la paura del silenzio, di un’assenza di rumori. Gettare parole come sale, con la speranza che le feriti si disinfettino e guariscano.
Mi muovo intorno ai miei simili ed ascolto frammenti di dialoghi.
Parole, affermazioni, incoraggiamenti, risposte, osservazioni date senza alcuna empatia emotiva. Nebulizzate da bocche incapaci di attingere alle profondità dell’anima. La propria e quella altrui.
Parole appunto, nulla di più. Ed allora perché le cerchiamo? Perché le diciamo?
Se mi estraneo ne vedo tutta l’inutilità.
La sento dentro di me, la vedo nell’espressione di chi mi è accanto.
Anche qui, nel mondo dei blog, spesso si parla, si partecipa, senza dire.
Commenti veloci, frasi ad effetto ed una voglia, quella si profonda, di non entrare veramente in nulla.
Evanescente tutto questo parlare.
E poi quando i suoni si spengono e noi siamo soli, quante di queste parole ascoltate sono rimaste dentro di noi. Quante di esse riescono a lenire un dolore, a cullare un’emozione, a spronarci in un’azione.
E soprattutto, quante di esse riemergeranno dopo avere fatto la loro strada?
11 commenti:
Hai ragione Cristina! è vero, anche nei blog è così. La fretta? la paura? boh
dovremmo spezzare l'assedio
ciao marina
E spezziamolo!!! Anche perchè, tra l'altro, ne abbiamo tutti un gran bisogno.
Tante parole restano dentro di me e non mi fanno sentire sola. Tante parole hanno lenito un mio dolore e hanno cullato le mie emozioni. Tante ancora mi hanno spronata in un'azione... e sono state le parole di un libro, o di un amico, o di una canzone... E poi parole pensate da me e tenute strette in me, o il ricordo delle parole di un mio professore, o le parole di un poeta, che mi hanno fatto leggere le parole del mondo!
Tutte riemergono, dopo aver fatto la loro strada, tutte mi fanno compagnia, mi vestono, mi sfamano, mi calmano la sete. Tutte le strade delle mie parole e di chi, prima e meglio di me, ha voluto regalarmi anche soltanto un baluginio di sè.
Buluginando queste sono le parole che servono, quelle che tutti sperano di poter far entrare dentro di se. Anche io, come te e come spero sia accaduto a tutti, ho il mio patrimonio di parole, ascolatate, lette, trattenute per motivazioni diverse. Queste sono le parole importanti, quelle preziose e di tutte le altre, quelle insulse che non ne posso più.
Bello il tuo commento! Grazi!
a volte si apre la bocca giusto per emettere un suono, delle volte fastidioso...
se si pensasse un po di più prima di parlare...
se si riuscisse a tacere qualche volta anzichè parlare a sproposito...
magari!
Oppure se dicesse usando anima e cervello o almeno uno dei due...
Comunque vedo che la sensazione è comune ed allora mi chiedo dov'è l'intoppo, qual'è la paura che ci trattiene?
spesso è paura di mostrarsi per quello che si è...
mostrare una personalità che si vorrebbe avere, ma che non si possiede...
altra identità, a parole si può..i fatti sono altre cose...
basti pensare al proliferare di community in cui si "conosce" mostrando immagini fasulle e postando frasi recuperate da chissà quale libro di aforismi buttato in libreria ;)
Ma perchè ogni volta che qualcuno riporta, tra l'altro giustamente, quest'analisi, a me mi viene un senso d'ansia ed un fastidioso prurito da intolleranza? Mi credi mat? Tutto quello che dici è vero, purtroppo, ma io non riesco più a sentirlo dire. Tutto questo fingere, nascondere, camuffurae, controllare, io, proprio non lo reggo più. Ma, e qui mi rivolgo a tutti, non siete stufi di questo modo di tutta sta baracconata d'immagine?
m.cristina è per qst che non frequanto chat e community.
ho un blog. parlo di me. e questo mi fa star bene perchè piace parlare di me e confrontarmi.
penso che non serva a nulla nascondersi o "cammuffarsi", sarebbe solo una perdita di tempo.
purtroppo tutto è immagine, basta pensare a una cosa semplice: le aziende.
anche se nn hanno nulla di particolare da offrire...hanno uno staff che gli studia il logo che li rappresenta, si affidano a società che devono valorizzarne il marchio e poi..per dare "sostanza" scelgono come sede un grattacielo vetrato che si affaccia sul mondo...
tutto è immagine ormai, e in pochi vanno oltre...
vado a leggere il tuo nuovo post ma nn perdo d'occhio questo ;)
Lo so, ma come diciamo a Roma " non je la posso fàààà! Tutta sta plastica pure nel cervello mi rende asfittica. AIUTO!!!! "
Grazie mat leggo il tuo blog e si vede che voli alto. EVVIVA!!!!
YUPPYYYYYYYYYYYY
:)
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