La mia meravigliosa valigia gialla si sta per richiudere, domani si riparte, questa volta destinazione casa.
Non c’è viaggio che non mi abbia cambiato almeno un po’, ma, come ho letto da qualche parte “Ci sono viaggi che sembrano trarre linfa vitale dal momento della vita che stiamo vivendo” .
Avevo voglia di Spagna senza conoscerne il motivo, senza aver volutamente approfondito ciò che avrei visitato se non per grandi linee. Non avevo quindi particolari aspettative, né avevo fantasticato sui paesaggi o possibili emozioni. Avevo unicamente un forte desiderio di scendere verso le sue terre più assolate, nel sud del suo cuore, nella profondità della sua essenza.
Che fosse una metafora di un viaggio diverso era abbastanza chiaro, ma davvero non avevo definito con chiarezza alcun significato. In verità non lo faccio mai, preferisco lasciarmi sorprendere e sedurre dalla realtà più che dall’immaginazione.
Ma più la macchina puntava a sud e più una strana sensazione iniziava a crescermi dentro, autonomamente: mi stavo emozionando, come per un incontro importante.
L’Andalusia mi ha colto quasi alla sprovvista e mi ha stregato. Non è solo “Spagna”, è una miscela perfetta tra due mondi che, per molti versi, avevano trovato nei secoli passati un equilibrio quasi perfetto: la sensualità araba aveva incontrato la storia occidentale, fondendosi in un’esplosione di bellezza ed atmosfere sospese che possono lasciare senza parole. Non si visita un solo paese ci s’inoltra in due universi ben distinti eppure mescolati e si rimane abbagliati, o forse, come nel mio caso, sedotti. La raffinata arte araba è un incanto ininterrotto di architetture meravigliose, la parte intellettualmente fascinosa. La terrà con i suoi colori, l’intensità dei profumi, la dolce violenza dei suoi paesaggi è la carnalità istintuale dei sensi, percepibile anche nella gente che l’abita.
E più questo gioco vibrava davanti ai miei occhi e più io mi abbandonavo ai misteri di una cultura in parte incomprensibile. Le sue musiche, i suo canti dolenti, i ritmi lenti e tuttavia eccitati si stavano infiltrando nel mio sangue accendendo sensazioni. Ne leggevo la storia lentamente, non volevo essere influenzata da descrizioni altrui, volevo sentire la mia Spagna, cercare dentro il mio istinto le spiegazioni ad usanze o comportamenti sconosciuti e a volte contraddittori. Ed ho compreso, lasciando che anche ciò che non mi piaceva mi spiegasse i suoi perché ed ora so, ho incontrato ciò che cercavo. Il viaggio nel suo itinerario è quasi concluso, ma non lo è per ciò che mi ha donato, per quello che di profondamente intimo porterò con me e che sperò rimarrà mio per sempre.
2 commenti:
Hai colto l'essenza della Spagna e
buon rientro nelle meschinerie di questo Paese.
Ciao
Sileno
Ciao Sileno...in effetti tornare per me non è mai facile...
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