Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

lunedì 25 luglio 2011

Di che colore è l'amore?



Immergersi nell’amore.
Di che colore è l’amore?
Oh sì colori! L’amore è fatto di colori. E di luce.
E di stanze in cui sdraiarsi.
Rotolandosi fuggire.
Luce che filtra. Acceca. Il buio.
Ma dove sta l’amore?
In quale punto del corpo?
Nella pancia quando non sai saziarti.
O negli occhi perché non smetteresti mai di guardarlo.
O forse nei piedi, sì nei piedi quando vorresti scacciarlo.
Lontano, lontano…
Bruciano le ferite nel sale.
Il sale delle lacrime.
Gli occhi sembrano contenere un oceano di lacrime.
Ma lo sguardo cura.
E ci sono le labbra.
Che belle sono le labbra!
Si schiudono come usci segreti.
Ma dimmi, dimmi di che cosa è fatto l’amore?
E’ il tuo corpo?
O il mio, se è dentro di me che lo sento?
Oppure è come dicono i poeti
In ogni elemento
E’ fantasia che si condensa in sentimenti confusi.
Imprecisi e volubili come le nuvole.
Per questo gira il mondo
Perché è capace di volare e trasformarsi
Bagna
Nutre
Vola
Cade
Nasce
Muore
Rinasce
E’ come pioggia dagli infiniti suoni.
Dunque è musica
Musica che danza
Però io non so se esiste davvero…
Non ha continuità!
Ed allora è forse questo?
Capriole di genialità?
E come può qualcuno non amare?
Come è possibile vivere senza conoscere il dolore della felicità?

martedì 19 luglio 2011

Abbandonarmi



E dopo molti se ed infiniti mah, dopo i boh ed i non so, i forse ed i chissà ho pensato che…
Basta sterrati polverosi, faticosi sentieri, impervie salite.
Ammetto che istintivamente cadrei nell’abituale solco: afferrare il senso, decidere i tempi, le azioni, i come ed i perché. Controllare è debolezza, è vizio umano dal quale è difficile distaccarsi.
Ma qualocosa di nuovo mi tenta.
Arrendermi.
Arrendermi al non sapere, al non capire, al lasciare andare.
Sarà pigrizia o saggezza?
La vita è mistero dal suo inizio. Una combinazione di cellule ha prodotto me, una minima variazione avrebbe creato altro. Cosa pretendo di voler svelare io?
La vita scorre dentro di me, intorno a me, va.
E non mi dispiace l’idea di starci dentro senza chiedermi continuamente chi la porta fin qui, o dove mi condurrà.
Tutto sommato posso procedere lenta e godermela. Lasciarmi attraversare, accoglierla, assecondarla. Osservare gli altri interpreti, le passioni, le fatiche, i viaggi ed i ritorni.
Abbandonarmi.
Sto calcando la scena e sono tra le poltrone. Non è poco per un solo spettacolo, perché voler conoscere a tutti i costi l’intero copione?
Un foglio al giorno, una battuta via l’altra cercando di essere dentro all’oggi, nella scena attuale.
Già questo potrebbe bastare.
Non posso controllare il mondo, quello che sarà, i tuoi pensieri, i miei pensieri.
Sarò diversa domani? E tu chi sarai?
Intanto siamo qui e non so perché, ma improvvisamente mi sembra uno sforzo improbo voler anticipare ciò che il tempo prima o poi potrà spiegarmi.
Abbandonarmi…adorabile sensazione!
Ognuno interpreta il proprio ruolo ed il fato mescola tutto a suo piacimento. Ci concede. Ci depenna. Ci rimette dentro quando eravamo certi di aver saltato un tempo, perso un treno, sbagliato l’entrata, quasi sempre l’uscita.
Inutile corre troppo avanti.
Stolto guardare sempre indietro.
Assurdo pensare di poter decidere il montaggio di uno spettacolo del quale non conosciamo la scena successiva.
Esserci può bastare.

Nella foto l'opera " La vita" di Marcello Dudovich

sabato 16 luglio 2011

L'isola che c'è

Un gabbiano vola sopra alla tua testa. Quanti ne hai visti volare?
Quanti mari da cartolina?
Ma l’amore per un luogo è come quello per un uomo: non bastano i suoi lineamenti per farti bruciare l’anima.
Non conta la perfezione. Conta ciò che ha in se, quanto sia capace di scavalcare tutto ed arrivarti dentro, mischiarsi a te.
L’amore è questione di energie, di luce, di sensazioni inspiegabili.
Una piccola porzione di terra e sassi. Piante basse, forti, tenaci. Fiori che profumano di spezie.
Sole ed acqua salata.
Potrebbe essere un isolotto quasi disabitato del nord del mondo: semplice, brullo, spesso maltrattato dal vento. Ma è un’isola del Peloponneso.
Se scivoli oltre le colline la sabbia è soffice, il mare blu, turchese, verde, celeste. Le poche abitazioni sono bianche con le porte blu.
Parla una lingua antica. Parla d’invasori.
Dipende da dove lo guardi questo luogo, come lo guardi.
E’ terra estrema. E’ paradiso.
Era la casa dei cervi rossi della Dea Diana. Poi le sue baie divennero rifugio per i pirati.
Amo ciò che mi confonde. Il molto in un'unica anima.
A volte occorre molto tempo per incontrare ciò che amerai per il resto della vita.
Non importa.
L’essenziale è aver scoperto che i sogni non sono solo fantasia. Esistono. E da qualche parte ci aspettano.

Elafonissos…