Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

lunedì 6 giugno 2011

Ciò di cui aveva bisogno



Lei sapeva quello di cui aveva bisogno.
Non conosceva molte cose, ma altre le conosceva.
Sapeva che doveva mescolare ed ascoltare la pioggia.
Camminare a piedi nudi e sentire il suolo che calpestava.
Sapeva che la conoscenza è un cammino ed altre donne prima di lei avevano già percorso un tratto di strada. Ora toccava a lei, ma non doveva scoraggiarsi, le Grandi Madri e l’intero Universo l’avrebbero guidata.
Doveva solo zittire tutto il vociare confuso del vivere ed ascoltare.
Tu sai già tutto quello che serve -l e avevano detto le grandi madri – segui le indicazioni e non sbaglierai.
Ma a volte lei era ancora insicura, quasi stupita di essere arrivata fin lì.
Solo qualche anno prima le sarebbe sembrata un’utopia. Lei che arrancava dietro alla quotidiana vita non afferrando mai completamente il senso di ciò che le accadeva.
Ma un giorno il velo si era alzato, un respiro più forte dell’Universo le aveva concesso di vedere “oltre”. Pochissimi istanti….sufficienti, più che sufficienti!
Tutto il resto era venuto da se, non facilmente ma ineluttabilmente. Quando il velo della comprensione si apre il cammino diviene accessibile, si sa dove poggiare i piedi, posare gli occhi, acuire l’ascolto, cercare le risposte.
Ed era stato così che lentamente aveva iniziato ad ampliare il suo modo di osservare e percepire ciò che la circondava, cogliendo la successione degli eventi, la logicità nell’apparente non senso, la disarmonia dei comportamenti umani, la saggezza della vita che è ovunque.
Qualcosa poi arrivava sempre ad aiutarla e lei aveva imparato ad essere attenta, molto attenta.
Era per questo che ora sapeva cosa fare.
Sapeva che aveva bisogno di affondare le dita nella ricchezza semplice della terra.
Di lasciarsi guidare dal proprio istinto liberando la creatività.
Sapeva che bastava affidarsi.
Mescolando, ascoltando, sentendo avrebbe trovato le risposte.
L’intero universo era lì per aiutarla. Le grandi madri erano la memoria. La sua voglia di esplorare l’energia di cui aveva bisogno.
Doveva solo zittire tutto il vociare confuso del vivere ed ascoltare

Nella foto l'opera "La terra" di D'Arja