Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

giovedì 31 dicembre 2009

Bye Bye 2009 and welcome 2010





Wow che anno questo anno!!!!!
La conclusione di un decennio e forse per questo così ricco di frutti.
Sei stato un tempo generoso, prodigo di molto ed io ti ho amato e vissuto il più intensamente possibile. Questa è una delle tante cose che nel tuo scorrere mi hai insegnato: viverti.
Ed io l’ho fatto, a modo mio.
Pensa un po’ tu tempo sei passato ed io sono ringiovanita. Ad ogni passo ho lasciato cadere l’inutile ed ho acquisito l’indispensabile. Forse era tutto qui il senso del tanto cercare.
Ed è l’aver conquistato queste nuove consapevolezze che mi permette, oggi, di salutarti con infinita gratitudine ma senza rimpianti. Il tempo non si trattine, si vive e poi ci apre al nuovo.
Ma di te, con me, porterò molto. Sei stato un anno meraviglioso, la perfetta coronazione di un decennio da incorniciare, anche nei suoi momenti bui o nei suoi inevitabili dolori. Tutto è stato il mio tempo e tutto è servito a rendermi ciò che oggi, orgogliosamente, so di essere.
Ma così non sarebbe potuto essere se non avessi compreso ed accettato molto tempo fa il tuo suggerimento: guardare oltre il visibile e pensare oltre ciò che può apparire ovvio. Nessuna strana fantasia, ma solo un diverso modo di pormi e percepire ciò che di volta in volta la sorte sceglie per me. Nulla accade per caso e se è reale credere che il fato distenda davanti a noi le sue decisioni, è pur vero che il destino di come viverle è nelle nostre mani e nella nostra volontà di saperle comprendere. Ed io credo alle mescolanze, alla mistura di casualità e determinazione e volevo, fortemente volevo, vivere al meglio proprio te, il mio tempo. E così è stato. Grazie a te e me. Che copia siamo stati!!!!
Non so pensare a qualcosa di più logico di questo. Non so credere ad altro se non alle mie sensazioni ed ai fatti tangibili che sono seguiti, anche se lo so, i miei fantasiosi pensieri faranno sorridere più di qualcuno, ma diciamo che dell’incredulità dei razionali…come dire…
Io so. Io so che aver deciso, dentro di me, che nulla sarebbe stato impossibile mi ha permesso di vedere accadere l’improbabile e vivere l’incredibile. E non mi riferisco a situazioni fantascientifiche. Io sono una donna che sa apprezzare le inezie, andandosi a cercare la meraviglia la dove appare difficile scovarla. Ed allora, mi dico, sarà stato anche questo ad aver conquistato il cuore “tenerone” del mio anno rendendolo, con me, generoso oltre misura.
Un giorno dopo l’altro mi sorprendevo a scoprire nuove dimensioni, a scartare inaspettate sorprese, ad accogliere nuovi incontri ed inaspettati ritorni. Ho vissuto emozioni talmente intense da mozzare il respiro. Mi sono state dedicate parole che non avrei saputo scrivere nei miei libri. Ho ricevuto doni che non avrei osato chiedere ed ho visto comporsi alchimie impensabili. E soprattutto ho riso, ho riso tantissimo di un’allegria adolescenziale che avevo dimenticato. E questo è stato possibile soltanto perché, con notevole impegno, ho deciso di abbandonare dietro di me paure, incertezze, inutili sovrastrutture rimodellandomi. Una farfalla finalmente capace di volare.
E questa è stata la conquista più meravigliosa che mi sia permessa di vivere. Quel volo a cui mi ero tanta preparata negli anni passati. Ma non ho fatto tutto da sola. Accanto a me, insieme a me ed a te, mio tempo, ci sono state delle persone speciali: amici, amori, a volte semplici conoscenti che rispondendo ad un non ben precisato richiamo, hanno sparso polvere magica sui miei giorni, sulle mie ali dipingendo di colori meravigliosi i miei voli. Uomini e donne incredibili, dotati di quel “ certo non so che” indefinibile e prezioso che li rende, nel mio cuore, unici ed insostituibili.
A loro la mia gratitudine, il mio amore, il mio invito a condividere ancora la straordinaria bellezza del nostro star insieme. Uno stare insieme fatto di un vivere un po’ folle di cui, lo so, ci siamo perdutamente innamorati. Ed allora un bel sorriso e tutti pronti a volare in questo nuovo e, spero, altrettanto meraviglioso 2010.
Grazie anno! Grazie mio adorato tempo!

giovedì 24 dicembre 2009

I miei Auguri di Natale




Non credo nel buonismo del Natale. Non credo negli auguri d’obbligo e non sopporto le interminabili giornate di queste festività, trascorse nel chiuso di case imbandite di mangiare e sentimenti non sempre sinceri. Se poi ci mettiamo che il tempo in genere fa schifo ed il buio della notte incombe, vi renderete conto che non sono la persona migliore per melensi discorsi augurali.
Ma questi sono anche momenti di scambio ed invece di mettere sotto l’albero degli oggetti, io ho pensato di regalarvi alcuni pensieri.
Ed allora partiamo da quello che smuove l’emotività di questi miei giorni.
Il mio è un lavoro strano, fatto di un ambito spesso difficile, in cui il cuore viene sempre dietro alla ragione. Ma c’è un “ma” che me lo fa amare ancora, nonostante tutto. Più di altri ambiti lavorativi, infatti, il nostro impegno sa, quando vuole, realizzare dei sogni ed essere reale e costruttivo. Ed è in questi momenti che ne riconosco il valore ed apprezzo infinitamente la gioia che sa regalare a chi in noi ha sperato. Ed è sempre grazie a questo lavoro tanto demonizzato che io posso conoscere persone, vivere emozioni difficilmente raccontabili, eppure così intense da togliere il fiato. Ed allora oggi vorrei partire da queste emozioni e dai pensieri che l’accompagnano per regalarvi, invece che i soliti auguri, un messaggio che spero scaldi veramente il vostro cuore, così come è accaduto a me.
Vorrei donarvi il sorriso di chi, sfiorando appena la mia vita, mi ha insegnato tanto: i ragazzi della baraccopoli di Nairobi e la madre di un ragazzo di 15 anni, morto mentre giocava “semplicemente” a pallone. A loro continuerà ad andare il mio pensiero in questi giorni di festa perché sono persone incredibili, incredibili e forti, nonostante tutto. Persone che non smettono di lottare e sorridere e lo fanno insieme a tanti altri sfortunati.
Persone che annientano gli sbadigli di conoscenti lagnosi ed annoiati, i quali contribuiscono ad inondare questo mondo di sentimenti negativi quanto inutili, in un mondo che già di suo non sa più dare né ricevere, ma sa solo bramare ed infantilmente pretendere. Ma io ho deciso che a me non importa, io guardo al bello, ai sentimenti nobili e puliti, alla forza, alla volontà che piega la sfiga, alla capacità di saper ballare quando sai che tornerai a dormire tra le lamiere immonde di una baracca. O, mentre un vuoto affettivo ti lacera l’anima e tu sei ancora capace di dare prendendoti cura della sicurezza e del futuro altrui. Io guardo a questa parte dell’umanità e sbircio nell’altra, perché non demordo e, convinta, guardo al bello che c’è in ognuno di noi.
Ecco, vorrei che tra i tanti doni materiali che sicuramente riceverete, voi possiate trovare un bagliore di queste meravigliose persone e portarlo dentro di voi.
Se questo dovesse accadere il mio regalo sarà arrivato lì dove mi auguro e vi dirà: sei un uomo od una donna fortunata ed intorno a te, anche se pensi sempre che ti manchi qualcosa, in realtà c’è tutto ciò che d’importante serve alla tua vita.
E ve lo faccio dire da loro, attraverso queste due frasi scambiate tra nostro studente ed una ragazzo di strada di Nairobi.
Ragazzo italiano: “ Per vivere in fondo servono soltanto pane, cibo e amore.”
Ragazzo keniota: “ Fratello, per vivere il pane e l’acqua non sono indispensabili.”

BUONI GIORNI A TUTTI VOI!

domenica 13 dicembre 2009

Dare ed avere




Giorni intensi.
Giorni in cui tutto si affolla, mescola, si scontra, lasciandomi senza fiato.
Non sembrano aver un senso logico le emozioni che compongono i miei giorni. Arrivano da punti diversi, si espandono senza controllo ed arrivano ad illuminare tutto. Come piccole lucciole s’intrufolano negli anfratti più segreti di me. Anche loro, quelle staffilate al cuore che chiamo delusione, rabbia o insensata cattiveria. Quelle che preferirei non dover provare, ma che poi non riesco a non prendere tra le mani ed osservare.
Che giorni questi miei giorni!
Ed allora me ne vado a spasso nel mio bosco e cerco di mettere ordine nel caos di questo pasticcio emotivo.
Gocce di pioggia si posano tra i miei capelli, nei caldi fili di lana del cappello, tra le trame del cappotto.
Foglie gialle volano nell’aria e parole inaspettate arrivano ad accarezzarmi. Ogni cosa ha un suo tempo, basta saper aspettare, pazientemente.
Non ho paura di dare e non ho paura di ricevere. Semini di me lungo il cammino e forse qualche cosa nascerà.
E’ questo la vita?
Lasciare tracce di me. Dare e poi sarà…
Sì, credo che sia così. Forse è questo un senso.
Parole dure, al limite della strafottenza, della gratuita arroganza ed un sorriso che ostinato rinasce. Non sarà questo a cambiare il mio senso. I passi nel silenzio saggio ed accogliente del mio bosco, non c’è altro modo di vivere per me.
E stata la natura ad insegnarmelo ed io sono parte di lei.
Conoscere i cicli, le pause e l’improvvise accelerazioni. Penetrare l’anima come fosse terra e poi attendere. Ovunque può nascere un germoglio, anche la dove non lo credevo possibile.
Chi semina vento raccoglie tempesta. Ed io che cosa avrò seminato?

giovedì 10 dicembre 2009

"Te c'hanno mai mandato a quel paese..."


Sono giorni che mi frulla nell’anima questo post e non riuscivo a scriverlo.
C’era un “ Ma va a quel paese...!!!” che chiedeva di esplodere e solo ora sono pronta a lasciarlo fare.
Quindi preparatevi ad un post irriverente.
Questo scritto è dedicato a tutti quei personaggi che hanno cumoli di pietre davanti al cuore. Meglio, a tutti quei tipi che convinti di essere dei dritti indossano la maschera del cinismo, della sciocca furbizia, dell’inutile indifferenza.
E’ dedicato a tutti quelle persone che sono certe di essere sveglie ed invece sono solo delle anime perse in uno stato confusionale che, come in un girone dell’inferno, le condanna a vagare in una vita sbiadita e pressoché inutile, per se stessi e per gli altri.
Come direbbe Rino Gaetano “ Non ve reggo più!!!!”
E badate bene, ciò che fate delle vostre tristi vite non m’interessa, ma vi prego di non sogghignare davanti a ciò che non siete nemmeno in grado di comprendere.
Se siete contenti di blaterare continuamente idiozie insulse. Se siete certi che non esista altro modo di vivere se non il vostro, beh, allora siete voi che state affogando nei vostri stessi limiti, non chi ha il coraggio di alzare lo sguardo ed affrontare il mondo a viso aperto. Le civiltà si sono evolute grazie ai sognatori, grazie a chi ha avuto il coraggio di lottare, non per merito degli animi meschini che sanno solo distruggere e mai costruire.
Oggi ho incontrato i ragazzi delle baraccopoli di Nairobi e ancor di più mi è esplosa dentro una rabbia incontenibile. E quel “ Ma va a…” si è fatto urlo.

A te che sai solo gonfiare i muscoli, così tanto da soffocare il cuore.
A te che adorni il corpo di mille firme perché pensi che la tua da sola non possa bastare.
A te che sprechi la vita a nasconderti da ogni emozione credendo che siano gli altri a non meritarti.
A te che miseramente non sai regalare un sorriso, una parola, un piccolo gesto.
A te che non fai altro che trincerarti dietro ai già sconfitti “ormai”, od agli ancor più patetici “E' così che va il mondo”.
A te che sorridi beffrado degli sforzi altrui solo perché sei tu a non avere forza e voglia di metterti in gioco.
A te che è tutto un “ Vorrei ma non posso”.
A te che sembra non scalfirti nulla ed invece sei talmente fragile da farti impaurire da tutto.

A te, proprio a te vorrei dire: “ Svegliati!!!!! Non sono gli altri i fessi.”

martedì 8 dicembre 2009

Quello che non t'immagini



Si parte e si torna, o non si parte e si resta, è solo questione di scelte ed in genere di coraggio. A volte bisogna averlo per partire, altre volte per saper restare. In ogni caso si compiono cammini, non fosse altro che dentro di noi. Ed io non conosco confini, se non quelli interiori che mi sforzo di oltrepassare. Un nuovo passo ed ho l’impressione di aver girato il mondo, di averlo capovolto ed esplorato da nuove prospettive. Ci sono dei momenti poi, in cui so perfettamente che quello che sto per intraprendere sarà un cammino decisivo, uno di quelli che mi condurrà ad un punto di svolta, un lo scambio tra due binari. E questi sono le situazioni più complesse, gli attimi in cui so che la paura potrebbe bloccarmi, impedendomi di compiere quello che la vita gentilmente mi sta offrendo di vivere. E’ strano rendersi conto che proprio le opportunità più importanti sono quelle che rischiamo di non cogliere e quindi di non godere. Paradossale eppure quasi ovvio. Ed anche negli ultimi due viaggi che ho compiuto la paura ha cercato di rubarmi l’emozione. In entrambi i casi tutto sembrava suggerirmi di non fare, non dire, non andare ed io ho tentennato, come è umano che sia, lottando con me stessa, contro la mia razionalità che segue logiche diametralmente opposte a quello che il mio cuore cerca di dirmi. Ed io sto lì, in silenzio cercando di far tacere l’inutile frastuono dei timori e delle fredde logiche per riuscire ad ascoltare e, solo quando la voce dell’istinto diviene chiara, decido. E così che una decina di gironi fa, strapazzandomi un po’, ho preso l’aereo e sono partita per la Lituania, contraddicendo qualunque opinione esterna che cercava d’intimorirmi. Ogni scelta comporta dei rischi, ma è il dolore del rimpianto che mi appare intollerabile e quindi cerco di guardare dritta negli occhi la mia vita e poi, con buon senso, accetto le sfide che mi porge. Accompagnare un gruppo di studenti adolescenti, in uno scambio interculturale con altri studenti adolescenti di un paese tanto lontano dal nostro. Poteva essere molte cose questo viaggio, ma sapevo che tutto quello che la mia fantasia potevo arrivare ad immaginare non sarebbe mai stato quello che veramente avrei vissuto. Ed è esattamente questo particolare, ossia la capacità che la vita ha di sorprendermi, la meraviglia a cui non so rinunciare. E così è stato. Un viaggio, metaforico o reale, non è mai un solo viaggio. Di più, un viaggio non è mai un “ solo” viaggio; almeno per me. Per me che un po’ incoscientemente mi lascio inondare da quello che mi capita, aprendo i pori della pelle, permettendo alle emozione di entrare senza filtri fino al cuore. Sarà sempre per questo mio modo d’essere che poi mi capita di vivere situazioni inusuali, momenti improbabili. Non penso di essere baciata da una vita particolarmente creativa, è solo che di volta in volta le vado incontro ed accolgo ciò che mi porge.
E dopo, dopo mi ritrovo diversa, più ricca, capace di vedere oltre gli orizzonti che fin lì credevo d’aver raggiunto. Il viaggio nell’intenzioni era uno scambio culturale che però, ad un certo punto, si è trasformato in uno scambio emozionale, durante il quale io mi sono trovata faccia a faccia con il cuore di dieci meravigliosi ragazzi. La loro bellezza, la loro capacità ancora così pura di saper mostrare le proprie emozioni, magari non comprendendole totalmente, ma accentandole tra le ciglia bagnate, è stata una cascata di ossigeno profumato.
Io, donna adulta abituata a confrontarmi con le mille maschere dei miei colleghi adulti, così certi di se e delle loro impolverate convinzioni da sembrare, a confronto di tanta bellezza, stantii personaggi da operetta.

Questo post è dedicato a i miei dieci splendidi compagni di viaggio con il mio più grande GRAZIE!!!