Un pò di me e la mia intervista con Maurizio Costanzo e più in giù in nuovi post

giovedì 29 novembre 2007

CI SIAMO!!!!!

Vi prego di perdonare il mio entusiasmo e mi scuso in anticipo se con le notizie sul mio libro vi stò tediando però credetemi, oggi per me è un giorno speciale, epocale e non posso, anzi non ce la faccio proprio a trattenermi; ho voglia di condividerlo con voi.
Oggi infatti il mio primo libro verrà presentato ufficialmente ed io sono emozionata, preoccupata , agitata ma assolutamente FELICEEEE!!!!
Ma non voglio esagerare e quindi la chiudo qui.
Allora agazzi vi aspetto alle ore 18.00 presso la libreria Ready Book Store di Via Cavour,255.
in compagnia di Fabio Croce, M.Grazia Passuello, Silvio Di Francia e Antonio Veneziani.

martedì 27 novembre 2007

Pregiudizi? Una brutta storia assai per chi ne soffre...

A seguito di tutti gli atti d'incivile violenza di cui il nostro paese è stato negli ultimi tempi protagonista, un gruppo d'intellettuali ha elaborato un testo che sta girando su internet e che può, per chi fosse interessato, essere sottoscritto online così come hanno fatto molti nomi noti e tanti, tantissimi ed altrettanto importanti meno noti cittadini.
Io l'ho letto e credo sia un buon servizio usare il mio blog per farlo conoscere, per permettere a chi mi legge di fermarsi un attimo a riflettere. Il modo in cui i fatti del mondo ci vengono raccontati e troppo spesso fittizio e finalizzato a propinarci una realtà parziale o manipolata, per questo dobbiamo sforzarci di leggere e capire ciò che accade da nuovi punti di vista, sforzandoci di osservare quello che ci circonda senza pregiudizi, con la mente aperta e pronta a cogliere verità che non credevamo possibili. Forse può sembrare faticoso ma che senso ha credere di essere informati quando in realtà non lo siamo? E che stima abbiamo di noi, della nostra intelligenza, della nostra capicità di valutazione se ingioamo ogni notizia senza porci nessuan domanda, prendendo per vero qualuanque becerata ci venga racconata, per pigrizia, per superficialità? Non è nel nostro interesse, nè in quello dei nostri figli, quindì chi incoscientemente chi stiamo favorendo? Forse questa è la prima domanda.

Per chi volesse conoscre questo appello l'indirizzo è: http://petitiononline.com/trinero/petition.html
oppure più semplicemente Triangolo nero - petition

domenica 25 novembre 2007

Bagnandomi sotto la pioggia

Domenica mattina, cielo grigio tendente al plumbeo e voglia di una bella passeggiata.
Nessuno della famiglia mi segue ed io esco con il compito di acquistare prima alcune cose al supermercato.
Caffé al solito bar e poi via. Parcheggio fuori, anche la mia macchina ha voglia di aria.
Fila interminabile alla cassa e sono pronta per il mio diletto.
Esco allegra ma le nuvole hanno deciso di pulire un po’ la città e l’ombrello l’ho lasciato in macchina ma non importa, guadagno l’uscita; l’acqua renderà ingestibili i miei capelli lo so, ma per una volta il suo tintinnare su di me mi sembra una benedizione.
Salgo in macchina e non demordo, oggi si passeggia.
Scelgo il grande spazio del Circo Massimo.
Una volta arrivata apro l’ombrello argentato con le stelline ed inizio a camminare.
Squilla il telefonino.
“Mamma dove sei?”
“ Sto passeggiando?”
“Sotto l’acqua?”
“Si”
Mi sembra interdetto ma non insiste. Che sia lui il vero genitore?
Ma perché non si può decidere di passeggiare sotto la pioggia?
Forse non è una cosa di buon senso?
Guardo le mie scarpe e l’orlo dei miei jeans; sono già bagnati e l’idea mi piace.
Mi sento una ragazzina che sta trasgredendo. A che cosa? Alla ragionevolezza degli adulti.
Che noia!
Riprendo il cammino.
La luce è fantastica nonostante le nuvole.
Mi guardo intorno. Pochi passanti, diversi gabbiani, qualche piccione ed alcune cornacchie, la compagnia mi sembra ottima e mi fermo ad osservarli.
Spizzicano il terreno e zompettano tranquilli, indifferenti alla pioggia e alla mia presenza.
Un gabbiano si alza in volo ed io seguo la fluidità delle sue evoluzioni ammirata ed invidiosa.
Ma anche io oggi ho voglia di giocare.
Davanti a me una grande pozza e la pioggia che tintinna formando piccoli e grandi cerchi.
Quanto tempo è che non osservo una pozzanghera? C’infilo i piedi provando una soddisfazione indicibile.
Alzo lo sguardo, due innamorati si sbaciucchiano ignari del mondo sotto un alto cipresso e la scena sembra lo scatto perfetto per una cartolina romana. Li supero e mi compiaccio che la natura abbia scelto il giallo delle foglie per questo autunno di un grigio metropolitano.
Ruoto veloce l’ombrello ed una girandola di gocce schizza intorno a me.
Sto regredendo.
Divertita struscio i piedi sulla ghiaia e lo scricchiolio mi ricorda suoni lontani.
Ho voglia di bagnarmi è inutile nascondermelo.
Allora allungo i passi di lato come se stessi pattinando e poi faccio una giravolta e poi ancora un'altra, salto e salto ancora.
Sono soddisfatta come una bambina del rumore delle mie acrobazie sul brecciolino e soprattutto dell’inzaccheramento del fango sulle mie scarpe da ginnastica.
Per un attimo penso ai chi, passando nel chiuso asciutto della propria macchina, crederà che sono matta, ma poi rido, chi è intelligente vedrà soltanto una persona libera di sentirsi felice.

domenica 18 novembre 2007

IL MIO LIBRO




Rullio di tamburi.

Fiato alle trombe.

E poi, taccia tutto e soltanto un soave suono di violini accompagni questo momento per me così speciale.

Eccolo qui!!!

IL MIO LIBRO!!!

Finito, stampato e soprattutto PUBBLICATO.

Non è bellissimo?


Ok, la smetto, prima di trasformarmi in una mamma esageratamente orgogliosa della propria creatura.

Credo, infatti, sia del tutto superfluo raccontarvi per l'ennesima volta le emozioni che questo libro mi sta regalando mentre, al contrario, ritengo sia molto più utile darvi qualche informazione qualora vogliate acquistarlo.

Allora...

Il mio libro sarà distribuito in tutta Italia a partire da domani, lunedì 19 novembre. Ovviamente non uscirà in milioni di copie e potreste quindi non trovarlo nella vostra abituale libreria dove, tuttavia, potrete tranquillamente ordinarlo e ritirarlo entro un paio di giorni.

Inoltre, per chi ancora non lo sapesse, il 30 novembre alle ore 18.00 presso la libreria Ready Book Store di via Cavour, 255 con l'editore Fabio Croce ed altri illustri ci sarà la prima presentazione ufficiale del libro.

Che altro dire... in bocca a lupo a me! E grazie ed ancora grazie a tutti coloro che in un modo o in un altro hanno contribuito alla realizzazione di questo sogno.

QUINDI...

" Mio padre mi chiamava Luna"
Edizioni Libreria Croce di Fabio Croce


BANDELLA LIBRO

Un romanzo in cui la protagonista ripercorre il difficile rapporto con il padre in due diverse fasi: la prima, vissuta all’ombra dell’incomunicabilità, tra due esseri che desiderano l’uno dall’altro cose diverse, essenze diverse. La seconda, la fase della conoscenza vera, viene fornita da un destino crudele che ha sancito l’unica possibilità d’incontro e di disvelamento dei meccanismi insiti nel rapporto padre-figlia, nella malattia mortale del genitore.
Un romanzo duro, nei momenti di autoanalisi, che portano la protagonista a intraprendere un viaggio dentro alla propria anima con il risultato di rivedere se stessa, nuda di fronte al senso di solitudine che, ora, diventa la chiave per aprire ogni porta.
“Ero senza filtri, senza schermatura. Per la prima volta”, dice quando la paura e l’inevitabilità della perdita la costringono alla consapevolezza che essere soli a dialogare col dolore è l’unica condizione possibile per crescere, per liberarsi dal buio delle false aspettative, dei falsi miti che ci fanno perdere noi stessi come filo di seta strappato dal cromatico e prezioso damasco che è la vita. L’accettazione di ciò che siamo e che altri sono, senza pretendere altro che capire ed essere capiti, ma con codici da creare assieme: questo è il mistero da svelare per guardare all’esistenza come a un caleidoscopio di frammenti dove l’armonia della forma è possibile solo attraverso il moto che spinge i singoli pezzi l’uno verso l’altro, e che parte dal cuore.

martedì 13 novembre 2007

La scelta del futuro

La scelta del futuro


Figlio in terza media e imminente obbligo di scegliere con lui l’indirizzo scolastico per i prossimi cinque anni.
Scuola media e test orientativi che dovrebbero aiutare entrambi ad azzeccare questa combinazione tra studio e passione.
Professori e capacità psicologica di consigliare, senza zavorrare per sempre, i sogni che iniziano a prendere una più precisa definizione in questo adolescente già abbastanza confuso da ormoni ed insicurezze tipiche dell’età.
Nell’insieme un groviglio in cui è facile perdersi.
Ed è proprio in questo preciso istante, quello in cui le sue ansie si sommano alla mia volontà di far volare con buon senso il suo futuro, che arriva lui, il ricordo dei miei tredici anni.
Avevo più o meno le stesse idee -liceo classico- e le stesse insicurezze -ce la farò?- E nel tentennamento ovvio dell’età il giudizio dei miei professori arrivò come una mannaia sul mio orgoglio di futura giornalista: istituto magistrale e speriamo bene! Dissero le carogne.
Li avrei strozzati. Io come maestra proprio non mi ci vedevo, e loro neppure ma volevano che sapessi che la mia poca voglia d’applicazione aveva iniziato a presentare il proprio conto e lo schiaffo morale che mi avevano appena dato era lì a testimoniarlo.
Mi fece male ma non mi scoraggiò. Scelsi il liceo classico. Non fu una passeggiata e le distrazioni tipiche dell’età resero arduo il percorso ma il diploma arrivò ed io ebbi la mia prima rivincita.
Ora tocca a mio figlio e ci risiamo, anzi a lui è andata anche peggio.
La sua prof. d’italiano lo ha stroncato addirittura così: “ F.? Istituto Tecnico”
Gli è arrivata una pugnalata proprio lì, in mezzo alle spalle, tra il suo orgoglio di studente di livello medio alto e quello che a prescindere dalla scuola è un suo personale e non indifferente bagaglio culturale.
Allora lo guardo, osservo il suo sguardo deluso e rabbioso, e mi chiedo dove diavolo sono quei professori, che so esistere, che sanno guardare ed incitare e soprattutto incoraggiare questi disorientati ragazzini?
Ma il momento è topico e non posso indugiare, quindi tocca a me come genitore distoglierlo dal senso d’ingiustizia da cui si sente colpito e quindi gli dico che un giudizi è un giudizio e non la verità assoluta. Gli racconto di me e gli dimostro con la vita vera la relatività di un’opinione faziosa. Per non essere troppo di parte pareggio affermando che a volte i poveri professori sono tratti in inganno da uno studio discontinuo e che comunque in giro per il mondo ci sono fior d’insegnanti pronti a saper guardare oltre i preconcetti e le personali frustrazioni. Che deve soltanto aver pazienza ed aspettare ma prima o poi incontrerà quel professore che saprà saggiamente guidarlo. Ed allora lui a sua volta mi guarda e mi chiede:” Mamma ma tu l’hai mai incontrati un Prof. così?”
Ed io rimango un attimo in silenzio e poi trovo una frase di compromesso per non scoraggiarlo,e gli rispondo che si, l’ho incontrato, magari non negli anni scolastici, ma successivamente, nel corso della vita. Percependo il suo scetticismo mi faccio aiutare da Seneca che come me pensava che i maestri possiamo trovarli non solo nei vivi ma anche in chi ci ha preceduto nel corso dei secoli. E che quello che ci appare difficile od ostico oggi, che che ne dicano gli altri, diverrà forse la il nostro pane quotidiano domani. Ma sopra ogni altra cosa ed in forza del concetto precedente, affermo con tutta la convinzione di cui sono capace, che mai, ma proprio mai, dovrà permettere alla insensata voglia di negazione altrui di spegnere quello che lui sente di essere e di voler realizzare nella propria vita. Mai! Ma proprio mai! Anche perché, a volte le persone sono capaci d’invidiare anche i nostri sogni, figuriamoci la loro possibile realizzazione.

domenica 11 novembre 2007

E voi, che ne pensate?

Tratto da " Castelli di rabbia" di Alessandro Baricco


" Il complicato arriva quando uno si accorge che ha un desiderio di cui si vergogna: ha una voglia pazzesca di qualcosa che non si può fare, o è orrendo, o fa mal del male a qualcuno. Ok? - Ok. - E allora si chiede: devo starlo a sentire questo desiderio o devo togliermelo dalla testa? - Già - Già. Uno ci pensa e alla fine decide. Per cento volte se lo toglie dalla testa, poi arriva il giorno che se lo tiene e decide di fare quella cosa di cui ha tanto voglia: e la fa: ed eccola lì la schifezza. - Però non dovrebbe farla, vero, la schifezza? - No. ma sta attento: dato che noi non siamo calzini ma persone, non siamo qui con il fine prinipale di essere puliti. I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di star dietro a un proprio desiderio.
Si fa la schifezza e poi la si paga.!

mercoledì 7 novembre 2007

I nostri bisogni

Amici scusatemi ma in questi giorni gli eventi mi sovrastano, le presentazioni del libro occupano molto del mio tempo e quindi scrivere è impossibile. Tuttavia ho pensato che la compagnia di pensieri molto più elevati e saggi dei miei possa distrarvi, senza rimpianti ,dall'assenza dei mei scritti.

Oggi parla Seneca, il mio filosofo preferito ma voi non vi abituate a queste eccezionali frasi, io non potrò mai eguagliare cotanta grandezza, però fatevi cullare e meditate che non fa mai male.

"Nessuno nasce ricco: chiunque viene alla luce è tenuto ad accontentarsi di latte e di un quadratuccio di tela: questi sono gli inizi: poi neppure interi regni bastano a contentarci."

Seneca
Lettere morali a Lucillo

martedì 6 novembre 2007

Enzo Biagi

Alla fine della vita rimangono soltanto i ricordi, cerca quindi di averli belli.

Sagace consiglio di Enzo Biagi a Roberto Benigni

domenica 4 novembre 2007

Figli

Ho ricevuto in dono un bellissimo libro di poesie.
La prefazione di Antonio Veneziani avvisava:" Le sue sono parole che emozionano, in alcuni momenti commuovono, in altri irritano, è questa la poesi vera, la poesia pura.
I versi di Silvana Pedrini, lettore. sappilo! sono leggeri e violenti come il nome della persona amata tatuato sulle labbra."



Quando poi se ne vanno
i figli fanno male.
Purchè non sia quel viaggio agognato per loro
prima ancora di farli
prima di aprirgli gli occhi alla luce del buio
e accendere in silenzio ai crocicchi del nulla
candele e confessioni.
Purchè non se ne vadano
felici di brandire
la spada di quell'angelo
lì in piedi sul castello.
Purchè quel loro addio
non sia un sorriso incerto
bagnato di paura
per quello che sarà
oltre le sbarre amate.
Un sorriso indeciso
tra voglie dissonanti,
volare o rimanere.
E' lì che nasci madre
quando li spingi via
dalla tua porta aperta
fuori dai caldi inganni,
senza farti notare,
senza fargli capire
che sono proprio loro
ciò che è rimasto vivo
di tutti i grandi sogni.
Purchè vadano via
con ali piccoline
e li guardi levarsi
nel cielo della vita
buffi come dei passeri
che cadono dal nido
e poi si risollevano
e poi di nuovo cadono...
due, tre voli mancati
ma poi alla fine, ecco,
la loro strada è fatta.
I sogni di una madre
s'infrangono a morire
sventrati sugli scogli
da Prometeo che sbrana,
carne tenace, ferma,
carne immortale e marcia
di dolore, dolore...
Muoiono i sogni è vero,
se il figlio che hai pensato,
amato, liberato
non è più figlio tuo
e ti sembra che sia
uno che passa estraneo
e lancia una moneta
nel tuo bicchiere vuoto
con la finta pietà
con l'odio di chi è cieco
ai lamenti dell'altro.
Occhio che ti inquisisce,
che giudica e condanna,
la tua vita, gli amori,
quello che gli hai donato
senza chiede altro
che il sole nei suoi giorni.
Tu no
tu non condanni
sorridi dei miei errori
con immensa dolcezza
e li tratti, garbato,
come piccoli figli
fragili e disperati.

Silvana Pedrini
(Tatuato sulle labbra)